Fin dall'inizio della pandemia, si è spesso discusso dei meccanismi dell'infezione da SARS-CoV-2 che provocano forme asintomatiche della Covid-19. Sappiamo che le forme asintomatiche sono particolarmente frequenti tra le persone più giovani, ma si trovano a tutte le età, anche tra i grandi anziani.
Tra le possibili motivazioni addotte per spiegare la forte presenza di forme asintomatiche, si è spesso discusso della carica virale trasferita al momento del contagio. Una carica virale più bassa potrebbe consentire al sistema immunitario della persona contagiata di circoscrivere la presenza del virus nelle prime vie aeree, evitando la comparsa di sintomi apprezzabili. È stato anche ipotizzato che la risposta al contagio possa dipendere da fattori genetici, anche se - almeno fino ad oggi - non c'è una evidenza sperimentale in grado di confermare questa tesi.
Un recente lavoro condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Newcastle (UK) sembrerebbe dimostrare che tra i contagiati asintomatici ci siano più persone dotate del gene HLA-DRB1*04:01, al quale sarebbe associata una particolare funzione protettiva dei confronti delle forme più gravi di Covid-19.
Come succede spesso in questo tipo di lavori, non è detto che l'osservazione sperimentale sia legata ad una reale relazione di tipo causa-effetto. In assenza di una convincente spiegazione del meccanismo che legherebbe il gene individuato con il contenimento delle complicanze generate dal contagio, non possiamo escludere che ciò che è stato osservato sia legato ad una pura coincidenza.
Da notare - tra l'altro - che il campione studiato aveva una numerosità molto limitata (appena 148 persone). Più che "la prima evidenza di un legame esistente tra genetica e gravità della malattia" come sostenuto dagli Autori, questo lavoro - a mio avviso - potrebbe costituire uno spunto interessante per studi più ampi che analizzino persone che vivano in Paesi diversi e appartengano a diverse etnie.
Credo che chi contrae il virus in forma asintomatica o pauci-sintomatica abbia un approccio a questo virus come lo ha con l'influenza.
RispondiEliminaE` noto che e` piu` facile contrarre l'influenza se si e` stanchi o stressati o si hanno altre patologie: e` per questo che l'influenza negli anziani puo` essere anche molto pericolosa.
L'influenza e` una malattia che come popolazione conosciamo da secoli (forse millenni). Al contrario e` noto che alcune popolazioni del "nuovo mondo" sono state sterminate dalle malattie portate inconsapevolmente dai conquistatori europei, e che in Europa non davano problemi.
Il Sars-Cov2 e` un virus nuovo e per questo manda cosi` tante persone in ospedale e provoca tanti morti.
Ma anche il Covid-19 potrebbe diventare una malattia endemica come l'influenza, e dare molti meno problemi in futuro, salvo qualche variante (come fu l'influenza Spagnola nel 1919).
Quindi occorre che le autorita` sanitarie tengano alta la guardia e reagiscano prontamente a qualsiasi segnale di allarme.
Ora la Ricerca ci ha dato i vaccini, e ha imparato a produrli molto velocemente, e questo e` sicuramente una base per essere moderatamente ottimisti