venerdì 13 agosto 2021

Aggiornamento sull'effetto dei vaccini In Italia

Nell'ambito della consueta conferenza stampa del venerdì, oggi è stato presentato il dato aggiornato allo scorso 8 Agosto relativo all'andamento di contagi, ricoveri e decessi che hanno riguardato i cittadini italiani, suddivisi in base al loro stato vaccinale. 

I dati sono presentati in forma aggregata e non forniscono stime accurate sull'efficacia dei vaccini (anche se l'ISS, in una tabella successiva, azzarda dei numeri su cui si potrebbe discutere a lungo), ma ci fanno comunque capire quanto sia importante vaccinare le persone, a tutte le età. Ecco la tabella ISS tratta dalla presentazione fatta oggi 13 agosto:

Tabella tratta dalla presentazione ISS del 13 agosto

Notiamo subito che i dati si riferiscono a periodi temporali di uguale durata, ma leggermente sfasati tra loro. Questo dipende dal fatto che i diversi tipi di dati richiedono tempi diversi per essere acquisiti e verificati. Comunque i tempi considerati sono più o meno quelli durante i quali la variante Delta è diventata dominante in Italia. Questo ha portato anche ad una crescita del numero medio dei contagi che, nel periodo considerato, hanno raggiunto mediamente il livello di circa 50 contagi settimanali per ogni 100 mila abitanti.

Partendo dal dato dei contagi, osserviamo che - a parità di altre condizioni - la probabilità di contrarre il contagio per una persona completamente vaccinata è pari a circa 1/3 rispetto al valore che si osserva per una persona non vaccinata. I contagi dipendono fortemente dalla classe d'età: si vede chiaramente che i più giovani sono più esposti al contagio a causa delle loro relazioni sociali più intense.

Contagi per ogni 100 mila abitanti nel periodo 9 luglio - 8 agosto 2021

Ma la vera differenza, come più volte ricordato anche in questo blog, riguarda la gravità dei contagi. Se andiamo a vedere quante delle persone trovate positive al tampone finiscono in ospedale osserviamo la tipica crescita legata all'età dei contagiati. Tuttavia per i vaccinati il tasso di ricovero è senz'altro più basso rispetto ai non vaccinati. Ciò avviene anche per le persone di 80 e più anni per le quali è plausibile che, considerato il livello di rischio associato all'età o alla presenza di altre patologie, sia più frequente il caso di ricoveri cautelativi, anche in presenza di sintomi non particolarmente gravi. 

Notiamo inoltre che la probabilità di ricovero di un contagiato sotto i 40 anni non vaccinato è più alta rispetto a quella di un contagiato vaccinato di età compresa tra 40 e 59 anni. Analogamente, per un non vaccinato di età 40-59 anni si ha una probabilità di ricovero più alta rispetto ad un vaccinato di età compresa tra 60 e 79 anni. Credo che questa sia la migliore risposta per certi filosofi della pandemia che vaneggiano suggerendo di vaccinare solo i "vecchi".

Ricoveri ospedalieri per ogni 1.000 casi di contagio, in funzione della classe d'età

Se andiamo a vedere i ricoveri in terapia intensiva, il quadro diventa ancora più netto:

Ricoveri nei reparti Covid di terapia intensiva per ogni 1.000 casi di contagio, in funzione della classe d'età
 
Qui vediamo che la differenza tra un non vaccinato ed un vaccinato è molto significativa a tutte le classi d'età. Una persona non vaccinata di età compresa tra 40 e 59 anni, in caso di contagio, ha più o meno la stessa probabilità di finire in terapia intensiva rispetto ad una persona vaccinata di 80 anni o più.
 
Si nota che, sia per i vaccinati che per i non vaccinati, non si registra un aumento significativo della probabilità di ricovero in terapia intensiva quando si passa dalla classe d'età 60-79 anni a quella 80+. Questo andamento è dovuto al fatto che, per i pazienti più anziani, non sempre sussistono le condizioni sanitarie generali tali da rendere possibile il ricovero in terapia intensiva. Le procedure di ventilazione assistita con dispositivi meccanici sono piuttosto pesanti e per pazienti in precarie condizioni generali di salute potrebbero essere difficilmente sopportabili.
 
A conferma di quanto osservato a proposito dei ricoveri in terapia intensiva, vediamo che per i pazienti 80+ la probabilità di decesso, in caso di contagio, è più alta rispetto a quella di essere ricoverati in un reparto di terapia intensiva. Come ben noto, tale probabilità cresce fortemente con l'età ed è nettamente più alta - a tutte le età - per le persone non vaccinate:
 
Decessi per ogni 1.000 casi di contagio in funzione della classe d'età. Si noti che per le persone 80+ completamente vaccinate la letalità è di poco superiore allo 0,1%

Riassumendo, il vaccino riduce sensibilmente la probabilità di contagio e, anche in caso di contagio, produce comunque una malattia mediamente meno grave, minimizzando il rischio di finire in terapia intensiva o di morire. Ecco alcuni numeri che ci permettono di "fotografare" l'attuale situazione:
  •  Ogni persona di età compresa tra 60 e 79 anni che, pur essendo completamente vaccinata, si contagia e finisce in terapia intensiva, troverà mediamente nello stesso reparto 18 suoi coetanei non vaccinati.
  • Per ogni persona di età compresa tra 60 e 79 anni completamente vaccinata che muore a causa della Covid-19, ci saranno circa 30 suoi coetanei non vaccinati che perdono la vita.
  • Durante il periodo considerato dall'analisi ISS, nei circa 7 milioni di cittadini completamente vaccinati, di età compresa tra 40 e 59 anni,  non si è verificato alcun decesso dovuto alla Covid-19. Tra i circa 7 milioni di cittadini della stessa classe d'età, non vaccinati, sono stati contati 24 decessi causa Covid. Pochi, considerato il numero molto grande del campione statistico considerato, ma sono sempre 24 vite umane che si sarebbero potute salvare se le persone avessero ricevuto il vaccino.
Dalle figure mostrate sopra vediamo che se vogliamo ridurre drasticamente i decessi e non intasare le terapie intensive (che servono per tutti gli altri pazienti non Covid) è necessario:
  1. Vaccinare tutte le persone sopra i 40 anni perché, se non vaccinate, in caso di contagio hanno una probabilità significativa di contrarre forme gravi di Covid-19.
  2. Vaccinare il più possibile le persone sotto i 40 anni perché una vaccinazione di massa può ridurre a circa 1/3 la circolazione del virus (e quindi anche la probabilità di contagio delle persone sopra i 40 anni). 
  3. Ricordare che abbiamo a che fare con una variante virale particolarmente aggressiva contro cui i vaccini, da soli, non bastano. Solo se si usano correttamente le mascherine e se si evitano inutili assembramenti, la circolazione del virus potrà essere azzerata senza bisogno di imporre rigidi lockdown, chiudendo tutti in casa.
Per concludere, il vaccino è uno strumento potente per contrastare la pandemia. Affinché funzioni al meglio è necessario il contributo di tutti. Ni-vax e Ni-pass non fanno il bene del Paese.



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