sabato 12 giugno 2021

Come cambierà il piano vaccinale in Italia dopo le decisioni di oggi?

La decisione proposta oggi (11 giugno) dal CTS e subito adottata dal Ministero della Salute di restringere la somministrazione del vaccino AstraZeneca solo alle persone di età superiore ai 60 anni allinea la situazione italiana a quella di molti altri Paesi europei e pone seri dubbi sulla velocità con cui potrà proseguire la campagna vaccinale in Italia.

Inspiegabilmente - al momento - il limite di età è stato posto solo per il vaccino AstraZeneca e non per l'altro vaccino a vettore virale prodotto da Johnson & Johnson. Tuttavia l'incidenza del prodotto J&J è senz'altro minoritaria e non sembra destinata ad aumentare anche alla luce della conferma, arrivata oggi dagli Stati Uniti, della distruzione di 60 milioni di dosi vaccinali prodotte in uno stabilimento di Baltimora a causa di una contaminazione avvenuta in fase produttiva. 

Tenuto conto che la maggior parte degli ultra sessantenni italiani è già stata vaccinata (almeno quelli che volevano ricevere il vaccino), la platea a cui somministrare le dosi di AstraZeneca rimaste in frigorifero non è molto ampia. Rimangono alcuni milioni di incerti che difficilmente si faranno convincere a essere vaccinati proprio con AstraZeneca. Hanno rimandato fino ad oggi e considerato che i contagi sono attualmente in calo, saranno tentati di rimandare ulteriormente la decisione in attesa di vedere come vanno le cose.

Certamente non saranno utilizzate tutte le nuove forniture di AstraZeneca (circa 15 milioni di dosi) che dovrebbero arrivare entro l'estate (prima della scadenza del contratto con AstraZeneca che comunque non è stato rinnovato oltre al 30 giugno). Serviranno molte più dosi di vaccino ad mRNA. Poco più di 1 milione saranno utilizzate per somministrare la seconda dose agli under-60 che hanno già ricevuto una prima dose di AstraZeneca. E soprattutto, ne serviranno oltre 50 milioni per raggiungere, con due dosi, tutta la platea degli under-60 che devono ancora essere vaccinati. 

In questo contesto pensare di vaccinare immediatamente i giovani appartenenti alla fascia d'età 12 - 15 anni sembra una inutile fuga in avanti, a meno che non si tratti di ragazzi fragili perché affetti da particolari patologie. In pratica, aldilà delle posizioni ufficiali, anche l'Italia - almeno nel breve periodo - sarà costretta ad adottare una linea molto simile a quella annunciata recentemente dalla Germania rispetto alla vaccinazione dei più giovani.

In tale contesto, parlare di immunità di gregge da raggiungere entro l'inizio del prossimo autunno sembra una prospettiva sempre meno probabile. La possibile diffusione della variante indiana la rende ulteriormente poco credibile.

Siamo quindi fatalmente destinati a ricadere in una quarta ondata? 

Non è affatto detto soprattutto se, invece di abbassare la guardia, punteremo con decisione sul tracciamento dei nuovi contagi. Non lo abbiamo fatto la scorsa estate. Allora si diceva: "Perché investire nel tracciamento che probabilmente non servirà più?".  

Se ripeteremo lo stesso errore anche nel 2021, non ci dovremo poi lamentare se, nel prossimo autunno, la pandemia dovesse tornare a mordere.

10 commenti:

  1. Quel brutto pasticcio aiuta i no vax
    Marcello Sorgi – La Stampa - 12 Giugno 2021

    Comunque la si guardi, la vicenda del vaccino AstraZeneca è diventata un pasticcio. Anche dopo che è emerso che la ragazza morta dopo la somministrazione soffriva di una malattia autoimmune. E non è servita certo a scioglierla la sofferta unità ritrovata ieri tra il ministro della Salute Speranza e il capo del Comitato tecnico scientifico Locatelli, d’accordo sulla linea della “ forte raccomandazione” a non farlo, e non del divieto, agli under 60.

    https://www.lastampa.it/topnews/lettere-e-idee/2021/06/12/news/quel-brutto-pasticcio-aiuta-i-no-vax-1.40379831

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  2. Per il mese di giugno sembra chiaro che la parte del leone continuerà a farla Pfizer, se resta valida la previsione della direttrice medica di Pfizer Italia, Valeria Marino, che prevedeva la consegna di 2,5 milioni di dosi alla settimana a maggio e di 3,5 milioni a giugno. Solo per giugno, parliamo di circa 14 milioni di dosi Pfizer.

    Meno chiaro quali saranno le forniture di Moderna e di Astrazeneca: con la seconda fra un mese scade il contratto e proprio oggi la Ue le ha chiesto un maxi risarcimento da 10 milioni di euro e 10 euro per dose e per giorno di ritardo, se il calendario di consegne non sarà rispettato.

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    1. il quadro si complica perché i vaccini che arriveranno - da contratto - sono i seguenti:

      in arrivo entro il 30 settembre:

      janssen 32.3
      pfizer 10
      astrazeneca 9.5
      curevax 6.7
      moderna 4.7

      quarto trimestre (1 ottobre - 31 dicembre 2021)

      janssen 6.7
      sanofi 20.2
      curevax 16.2

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  3. Marco Travaglio conclude: “Di questa follia deve rispondere qualcuno e, mi dispiace dirlo, deve risponderne quello che va in giro pavoneggiandosi con l’uniforme e la penna bianca, quando le cose, a suo dire, vanno bene. Cioè il commissario Figliuolo, a cui è stato affidato in gestione commissariale la campagna di vaccinazione.

    Il 3 maggio ha lanciato gli Open Day dicendo che andavano usati tutti i vaccini e che AIFA e CTS erano d’accordo. Ma AIFA alla fine del mese lo ha smentito. Un minimo di scuse, se non di dimissioni, da questo signore ci vorrebbe, perché nessuno può essere irresponsabile. La responsabilità te la devi prendere sia quando le cose vanno bene, sia quando vanno male”.

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  4. “Open Day per i ragazzi col vaccino AstraZeneca? Sono state disattese quelle che erano le indicazioni originarie del CTS, e cioè che quel vaccino andava somministrato PREFERIBILMENTE agli over 60. ‘Preferibilmente’ significa che in mancanza di alternative si poteva usare AstraZeneca; ma, siccome le alternative c’erano, e cioè Pfizer e Moderna, è stato sbagliato utilizzare quel vaccino“.

    Andrea Crisanti accusa il CTS di aver disatteso le indicazioni originarie impartite sul vaccino AstraZeneca agli under 60: “È stata commessa una imprudenza. Io avevo già posto il problema etico della vaccinazione dei giovani, perché il rapporto costo-benefici è A SFAVORE.

    C’è però un problema di carattere sociale: senza la vaccinazione dei giovani non si raggiunge l’immunità di gregge. Allora diciamo la verità – conclude Crisanti – sono stati vaccinati i giovani perché c’era UNA MONTAGNA DI DOSI di AstraZeneca non utilizzate e perché senza i giovani non si raggiunge l’immunità di gregge. La verità pura e semplice è questa. E per fare questo si sono disattese tutte le indicazioni, mettendo in pericolo la salute delle persone e screditando un vaccino che rimane sicuro ed efficace in tante circostanze. Io penso che questo sia stato un danno abbastanza rilevante”.

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  5. "INSPIEGABILMENTE"...

    Il vaccino Janssen (Johnson & Johnson) monodose "viene raccomandato, anche alla luce di quanto definito dalla Commissione tecnico scientifica dell'Aifa, per soggetti di età superiore ai 60 anni. Qualora si determinino specifiche situazioni in cui siano evidenti le condizioni di vantaggio della singola somministrazione ed in assenza di altre opzioni, il vaccino Janssen andrebbe PREFERENZIALMENTE utilizzato, previo parere del Comitato etico territorialmente competente".

    Lo evidenzia il verbale del CTS dell'11 giugno, allegato alla circolare del ministero della Salute di Aggiornamento del parere CTS sui vaccini.

    Pur tenendo conto delle analogie esistenti tra il vaccino di AstraZeneca e il vaccino Janssen (J&J), sia per le piattaforme utilizzate che la tipologia di eventi trombo-embolici riportati, "lo stato attuale delle conoscenze (che fanno PROPENDERE per un rischio associato all'adenovirus), il numero di poco superiore al milione di dosi somministrate nel Paese e la rarità delle segnalazioni di eventi trombotici rari a oggi disponibili, non permettono di trarre valutazioni CONCLUSIVE rispetto al rapporto beneficio/rischio relativo al vaccino Janssen".

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  6. Le consegne dei vaccini Pfizer e Moderna

    Dal Governo traspare ottimismo, non ci sono preoccupazioni particolari e fonti dell’esecutivo assicurano che “la campagna vaccinale italiana procederà con la stessa intensità di prima”. Soprattutto grazie agli arrivi dei vaccini a mRna: “Oltre 55 milioni di dosi Pfizer e Moderna” che verranno consegnati tra giugno e tutto il terzo trimestre.

    Il rischio del rallentamento, però, c’è: “Se si fa un piano che poggia su 4 gambe più 1 che poteva essere Curevac e se poi una di queste gambe viene azzoppata o limitata, è chiaro che tutti i piani si rivedono – afferma Figliuolo –.

    Non faccio fosche previsioni, sono convinto che a settembre chiudiamo, ma se dovessimo aggiungere un'altra platea, ad esempio 6-15 anni, se Curevac non arriva e se ci sono altri intoppi è chiaro che non ce la faremo”.

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  7. Che fine faranno le dosi di AstraZeneca

    Nel prossimo trimestre arriveranno 9,5 milioni di dosi AstraZeneca, da sommare a quelli che arriveranno entro fine giugno per un totale di 15 milioni. “Se tutti gli over 60 dovessero essere vaccinati con prima dose AstraZeneca sarebbero 3,5 milioni, per due dosi siamo a 7 milioni”, spiega ancora Figliuolo.

    Con gli over 60 in attesa della seconda dose “impiegheremmo quasi tutto il potenziale”, aggiunge il commissario. Ma questo se le Regioni dovessero somministrare SOLAMENTE questo vaccino agli over 60, diversamente da quanto avviene in alcune Regioni.

    Delle dosi, quindi, avanzerebbero, e potrebbero essere destinate al programma Covax, come assicura anche Figliuolo: “Se dovessero rimanere questi vaccini sarebbero utilmente impiegati per i Covax con le prescrizioni sanitarie previste in quei Paesi”.

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  8. Astrazeneca under 60:
    il Codacons promuove il risarcimento danni

    L'azione collettiva promossa da Codacons si rivolge anche ai cittadini del Trentino Alto Adige under 60 che abbiano ricevuto AstraZeneca; è possibile chiedere, scrive Codacons, fino a diecimila euro di risarcimento anche solo per i rischi sanitari corsi "anche in assenza di conseguenze fisiche legate alla vaccinazione".

    Insomma anche SOLO L’ANSIA, la paura di eventuali conseguenze derivanti dalla somministrazione del vaccino in questione, secondo Codacons va risarcita.

    Si tratta, per Codacons, di un danno non patrimoniale causato dalla paura di ammalarsi per avere ricevuto la somministrazione del vaccino AstraZeneca autorizzato dalle competenti autorità Italiane. Un danno che "potrà forfettariamente quantificarsi nella misura di euro 10.000". Il risarcimento di eventuali danni permanenti o temporanei, scrive Codacons, andranno invece valutati e quantificati nel prosieguo.

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    1. Sulla vicenda si è già fatta moltra confusione.

      Quanto ai 10.000 Euro a testa ai milioni di under-60 che sono stati vaccinati con AstraZeneca, sarebbe un conto di qualche decina di miliardi. In pratica, una bella fetta del recovery plan spesa per calmare l'ansia dei nostri concittadini.

      Costosetto, non vi pare?

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