martedì 17 agosto 2021

Gran Bretagna: la lenta ripresa del picco pandemico

I dati che arrivano dalla Gran Bretagna confermano che il picco pandemico ha ripreso a salire, anche se con velocità decisamente inferiore rispetto ai valori di inizio luglio. Non deve spaventare il picco di 170 decessi Covid comunicati in data odierna: si tratta infatti di eventi accaduti nei giorni precedenti che, soprattutto in coincidenza con il fine settimana, vengono segnalati con grande ritardo.

Se osserviamo il dato dei contagi, si vede chiaramente che la circolazione virale è ancora molto elevata (circa 300 contagi settimanali per ogni 100 mila abitanti) ed ha ricominciato a crescere. Con il senno di poi, è probabile che una parte del vero e proprio crollo osservato a metà luglio sia stato un calo fittizio dovuto alla chiusura delle Scuole in Inghilterra. Scuole chiuse =  blocco dei tamponi di controllo fatti agli studenti = meno contagi "ufficiali":

Andamento dei contagi in Gran Bretagna (valori normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti)

Insomma, tolti i diversi fenomeni transitori (Scuole, Campionato europeo di calcio di inizio luglio ed eliminazione delle residue restrizioni anti-Covid avvenuta lo scorso 19 luglio), ci ritroviamo con un dato in leggera crescita che - fatti salvi eventuali peggioramenti autunnali - dovrebbe comunque essere arrivato in prossimità del punto di massimo relativo. Al momento, non è possibile dire nulla su quando ci sarà una reale e duratura discesa dei contagi

Passando al dato dei nuovi ricoveri ospedalieri, si vede che il calo (iniziato ad agosto) è stato decisamente meno marcato rispetto a quello dei nuovi contagi ed anche il dato dei ricoveri mostra già una ripresa:

Nuovi ricoveri giornalieri nei reparti Covid degli ospedali britannici

Ancora meno marcata la flessione del numero di posti letto occupati in terapia intensiva (ricordo che in Gran Bretagna vengono conteggiati solo i pazienti intubati) che oscillano intorno a quota 900 da circa 3 settimane:

Numero assoluto di pazienti ricoverati in terapia intensiva in Gran Bretagna che risultano essere "intubati"

Il dato dei decessi cresce meno rapidamente rispetto alle settimane precedenti, ma è ancora in aumento:

Decessi Covid normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti. In Gran Bretagna vengono conteggiati solo i decessi che avvengono entro 4 settimane dal momento del primo tampone positivo

A questo punto non è chiara quale sia la strategia adottata dalle Autorità sanitarie britanniche. Chi sperava che la discesa dei contagi registrata nella seconda metà di luglio segnasse la fine del picco pandemico è rimasto deluso. 

Tra l'altro, le Autorità britanniche, solitamente molto pronte a fornire dati sull'efficacia dei vaccini nel "mondo reale", da un po' di tempo sono rimaste stranamente in silenzio. Dopo aver fornito dati iniziali tutto sommato abbastanza buoni sulla protezione rispetto alla variante Delta, non sono state diffuse ulteriori informazioni. Sarebbe interessante capire cosa stia effettivamente succedendo in Gran Bretagna, anche alla luce dei dati preoccupanti arrivati da Israele che tre settimane fa hanno spinto le Autorità sanitarie di Tel Aviv a partire con la somministrazione della terza dose vaccinale su larga scala.

Nel frattempo quasi il 90% dei cittadini britannici maggiorenni ha ricevuto almeno una dose vaccinale (oltre il 77% è completamente vaccinato), mentre è stata avviata una campagna per la vaccinazione degli studenti di 16 e 17 anni prima del ritorno a Scuola. Per il momento, la Gran Bretagna è rimasto uno dei pochissimi Paesi che non vaccina i ragazzi da 12 a 15 anni. Ricordo che la Gran Bretagna usa anche il vaccino Pfizer-BioNTech già approvato sopra gli 11 anni, ma gran parte della sua campagna vaccinale è stata impostata sul vaccino made-in-UK AstraZeneca che non può essere utilizzato per vaccinare le persone più giovani. Questa impostazione rende senz'altro più complicato lo sviluppo del programma vaccinale britannico.

Sembra che anche la Gran Bretagna si stia orientando per la somministrazione su larga scala di una terza dose vaccinale, a partire dal prossimo mese di settembre. Il programma - sull'esempio di Israele - potrebbe interessare circa la metà dell'intera popolazione britannica.

A meno che le Autorità sanitarie britanniche si accontentino dello status quo, ovvero di andare avanti per un tempo imprecisato con qualcosa come oltre 20 mila nuovi ricoveri mensili nei reparti Covid degli ospedali britannici e con oltre 3 mila decessi mensili causati dalla Covid-19.



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