venerdì 11 giugno 2021

La variante indiana fa paura in Gran Bretagna, ma ormai circola anche in Italia

In Gran Bretagna la variante indiana (o variante "Delta" secondo la denominazione "politicamnete corretta" introdotta recentemente dall'OMS) è ormai dominante, ed ha generato un sostanziale aumento dei contagi a cui si affianca, nel corso delle ultime settimane, anche una ripresa dei ricoveri ospedalieri.

Secondo i dati resi noti da Public Health England (PHE),  nella sola Inghilterra - fino al 7 giugno - 42 persone sono morte dopo essere state contagiate con il ceppo virale indiano. Di queste 23 non erano state vaccinate,  7 avevano ricevuto la prima dose almeno 3 settimane prima del contagio e ben 12 avevano completato la vaccinazione almeno 2 settimane prima del contagio. PHE non ha fornito informazioni relative al tipo di vaccino che era stato somministrato alle persone decedute. 

Ricordo che attualmente in Inghilerra circa 3/4 dell'intera popolazione ha ricevuto almeno una dose vaccinale e circa la metà ha completato il ciclo vaccinale.  Circa 1/3 dei decessi è avvenuto tra il 50% della popolazione interamente vaccinata, ma ricordo che si tratta prevalentemente di persone più avanti negli anni (le vaccinazioni sono state programmate seguendo un rigoroso criterio basato sull'anzianità) e quindi più esposte a gravi complicanze in caso di contagio. Dall'altra parte, poco più del 50% dei decessi ha riguardato il 25% della popolazione non vaccinata (tendenzialmente persone più giovani ed in buone condizioni generali di salute). Sulla base di questi numeri è facile dedurre che i vaccini funzionano, ma - in caso di contagio con la variante indiana - non forniscono una protezione assoluta contro le complicanze più gravi.

Andamento dei nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid della Gran Bretagna. Elaborato su dati delle Autorità sanitarie britanniche. Si nota che il calo dei nuovi ricoveri che era stato osservato fino all'inizio di maggio si è ormai definitivamente arrestato e che attualmente il dato è in leggera crescita
Andamento dei contagi in Gran Bretagna con una proiezione per il mese di giugno basata sull'ipotesi che l'incremento continui durante le prossime settimane con i ritmi attuali. La scala verticale è di tipo logaritmico. Figura tratta da Metro.co.uk

Nel frattempo, in Italia continuiamo a fare poche mappature genetiche del virus, convinti che con l'arrivo del bel tempo tutto si risolverà al meglio. Speriamo che sia veramente così. Secondo i dati ufficiali dell'Istituto Superiore di Sanità soltanto l'1% dei nuovi contagi evidenziati in Italia sarebbe attribuibile alla variante indiana, ma si tratta -  a mio avviso - di dati vecchi, abbondantemente sottostimati. 

In Italia sono sempre più frequenti le segnalazioni di nuovi focolai associati alla  variante indiana. Recentemente ne sono stati trovati in Umbria, Veneto, Lombardia ed Alto Adige. Si tratta - almeno per il momento - di episodi sporadici, apparentemente non connessi tra di loro. Purtroppo abbiamo imparato che questa presenza "granulare" del virus è tipica delle fase iniziali e - se non si interviene in tempo - viene fatalmente seguita da una circolazione di tipo diffuso.

Considerata l'elevata contagiosità della variante indiana, ci sono pochi dubbi che, analogamente a quanto già accaduto in Gran Bretagna, anche nel resto d'Europa il nuovo ceppo virale potrebbe diventare dominante, con tutto quello che ne consegue in termini di ridotta efficacia dei vaccini

Se non vogliamo correre il rischio di rovinare la libertà così faticosamente conquistata, bisogna riattivare al più presto un serio sistema di tracciamento dei contagi e intervenire con prontezza di fronte alla comparsa di nuovi focolai. Senza dimanticare di fare le necessarie mappature genetiche.

Sperare solo nella buona sorte non è la strategia migliore.

2 commenti:

  1. dal Blog di huffingtonpost.it

    Roberto Battiston, fisico,
    già Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana

    Non ci dobbiamo però dimenticare che, nonostante i notevolissimi successi raggiunti, in Italia siamo ancora alla metà del guado e siamo esposti a rischi seri, collegati in particolare all’ arrivo di varianti molto aggressive come la variante Delta detta anche “indiana” che tanto sta preoccupando l’Inghilterra al punto che il governo sta pensando di rimandare la riapertura del Paese.

    La variante Delta risulta il 60% più aggressiva di quella attualmente dominante in Italia, la variante Alpha detta anche “inglese”, anche se risponde ai vaccini che vengono usati attualmente, purché la somministrazione sia stata completata. La variante Delta è presente in Italia in modo limitatissimo, ma la sua forte aggressività la rende comunque molto pericolosa. Se diventasse dominante nelle condizioni attuali di vaccinazione, con solo il 23% di italiani che hanno completato il ciclo di vaccinazione, sarebbe un problema serissimo, in quanto R*(t) molto probabilmente andrebbe rapidamente ben sopra uno e ricomincerebbe l’incubo da cui stiamo cercando di uscire.

    Per cui il fattore tempo è essenziale. La tempistica forzata della vaccinazione in corso è riuscita a contenere l’effetto della variante Alpha, circa 50% più infettiva della variante che ha colpito inizialmente l’ Italia, permettendo allo stesso tempo una riapertura sostanziale del paese. E’ stata una corsa contro il tempo, ma ce l’abbiamo fatta.

    Allo stesso modo, completare in modo rapido il piano vaccinale è essenziale per proteggere il paese dalla variante Delta prima che diventi dominante anche in Italia. E’ infatti solo una questione di tempo. Nella competizione darwiniana tra varianti vince sempre la più aggressiva: la questione è se in Italia saremo protetti o meno a livello di vaccinazione generale, considerando che più una variante diventa aggressiva più la percentuale di vaccinati necessaria per raggiungere l’immunità di gregge si avvicina al 100%. Con la variante iniziale questo numero era al 72%, con la variante Alpha siamo saliti al 82%, con la variante Delta siamo intorno all’ 88%.

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  2. Gran Bretagna, restrizioni per altre 4 settimane

    Rinvio oltre il 21 giugno della revoca delle restrizioni anti-Coronavirus nel Regno Unito è stato formalizzato: lo rende noto la BBC, citando fonti dell'esecutivo di Londra secondo cui la decisione è stata sottoscritta da esponenti di spicco del governo. Le norme attualmente in vigore, secondo quanto si apprende, resteranno valide per altre 4 settimane a partire da quella data.

    La decisione implica tra le altre cose che I LOCALI NOTTURNI resteranno chiusi e che la gente sarà incoraggiata a continuare IL LAVORO A DISTANZA dove possibile, rende noto l'emittente britannica.

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