martedì 1 giugno 2021

Chi ha vaccinato più anziani? Un confronto tra il Trentino ed altre Regioni/PPAA

Per giustificare il recente rallentamento della campagna vaccinale, è stato detto che il Trentino avrebbe dedicato maggiori energie per raggiungere capillarmente le persone più anziane, preferendo proteggere le persone più fragili, anche se questo ha causato un qualche ritardo nella vaccinazione dei cittadini più giovani. L'idea - di per sé - è pienamente condivisibile. Personalmente mi sono espresso con chiarezza anche contro l'ipotesi di allungare i tempi di somministrazione della seconda dose vaccinale alle persone più anziane: chi è più fragile dovrebbe essere protetto al miglior livello possibile ed al più presto possibile.

Per curiosità sono andato a vedere quali siano gli effetti prodotti dalla strategia enunciata dalle Autorità sanitarie trentine. Il calcolo è molto semplice: basta vedere la percentuale delle persone vaccinate suddivise per classi d'età. Sommando il dato di chi ha ricevuto almeno una dose vaccinale a quello di chi ha ricevuto due dosi, si ottiene il numero di dosi somministrate per ogni 100 abitanti. Se si usassero soltanto vaccini con richiamo e se tutte le persone corrispondenti ad una certa classe d'età fossero state completamente vaccinate, questo valore tenderebbe ad una soglia pari a 200. In realtà non tutti sono vaccinati, sia perché esiste una percentuale (piccola tra gli anziani) di irriducibili no-vax, sia perché taluni - per motivi di salute - non possono ricevere il vaccino. Inoltre in alcuni casi (pochi per la verità) viene usato il vaccino monodose Johnson&Johnson.

Il risultato di questa analisi è mostrato nella figura seguente. Oltre al Trentino, ho considerato le Regioni/PPAA direttamente confinanti e quelle comunque più vicine: Lombardia, Veneto, Alto Adige, Friuli V.G. ed Emilia Romagna.

Dosi vaccinali somministrate per ogni 100 abitanti, suddivise per classi d'età. Elaborato su dati di Lab24, aggiornati al 1 giugno 2021

Come si vede, solo per la classe d'età 80+ siamo arrivati molto vicini alla soglia massima pari a 200 dosi per ogni 100 abitanti. Un risultato importante che ha messo in sicurezza un parte molto fragile della popolazione, contribuendo in modo determinante alla riduzione dei decessi.

Secondo le direttive del gen. Figliuolo le persone che avrebbero dovuto ricevere il vaccino con la massima priorità erano tutti coloro che avevano un'età superiore ai 60 anni, oltre alle persone più giovani affette da particolari patologie. Quante siano le persone giovani e fragili che sono state vaccinate non lo sappiamo, anche perché le diverse Regioni/PPAA hanno utilizzato criteri diversi per identificare i candidati al vaccino.

Se ci limitiamo alle classi d'età, vediamo che per la classe 80+ le due Regioni che hanno fatto meglio (tra quelle considerate in questa analisi) sono state Veneto ed Emilia-Romagna. Le altre Regioni/PPAA (tra cui il Trentino, barra rossa) hanno fatto bene, ma sono leggermente distaccate rispetto al duo di testa (circa 10 dosi in meno per ogni 100 abitanti).

Per la classe d'età 70-79 anni, il dato del Trentino è abbastanza vicino al duo di testa che - questa volta - è costituito da Lombardia e Veneto. Notiamo che tutti sono ancora molto distanti dall'obiettivo finale (il più possibile vicini a quota 200).

Per la classe d'età 60-69 anni, notiamo che il Trentino ha fatto decisamente meno bene rispetto a Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Alto Adige.

Se andiamo alla classe d'età più giovane (50-59 anni) che non era considerata ad alta priorità dal gen. Figliuolo, notiamo che il Trentino si trova tra le posizioni di testa, assieme ad Alto Adige e Friuli V.G.

Se consideriamo infine la classe d'età 40-49 anni, vediamo che le somministrazioni più alte sono state fatte in Alto Adige e Friuli V.G. Per i cittadini quarantenni il numero delle dosi somministrate è ancora piuttosto basso e sarebbe ancora inferiore se dal conto togliessimo le vaccinazioni iniziali fatte al personale sanitario. Più che di vaccinazioni di massa, per questa classe d'età dovremmo parlare di "promessa di vaccinazione" o di "operazioni spot" di grande impatto mediatico, ma di scarso valore ai fini del contrasto alla pandemia. In pratica, per le persone di età compresa tra 40 e 49 anni sono state somministrate meno di un quarto delle dosi necessarie per completare la vaccinazione.

In conclusione, non sembra che le strategie enunciate dalle Autorità sanitarie trentine abbiano prodotto un andamento della campagna vaccinale migliore rispetto a quello delle Regioni/PPAA  che abbiamo incluso in questa analisi. In particolare, non si è visto in Trentino un significativo miglioramento della copertura vaccinale delle persone più anziane. Se consideriamo tutti i cittadini di età superiore ai 60 anni, il numero di dosi vaccinali pro-capite somministrate in Trentino è stato complessivamente inferiore rispetto a quella raggiunto da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

Concludo con un confronto tra il Trentino e la media nazionale. I dati relativi alle dosi vaccinali somministrate per ogni 100 abitanti, aggiornati al 31 maggio, sono stati tratti dal sito AGENAS dove potrete trovare una analisi molto dettagliata sullo stato di avanzamento della campagna vaccinale nelle Regioni/PPAA italiane:


Italia Trentino Differenza
80+ 177,1 178,2 1,1
70-79 117,3 115,2 -2,1
60-69 100,3 88,0 -12,3
50-59 64,2 73,9 9,7
40-49 36,9 24,8 -12,1
Tutta la popolazione 58,8 54,0 -4,8

Numero di dosi vaccinali somministrate per ogni 100 abitanti

Partendo dai dati mostrati in tabella, si ricava la figura seguente dove viene mostrata la differenza percentuale tra il numero di dosi vaccinali somministrate in Trentino per ogni 100 abitanti, calcolata rispetto al dato medio nazionale:

Differenza percentuale tra il numero di dosi somministrate in Trentino per ogni 100 abitanti calcolata rispetto alla media nazionale (elaborato su dati AGENAS). Il calcolo è stato fatto per diverse classi d'età. A destra il dato relativo alla popolazione totale. Le barre verdi evidenziano i casi in cui il Trentino ha fatto meglio della media nazionale. Le barre rosse corrispondono ai casi in cui il dato trentino è in ritardo rispetto alla media nazionale.

Il confronto con la media nazionale conferma quanto evidenziato dall'analisi limitata alle Regioni/PPAA più vicine. Il Trentino si è distinto per la somministrazione delle vaccinazioni ai cinquantenni. Per la fascia d'età superiore o uguale a 70 anni il dato trentino è più o meno uguale alla media nazionale, mentre è decisamente inferiore per la fascia d'età compresa tra 60 e 69 anni. Analogo andamento si osserva per i cittadini quarantenni.

1 commento:

  1. Vaccini, il caso dei camici bianchi: in Piemonte RIFIUTANO l’iniezione in 20 mila - Il gran rifiuto di medici e infermieri in Piemonte, mentre si cerca di convincere i giovani a immunizzarsi

    Alessandro Mondo – La Stampa - 02 Giugno 2021

    Vaccini: parte l’immunizzazione nelle aziende, una buona notizia, ma non sono tutte rose e fiori. Circa 20 mila i sanitari non ancora vaccinati (medici MA ANCHE infermieri, fisioterapisti, tecnici, psicologi, veterinari, sanitari della sanità pubblica e privata e LIBERI PROFESSIONISTI, ODONTOIATRI), 237 mila gli over 60 nemmeno prenotati (di cui 38 mila over 80), per perplessità sull’impiego dei vaccini.

    A far discutere, la notizia ufficiosa di un imminente parere da parte del Comitato tecnico-scientifico di Aifa secondo cui AstraZeneca e J& sarebbero da impiegare SOLO PER GLI OVER 50: l’ennesima piroetta, nel caso.

    https://www.lastampa.it/topnews/edizioni-locali/torino/2021/06/02/news/vaccini-partono-le-aziende-il-caso-dei-camici-bianchi-rifiutano-in-20-mila-1.40342942

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