sabato 12 giugno 2021

Ritardi per il vaccino CureVac

Secondo i piani d'acquisto della Commissione europea entro fine giugno sarebbe dovuta arrivare la prima fornitura del vaccino ad mRNA prodotto dalla tedesca CureVac. Secondo notizie filtrate informalmente la scadenza di fine giugno sembra definitivamente destinata a saltare. Se non ci saranno ulteriori intoppi, potrebbe slittare ad agosto. La causa di questo ritardo sarebbe da collegare alle difficoltà registrate da CureVac nel portare a termine gli studi di fase 3 iniziati a gennaio 2021 ed attualmente ancora in corso.

Il vaccino CureVac usa una tecnologia ad mRNA, simile ai concorrenti Pfizer-BioNTech e Moderna. L'arrivo di un terzo produttore di vaccini ad mRNA sarebbe molto utile, soprattutto alla luce delle ben note difficoltà registrate con i vaccini a vettore virale. Senza contare che il vaccino CureVac richiede una catena del freddo molto meno sofisticata rispetto agli altri vaccini ad mRNA ed è quindi molto più semplice da somministrare, anche al di fuori dei grandi centri vaccinali.

Complessivamente la Commissione europea ha opzionato oltre 400 milioni di dosi del vaccino CureVac. Ovviamente l'ordine è condizionato all'ottenimento della autorizzazione EMA per la somministrazione del nuovo vaccino.

Lo studio di fase 3 del vaccino CureVac ha fin qui coinvolto circa 40 mila volontari di cui 3/4 in Sud America ed 1/4 in Europa. Certamente la sperimentazione di CureVac è stata resa più complessa dalla diffusione di nuove varianti virali. La forma della proteina spike su cui è basato il vaccino CureVac è simile a quella utilizzata dagli altri vaccini attualmente in circolazione e fa riferimento al ceppo virale che circolava prima dell'arrivo della variante inglese. 

La presenza delle nuove varianti virali potrebbe portare ad una stima dell'efficacia di questo vaccino inferiore rispetto a quella stimata per Pfizer-BioNTech o Moderna. Ma si tratterebbe eventualmente di una differenza in gran parte ascrivibile alle mutate condizioni in cui è stata condotta la sperimentazione. Questo è un limite tipico di qualsiasi studio di fase 3: se cambia il ceppo virale, i risultati possono cambiare considerevolmente ed è difficile confrontarli con quelli dei vaccini sperimentati quando circolavano altri ceppi virali.

3 commenti:

  1. Perché in questo genere di studi non viene utilizzato un altro vaccino come controllo, invece di un placebo?
    In questo modo si supererebbe lo scoglio del ceppo virale diverso ma soprattutto non sarebbe necessario privare di un trattamento parte dei volontari.

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    1. L'idea mi sembra brillante, anche se di non facile attuazione (chi decide quale vaccino usare come standard di riferimento?). E poi c'è il problema dei tempi di attesa per acquisire un numeroo di contagi abbastanza ampio per fornire informazioni statisticamente attendibili. Se ambedue i vaccini funzionassero al meglio, di contagi se ne vedrebbero molto pochi, indipendentemente dal livello di circolazione del virus.

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  2. ULTIMI GIORNI, VACCINAZIONI IN CALO

    613 mila e rotti – giovedì 10 giugno
    596 mila e rotti – venerdì 11 giugno
    521 mila e rotti – sabato 12 giugno
    402 mila e rotti – domenica 13 giugno (508 mila la domenica precedente)

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