Il problema è stato oggetto di numerosi interventi su questo blog e sui mezzi di informazione locale. Durante il picco pandemico dello scorso novembre la Provincia Autonoma di Trento ha nascosto ai suoi cittadini la reale portata del contagio. Le cifre ufficiali dei contagi contenevano solo i dati confermati con il test molecolare, ma è bastato ritardare di una decina di giorni la conferma dei test antigenici per far sparire dalle statistiche ufficiali oltre la metà dei contagi.
Di fronte agli ospedali che si riempivano ci hanno raccontato che "era colpa degli anziani che si esponevano incautamente al contagio" oppure che "in Trentino ci fossero più persone anziane rispetto al resto d'Italia". Tutte bugie, raccontate senza dimostrare alcun rispetto per i cittadini. Per i nostri governanti era motivo d'orgoglio il fatto che "Il Trentino fosse l'unico territorio italiano rimasto sempre in zona gialla", almeno fino a quando il Ministero non si è deciso a considerare i dati veri dei contagi, inclusi quelli dei test antigenici.
Uno studio del prof. Enrico Rettore, pubblicato su Lavoce.it, cerca di quantificare il costo della mancata applicazione della zona rossa durante lo scorso mese di novembre in termini di vite umane. Il confronto viene fatto con le Regioni vicine (Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna).
Le conclusioni per il Trentino non sono dissimili rispetto a quanto evidenziato dall'analisi della mortalità del mese di dicembre 2020 basata sui dati ISTAT. Le mancate restrizioni dello scorso mese di novembre hanno prodotto in Trentino un costo di vite umane molto rilevante.
Lo studio di Enrico Rettore professore ordinario di Econometria del Dipartimento di Economia e Management dell'Università di Padova (e che a Trento ha contribuito alla nascita di Fbk-Irvapp) ha confrontato Veneto, Trentino, Lombardia ed Emilia Romagna arrivando ad osservare che "una parte rilevante dei decessi osservati in Veneto (e in Trentino ndr) sarebbe stata evitata adottando restrizioni analoghe a quelle delle regioni vicine".
RispondiEliminaPer il Veneto si parla di circa 3mila morti IN MENO in quelle 13 settimane, per il Trentino I MORTI IN MENO SAREBBERO STATI OLTRE 270.
Io comunque nel triste bilancio aggiungerei anche tutti i maggiori rischi che hanno corso le persone che in Trentino, in assenza di zona rossa, sono finite in ospedale e che per loro fortuna hanno portato a casa la pelle. Da considerare anche che le persone che si sono ammalate a causa della mancata chiusura potrebbero avere degli strascichi dovuti ad un Covid-19 che si poteva evitare. Tutto comunque è purtroppo difficile da dimostrare in modo certo e sarà dimenticato da molti nell’euforia del ritorno alla normalità.
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