sabato 15 maggio 2021

La variante indiana suscita qualche preoccupazione in Inghilterra

Il premier Boris Johnson ha annunciato che i piani di apertura avviati in Inghilterra potrebbero segnare una battuta d'arresto a causa della propagazione della nuova variante indiana B1.617.2. Anche se la circolazione complessiva del virus è ancora su livelli molto contenuti (circa 2.000 nuovi contagi giornalieri), il numero di nuovi contagi legati alla variante indiana è più che raddoppiato nell'arco dell'ultima settimana. Per il momento si tratta solo di un segnale d'allarme, ma le Autorità sanitarie sono preoccupate e tengono la situazione sotto stretto controllo.

In alcune circoscritte aree del Paese la presenza della variante indiana è ormai molto significativa e questo ha portato ad un incremento dei nuovi contagi, specialmente per le persone più giovani che non  sono state ancora vaccinate oppure hanno ricevuto solo una dose vaccinale. Per le persone con più di 60 anni che, in larga maggioranza, hanno ricevuto ambedue le dosi vaccinali non si osserva un aumento significativo dei contagi.

Andamento dei contagi in due città inglesi dove è stata osservata una significativa circolazione della variante indiana. Le curve di colore diverso si riferiscono all'età delle persone contagiate. Non si osserva una significativa crescita dei contagi delle persone che hanno almeno 60 anni (linea nera). La maggior parte degli anziani ha già ricevuto ambedue le dosi vaccinali. Si nota invece una forte crescita della curva rossa corrispondnete ai cittadini di età compresa tra i 40 ed i 59 anni. Molte di queste persone hanno ricevuto solo una dose vaccinale. Le Autorità sanitarie inglesi stanno valutando l'opportunità di somministrare la seconda dose vaccinale in tempi più ristretti per le persone sopra i 50 anni. Tratto da The Telegraph

Per il momento, le Autorità sanitarie inglesi si sono limitate a considerare la possibilità di ridurre il ritardo con cui viene somministrata la seconda dose vaccinale ai cittadini di età superiore ai 50 anni. A quanto pare, dopo aver inventato il ritardo nella somministrazione della seconda dose, sembra che anche gli inglesi si stiano rendendo conto che ritardare la seconda dose alle persone anziane o fragili non è sempre una buona idea.


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