martedì 24 agosto 2021

Gran Bretagna: la pandemia non mostra segni di rallentamento

Gli ultimi dati in arrivo dalla Gran Bretagna sono tutti in peggioramento rispetto alla settimana scorsa. Non c'è - per fortuna - la crescita molto forte osservata a inizio luglio, ma la situazione sanitaria incomincia a evidenziare una qualche tensione. Attualmente i contagi viaggiano intorno al livello di 350 nuovi casi settimanali per ogni 100 mila abitanti:

Nuovi contagi settimanali per ogni 100 mila abitanti

Il livello dei nuovi ricoveri giornalieri nei reparti Covid del Regno Unito oscilla vicino a quota 1000. La media settimanale è pari a circa 9 ricoveri per ogni 100 mila abitanti ed è tornata al valore osservato durante il picco dello scorso 25 luglio. Siamo a circa 1/4 del valore di picco osservato durante lo scorso mese di gennaio quando in Gran Bretagna si diffuse la variante virale Alpha, mettendo a dura prova la tenuta delle strutture ospedaliere.

Nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid degli ospedali britannici, normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti

Per quanto riguarda le terapie intensive, conosciamo solo l'occupazione dei posti letto dove sono ricoverati pazienti intubati. Se volessimo confrontare questo dato con l'occupazione delle terapie intensive degli ospedali italiani, dovremmo aggiungere quei malati (approssimativamente il 30% in più) che sono ricoverati in terapia intensiva pur non essendo intubati. Per confronto, oggi in Italia circa 500 pazienti sono ricoverati in terapia intensiva.

Numero di pazienti che si trovano ricoverati nei reparti Covid di terapia intensiva degli ospedali britannici e che sono trattati con sistemi di ventilazione forzata.

Il dato dei decessi continua a crescere ed attualmente è attestato su una media di circa 100 casi giornalieri. I numeri comunicati giornalmente sono soggetti a forti fluttuazioni legate ai ritardi registrati nel sistema di raccolta dei dati. Ricordo che in Gran Bretagna i decessi sono considerati solo se avvengono entro 4 settimane dal primo tampone positivo. I decessi che avvengono oltre tale limite temporale non vengono inclusi nelle statistiche. Questa scelta rende più difficile fare un confronto tra i dati dei decessi che avvengono in Gran Bretagna e quelli di altri Paesi (tra cui l'Italia) che contano tutti i decessi indipendentemente dal momento in cui avvengono. Ciò premesso, ricordo che il dato attuale dei decessi Covid in Italia è pari a circa 0.5 casi settimanali per ogni 100 mila abitanti.

Decessi Covid misurati su base settimanale per ogni 100 mila abitanti. Gli eventi vengono conteggiati solo se avvengono entro 4 settimane dal primo tampone positivo del paziente deceduto. Si noti che il crollo (temporaneo) dei contagi osservato a fine luglio ha prodotto solo un lieve cambio di pendenza della curva dei decessi che è in fase continua di crescita fin dallo scorso mese di giugno

In conclusione, possiamo confermare che in Gran Bretagna è svanita la speranza in un rapido esaurimento dell'ondata pandemica associata alla diffusione della variante Delta. Il Regno Unito si trova da oltre due mesi con un livello di contagi che supera la soglia dei 100 nuovi casi settimanali per ogni 100 mila abitanti. Si nota un significativo aumento dei ricoveri e dei decessi che, inizialmente, sembravano molto attenuati. Non siamo nella situazione critica che si osservò a gennaio con la diffusione della variante Alpha, ma la pressione sul sistema sanitario britannico non può più essere definita come "trascurabile". 

Tutto questo avviene quando la somministrazione di almeno una dose vaccinale ha ormai raggiunto l'86% della popolazione britannica con più di 15 anni (il 77% è completamente vaccinato). Tuttavia anche i dati britannici incominciano a confermare una significativa riduzione dell'efficacia di tutti i vaccini man mano che passano i mesi rispetto alla data di somministrazione della seconda dose vaccinale:

 

Calo dell'efficacia per i vaccini AstraZeneca (a sinistra) e Pfizer-BioNtech (a destra) stimato in Gran Bretagna in funzione del tempo trascorso rispetto alla data di somministrazione della seconda dose. I dati sono stati raccolti dalla fine di maggio in poi, quando in Gran Bretagna il ceppo virale dominante era costituito dalla variante Delta. Tratto dallo studio ZOE COVID, una iniziativa no-profit volta a valutare l'impatto della pandemia sulla popolazione britannica

Probabilmente anche la Gran Bretagna seguirà presto l'esempio di Israele e passerà alla somministrazione della terza dose vaccinale.


Nessun commento:

Posta un commento