venerdì 27 agosto 2021

Aggiornamento sulla pandemia in Italia: hanno finito il "bianchetto" e scatta la prima zona gialla

Qualcuno, leggendo questo post, farà passare al contatore del blog la soglia dei 300 mila download. Non avrei mai immaginato che un blog nato quasi per caso potesse avere una tale diffusione. Un cordiale saluto a chi mi legge e a tutti coloro che mi mandano i loro preziosi commenti e suggerimenti

La notizia del giorno riguarda il passaggio in zona gialla della Regione Sicilia. Dopo avere "schivato" il passaggio grazie alla creatività della sua burocrazia sanitaria, la Regione Sicilia si è dovuta arrendere all'evidenza dei numeri. Non mi aspetto molto dalle poche restrizioni introdotte con il passaggio a zona gialla, anche perché il problema chiave della Sicilia è quello del limitato livello di vaccinazione, soprattutto per le persone sopra i 50 anni. Questo porta fatalmente ad un significativo aumento dei ricoveri ospedalieri e dei decessi. 

Stato attuale delle vaccinazioni in Sicilia (tratto da Lab24). Anche nelle fasce d'età più a rischio c'è ancora una forte quota di persone che non hanno ricevuto neppure una dose vaccinale
 

Attualmente tutti gli indicatori siciliani (contagi, occupazione dei reparti Covid ordinari e di terapia intensiva) sono i più alti d'Italia e sono pari a circa 2 volte e mezza il valore della media nazionale. Nel corso degli ultimi 7 giorni, la Sicilia ha segnalato 84 decessi Covid, poco più di 1/4 dei 319 decessi complessivi segnalati in Italia.

Di fronte a tale situazione, non si capisce perché così tanti siciliani a rischio si ostinino a rifiutare il vaccino. Se fosse rimasto loro almeno un briciolo di buon senso, correrebbero subito a farlo. Probabilmente si considerano "invincibili" e credono che la Covid-19 possa colpire solo gli altri. Oppure si illudono che intorno a loro "non ce n'è Coviddi”.

Per quanto riguarda il dato nazionale, osserviamo solo un lieve incremento dei contagi:

Andamento dei contagi osservati a livello nazionale (linea grigia). La linea blu rappresenta la media calcolata su base settimanale

Non è chiaro se la sostanziale stabilità osservata nella curva dei contagi durante il mese di agosto sia dovuta, almeno in parte, ad una "fuga dal tampone" di molti - soprattutto giovani asintomatici o pauci-sintomatici - che volevano evitare di finire in quarantena compromettendo le ferie estive. Il dato è certamente anomalo perché nel frattempo i ricoveri ospedalieri hanno continuato a crescere, sia pure meno velocemente rispetto a quanto accadeva qualche settimana fa.

Se osserviamo il dato dei ricoveri in terapia intensiva (che tipicamente segue il dato dei contagi con un ritardo pari a poco più di una settimana), osserviamo un valore ancora in aumento, ma con un incremento molto limitato rispetto alla settimana precedente. Questo farebbe presumere che il picco reale dei contagi sia stato raggiunto poco dopo Ferragosto. Vorrei tuttavia ricordare che anche questo dato potrebbe essere stato "frenato" artificialmente dalle burocrazie sanitarie regionali timorose di mostrare troppi ricoveri in terapia intensiva (basta classificare una parte dei ricoveri in terapia intensiva come "ad alta intensità" ed il gioco è fatto). Quindi c'è ancora un grosso margine di incertezza e soprattutto è impossibile fare previsioni sul futuro andamento della curva dei contagi.

Nuovi ricoveri settimanali nei reparti di terapia intensiva. Il dato è riferito all'intero Paese ed è normalizzato rispetto ad un campione di 100 mila abitanti

Se osserviamo il numero di posti letto occupati nei reparti Covid, il valore medio settimanale mostra ancora un significativo aumento rispetto alla settimana precedente:

Variazione percentuale del numero di posti letto occupati nei reparti Covid (somma di tutti i reparti) degli ospedali italiani. Il valore è mediato su base settimanale

Il dato sui decessi mostra una certa stabilità rispetto alla settimana precedente (che invece aveva avuto una forte crescita rispetto a 7 giorni prima). Come ricordato più volte, il dato dei decessi è sottoposto a forti fluttuazioni legate ai ritardi con cui spesso alcune Regioni comunicano i dati. Anche precedentemente si erano osservate variazioni anomale tra una settimana e l'altra che poi non sono state confermate dall'andamento di lungo periodo. Prima di esprimere un parere su questo dato bisognerà aspettare ancora almeno due settimane:

Andamento dei decessi Covid comunicati in Italia. Il dato è calcolato su base settimanale ed è normalizzato rispetto ad un campione di 100 mila abitanti

A titolo di curiosità, vi invito a confrontare i dati italiani con quelli della Gran Bretagna. Ambedue i Paesi mostrano - nel corso delle ultime settimane - livelli di contagi che sono abbastanza stabili. I contagi italiani, normalizzati rispetto alla popolazione, sono pari a circa 1/4 rispetto a quelli britannici. Per quanto riguarda i decessi, il livello italiano è pari a circa la metà di quelli registrati in Gran Bretagna. I ricoverati in terapia intensiva in Italia sono circa la metà rispetto al valore britannico (tenuto conto che il dato ufficiale della Gran Bretagna include solo gli intubati e dopo avere normalizzato i dati rispetto al numero di abitanti).

Prima di fare confronti, bisogna ricordare che in Gran Bretagna contano solo i decessi che avvengono entro 4 settimane dal primo tampone positivo. In Italia la mediana del tempo che intercorre tra primo tampone positivo e l'eventuale decesso è dell'ordine di 2 settimane, ma c'è una coda di decessi che avvengono dopo il limite delle 4 settimane e che non sarebbero stati inclusi nelle statistiche se anche l'Italia avesse adottato il metodo britannico. Grossolanamente possiamo considerare che questi casi corrispondano a circa il 10 - 20% dei decessi complessivi registrati in Italia. Anche tenendo conto di questo fattore non cambia la sostanza del dato macro: apparentemente in Italia la letalità del virus è doppia rispetto alla Gran Bretagna: 1/4 dei contagi e circa la metà dei decessi. Il dato dei ricoverati in terapia intensiva è allineato con quello dei decessi.

Possiamo attribuire tale differenza solo al livello delle vaccinazioni (molto alto in ambedue i Paesi, soprattutto per le persone più a rischio)? Credo di no. Secondo il mio parere, la spiegazione è che in Italia sfuggono alle statistiche molti più contagi di quanto accada in Gran Bretagna. Basterà ricordare che - normalizzando rispetto al numero degli abitanti - l'Italia fa attualmente circa 1/4 dei tamponi fatti in Gran Bretagna. E così torniamo al punto di partenza: quanto sono affidabili i dati dei contagi italiani? Secondo me sono molto poco affidabili.

Concludo con uno sguardo alla situazione europea secondo quanto comunicato ieri da ECDC:

Tratto da ECDC

L'Italia è giallo/rossa, salvo il Molise che rimane pervicacemente verde. Si riducono un po' le zone rosso scuro in Spagna, mentre aumenta il livello di rischio di Austria, Germania e dei Paesi scandinavi. Insomma la variante Delta procede verso Est e nessuno sembra essere in grado di fermarla.


1 commento:

  1. La Sicilia torna gialla,
    ma ora le restrizioni sono uno scherzo

    Davide Maria De Luca - editorialedomani.it - 27 agosto 2021

    I trucchi

    Gli indicatori che hanno determinato il passaggio della Sicilia in zona gialla sono il tasso di occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva da parte dei malati Covid.

    La Sicilia, come molte altre regioni, ha cercato per giorni di evitare la zona gialla comunicando UN NUMERO CRESCENTE di posti letto disponibili. Quelli di terapia intensiva, ad esempio, sono aumentati da luglio ad oggi di quasi 200 unità: da poco più di settecento a oltre novecento.

    Come molti medici ed esperti hanno denunciato, si tratta di un aumento di capacità di cura PURAMENTE CONTABILE. Per ogni letto di terapia intensiva funzionante, infatti, sono necessari medici e infermieri specializzati. Il loro numero, però, non è cambiato all’aumentare dei posti denunciati dalla regione.

    I nuovi letti sono in realtà posti sottratti ad alti reparti o creati assegnando agli stessi medici un numero crescente di pazienti da sorvegliare.

    Per circa un paio di settimane, questo “trucco” e la generosità del Ministero della Salute, che ha chiuso un occhio sulla vicenda, hanno permesso alla Sicilia di evitare la zona gialla.

    Ma il continuo aumento dei ricoveri negli ultimi giorni ha fatto sì che le soglie d’allarme venissero superate anche con l’attuale numero di posti letto “gonfiati”.

    Un altro escamotage utilizzato è quello di liberare i letti degli ospedali DIMETTENDO i malati di Covid il più in fretta possibile. La Regione Sicilia, come hanno fatto diverse altre, ha inviato una circolare ai suoi medici in cui si dettagliano le condizioni alle quali si può dimettere un paziente ancora positivo.

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