In assenza di dati affidabili sul sequenziamento virale, in Italia si rincorrono i numeri più diversi rispetto alla effettiva circolazione della variante indiana (delta). Andiamo da "circa 1%" che viene ripetuto dai burocrati ministeriali sulla base di dati tanto ufficiali quanto irrimediabilmente superati, fino a "più del 20%" sparato dal Financial Times (Londra). Quale sia effettivamente il livello attuale nessuno lo può dire perché le mappature genomiche vengono fatte in modo saltuario e sono raccolte su base sostanzialmente volontaria.
Stime della presenza della variante indiana (delta) in vari Paesi secondo il Financial Times. Il dato italiano è evidenziato in verde. |
In Italia manca il necessario coordinamento delle tante competenze che pure esistono, così come mancano i finanziamenti minimi necessari per coprire i costi dei sequenziamenti. Si tratta di cifre irrisorie se le confrontiamo con i costi economici di un solo giorno di lockdown, ma sembra che nessuno sia veramente interessato a fare le cose nel modo migliore. Più volte è stata annunciata la partenza di un Consorzio che dovrebbe favorire la mappatura genomica del virus in Italia, ma - almeno per il momento - siamo fermi ai proclami e alle "photo opportunity".
Forse si teme che, se i dati confermassero un effettivo aumento della circolazione della variante indiana, qualcuno potrebbe rinunciare alle vacanze o ci potrebbero essere ritardi nella riapertura delle discoteche. Allora, meglio far finta di niente e sperare che lo "stellone d'Italia" ci protegga! L'unico provvedimento preso da alcune Regioni è stato quello di contrarre i tempi di somministrazione tra la prima e la seconda dose dei vaccini, tenuto conto della limitata protezione dal contagio offerta da una singola dose.
In attesa che il famoso Consorzio incominci a funzionare, il Ministero della Salute ha annunciato l'avvio di una nuova indagine a campione definita come "rapida", ma che tale appare solo rispetto ai tempi da bradipo della burocrazia ministeriale. I campioni dovrebbero essere solo 777 (un numero irrisorio rispetto ai campioni che vengono trattati settimanalmente in Gran Bretagna), opportunamente distribuiti tra le diverse Regioni/PPAA. La data ultima per inviare i dati al Ministero è il prossimo 1 luglio.
Ammesso e non concesso che le diverse Regioni/PPAA rispettino le indicazioni ministeriali, ad inizio luglio forse sapremo qual è la situazione attuale. Con calma, mi raccomando!
Al momento in Italia la variante delta che tanti problemi ha scatenato in Gran Bretagna è ufficialmente attestata al 2%.
RispondiEliminaMa secondo il Financial Times il nostro Paese sarebbe il quinto al mondo con una percentuale di casi intorno al 26% relativa al periodo compreso fra il primo gennaio e il 16 giugno 2021;
il 9% secondo le stime del centro Ceinge-Biotecnologie avanzate (Napoli) relative all’ultimo mese e che segnano un aumento rispetto al 3.4% che risultava dall’analisi relativa al periodo fra il 15 maggio e il 16 giugno.
La fonte è la banca dati internazionali Gisaid, nella quale tutti i Paesi del mondo depositano le sequenze genetiche del virus SarsCoV2. Che si debba andare a pescare i dati in questo mare di sequenze si deve, purtroppo, al fatto che - ad accezione della Gran Bretagna - tutto il mondo sta raccogliendo poche sequenze del virus e l’Italia non fa eccezione.
Covid, la variante Delta in Italia è al 16,8%
RispondiEliminaLocatelli: «Zone rosse? Riflessione da fare»
In Italia la variante Delta del Sars-CoV-2, il coronavirus che causa il Covid, è in rapido aumento, e sta diventando prevalente. A segnalarlo è un report di ISS, pubblicato nella giornata di venerdì 25 giugno e relativo a 31.158 casi di infezione.
Secondo il report, la variante Delta — la cui prevalenza ufficiale era, a maggio, del 4,2% — è ora ALMENO al 16,8%:
una percentuale distante dalla variante Alfa (al 74,92%), ma in crescita rapidissima. In crescita è anche la variante Kappa, un sottotipo della Delta. Questi dati confermano lo scenario del Centro Europeo ECDC, che giorni fa ha stimato che la più elevata trasmissibilità della variante Delta farà si che entro la fine di agosto questa costituirà il 90% dei virus SARS-CoV-2 circolanti nell’Unione Europea.
Dove si trova in Italia? in Lombardia la variante Delta è già al 4 per cento, ma è in Campania il maggior numero di casi. Il ceppo è presente pure in Piemonte, Trentino-Alto Adige, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Puglia, Sicilia e Lazio. Quest’ultima Regione ha anticipato i richiami delle vaccinazioni con AstraZeneca per garantire, con due dosi, una migliore protezione.
https://www.corriere.it/salute/21_giugno_25/