mercoledì 26 maggio 2021

La circolazione di nuove varianti virali in Italia

L’Istituto Superiore di Sanità ha rilasciato un rapporto sulla circolazione delle nuove varianti virali di SARS-CoV-2 in Italia, basato sui dati raccolti tra la fine dello scorso mese di dicembre ed il 19 maggio. D'ora in avanti, il rapporto dovrebbe essere aggiornato due volte al mese.
 
Il rapporto appena pubblicato evidenzia che, complessivamente, sono state fatte circa 23.000 caratterizzazioni tramite analisi genetica (genotipizzazioni), molto poche rispetto agli oltre 2 milioni di nuovi contagi segnalati nello stesso periodo.

La carenza di indagini genetiche è uno dei punti di debolezza del sistema di contrasto alla pandemia italiano che insegue l’emergenza, invece di cercare di prevenirla
 
Oltre il 70% degli esami genetici ha identificato la presenza della variante inglese (1.1.1.7) che attualmente è senz’altro quella dominante, anche se è stata trovata una percentuale significativa (6 % come media nazionale con picchi fino al 18% in alcune Regioni/PPAA) di casi attribuibili alla variante brasiliana (P.1). Seguono, con percentuali intorno all’1% dei casi, la variante nigeriana (B.1.525) e quella sudafricana (B.1.351). Oltre la metà dei casi di variante nigeriana sono stati importati dall’estero.

La figura seguente mostra la distribuzione delle mappature genetiche eseguite dalle diverse Regioni/PPAA. Si vede una forte disomogeneità: Alto Adige, Abruzzo e Sardegna sono gli unici territori che hanno eseguito una percentuale di genotipizzazioni superiore al 4% dei casi.

Percentuale di genotipizzazioni dei nuovi contagi fatte nelle Regioni/PPAA italiane. Tratto dal Rapporto ISS

La figura seguente mostra la percentuale delle varianti inglese e brasiliana, distribuita a livello regionale. La mappa a sinistra si riferisce alla variante inglese, mentre quella a destra corrisponde alla variante brasiliana. 
Prevalenza della variante inglese e della variante brasiliana nelle Regioni/PPAA italiane. Tratto dal Rapporto ISS
 
Al momento, i casi ufficialmente segnalati della cosiddetta variante indiana sono ancora molto pochi (solo 5). Il numero è probabilmente largamente sottostimato e potrebbe essere aggiornato a breve grazie ad una nuova indagine che l’ISS sta completando proprio in questi giorni.

Come commento generale si può dire che:
  1. Grazie alla maggiore contagiosità, la variante inglese è rimasta, almeno fino ad oggi, la variante dominante. Fortunatamente questa variante viene contrastata molto efficacemente dagli attuali vaccini.
  2. Varianti particolarmente pericolose come la variante brasiliana (particolarmente resistente agli attuali vaccini) non sono riuscite a diventare dominanti a causa della loro contagiosità tutto sommato limitata e delle azioni di limitazione mirate condotte in alcuni focolai (ad esempio, in Alto Adige ed in alcune zone del Centro Italia).
  3. La presenza della variante indiana è ancora del tutto sporadica. I contatti diretti con l’India e quelli con la Gran Bretagna espongono l’Italia ad un serio rischio di propagazione di tale variante, analogamente a quanto sta accadendo in Inghilterra. Le Autorità sanitarie italiane non sembrano particolarmente attive nelle attività di prevenzione e sembrano ferme in attesa di vedere cosa succederà in futuro. Una maggiore vigilanza sarebbe – a mio avviso – raccomandabile.
  4. Il sistema consortile che avrebbe dovuto dare slancio alle attività di mappatura genetica del virus in Italia non sembra aver prodotto – almeno fino ad oggi – risultati di particolare rilievo. Esistono fortissime disomogeneità nell’attività di mappatura fatta a livello territoriale che potrebbero causare significativi ritardi nella identificazione di nuove varianti genetiche. Questo è un punto di debolezza del sistema di prevenzione italiano su cui è stato fatto ancora troppo poco.

 

1 commento:

  1. Obbligo vaccinale per il personale sanitario, cento operatori preparano il ricorso al TAR

    Circa cento professionisti della sanità sono pronti a fare ricorso al Tar contro l’obbligo vaccinale deciso dal governo Draghi. A rappresentarli è l’avvocato Daniele Granara: “È una battaglia di civiltà – spiega il legale – Noi impugniamo un obbligo che non può essere tale, perché un trattamento sanitario obbligatorio è possibile solo se ha i requisiti di efficacia e sicurezza”.

    continua su: https://www.fanpage.it

    RispondiElimina