martedì 22 giugno 2021

Le trappole della statistica: i vaccini e la "letalità sociale" della Covid-19

Sai ched' e' la statistica? E' 'na cosa
che serve pe' fa' un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che sposa.

Ma pe' me la statistica curiosa
e' dove c'entra la percentuale,
pe' via che, li', la media è sempre eguale
puro co' la persona bisognosa.

Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all' anno:

e, se nun entra ne le spese tue,
t'entra ne la statistica lo stesso
perche' c'e' un antro che ne magna due.

Trilussa (Carlo Alberto Salustri), 1871-1950

Il sito di ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale con sede a Milano) ha ospitato una serie di interessanti interventi del dott. Matteo Villa che avevo già segnalato in precedenti post. Oggi il Corriere della Sera dedica un articolo ad una delle analisi più recenti del dott. Villa dedicata a quella che viene definita la "letalità sociale" della Covid-19

Ricordo che il termine letalità si riferisce alla probabilità di decesso che c'è per una persona che sia stata infettata dal virus SARS-CoV-2. La letalità è trascurabile sotto i 40 anni d'età e cresce rapidamente con l'aumento dell'età e a causa della presenza di altre patologie. Mediamente la letalità della Covid-19 è circa 10 volte superiore rispetto a quella di una normale influenza.

Andamento della "letalità sociale" associato all'avanzamento della campagna vaccinale in Italia. Le due curve sono calcolate sulla base di ipotesi diverse rispetto al grado di protezione offerto da una singola o da una doppia dose. La linea tratteggiata indica il livello di letalità atteso per una normale influenza. Tratto da ISPI

Il termine "letalità sociale" è piuttosto ambiguo e va spiegato. In pratica, si intende il livello della letalità media che ci aspettiamo per la popolazione italiana. In pratica è la storia del "pollo a testa"  di Trilussa, ma non dobbiamo mai dimenticare che se due persone con caratteristiche simili (età e condizioni generali di salute), una vaccinata ed una non vaccinata, vengono infettate, la persona non vaccinata avrà una probabilità decisamente più elevata di contrarre forme più gravi di Covid-19, anche letali. 

Per le persone non vaccinate la letalità della Covid-19 è rimasta esattamente la stessa che c'era prima dell'inizio della campagna vaccinale (a parte le eventuali variazioni legate alla diffusione di nuove varianti virali). Quando facciamo la media per ottenere la cosiddetta "letalità sociale", si osserva un risultato che decresce con l'aumentare della frazione di popolazione vaccinata.

Ovviamente parliamo di stime basate su un modello matematico che tiene conto delle conoscenze fin qui disponibili. In particolare, la diffusione di nuove varianti più aggressive e più resistenti ai vaccini potrebbe modificare - in peggio - la situazione.



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