giovedì 20 maggio 2021

Segnalazione: un editoriale del NEJM su vaccini e varianti virali

La rivista New England Journal of Medicine ha recentemente pubblicato un interessante editoriale [1] nel quale viene brevemente discusso il tema dell'efficacia dei vaccini rispetto alle nuove varianti virali che stanno emergendo in varie parti del mondo. L'articolo prende spunto da recenti pubblicazioni dedicate all'efficacia di due vaccini (AstraZeneca [2] e Novavax [3]) rispetto alla cosiddetta variante sudafricana (B.1.351).

Ambedue i lavori confermano una ridotta efficacia dei vaccini rispetto alle forme sintomatiche (medie o leggere) della Covid-19 indotta dal ceppo virale sudafricano. L'efficacia è particolarmente bassa per il vaccino AstraZeneca. Va comunque detto che questi studi hanno riguardato un numero di casi limitato e che - per quanto riguarda AstraZeneca [2] -  la presenza di volontari con età particolarmente bassa (mediana pari a 30 anni) ha fortemente limitato la probabilità di rilevare forme gravi o addirittura letali anche tra i volontari che avevano ricevuto il placebo. Da un punto di vista statistico, non si può trarre nessuna conclusione rispetto al funzionamento del vaccino nella prevenzione delle forme più gravi di Covid-19.

Gli studi attualmente in corso per la variante sudafricana e quelli appena iniziati per la variante indiana [] sono solo un esempio della sfida che ci attenderà nel prossimo futuro. Finché il virus continuerà a circolare a livello globale, c'è sempre la possibilità che sorgano nuove varianti che riescono, almeno in parte, a sfuggire agli attuali vaccini. 

Anche se  - almeno in linea di principio - è sempre possibile pensare di riprogettare i vaccini per ottimizzarli rispetto alle nuove varianti in circolazione, non è detto che i tempi tecnici necessari per produrre e somministare le nuove versioni dei vaccini siano tali da riuscire a star dietro alla naturale evoluzione del virus. Il caso inglese è emblematico: la cosiddetta "variante inglese" individuata per la prima volta nel Kent alla fine del 2020 ha rapidamente sostituito i ceppi virali precedenti, ma 6 mesi dopo rischia seriamente di essere soppiantata da una nuova variante importata dall'India. 

Un attento monitoraggio genetico - coordinato a livello mondiale - è essenziale per capire cosa stia effettivamente accadendo e per gestire al meglio le nostre future azioni di contrasto alla pandemia.

Referenze:

  1. Kathleen M. Neuzil, "Interplay between Emerging SARS-CoV-2 Variants and Pandemic Control", N Engl J Med 2021; 384:1952-1954, DOI: 10.1056/NEJMe2103931
  2. Madhi SA, et al. "Efficacy of the ChAdOx1 nCoV-19 Covid-19 vaccine against the B.1.351 variant". N Engl J Med 2021;384:1885-1898, DOI: 10.1056/NEJMoa210214.
  3. Shinde V, et al. "Efficacy of NVX-CoV2373 Covid-19 vaccine against the B.1.351 variant". N Engl J Med 2021;384:1899-1909, DOI: 10.1056/NEJMoa2103055
  4. Edara Venkata-Viswanadh, et al. "Infection and vaccine-induced neutralizing antibody responses to the SARS-CoV-2 B.1.617.1 variant", (preprint)

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