lunedì 2 agosto 2021

Come "stemperare" i nuovi parametri

Pur essendo basato su un principio condivisibile, il nuovo sistema di allerta basato sul numero dei pazienti ricoverati soffre di una grave limitazione: il sistema infatti calcola il rapporto tra il numero di posti letto occupati ed il massimo numero di posti letto disponibili. Quanti siano effettivamente i posti letto disponibili dipende da molti fattori: non si tratta solo di avere stanze, letti ed attrezzature. Specialmente per le terapie intensive, il vero problema è quello di disporre di un numero adeguato di medici ed infermieri addestrati e questo - lo sappiamo - è un grosso limite del sistema sanitario italiano.

Non è chiaro se qualcuno a Roma controlli le auto-dichiarazioni fatte da Regioni/PPAA circa la disponibiità dei posti letto e soprattutto se siano mai stati definiti dei criteri precisi su cui basare gli eventuali controlli. Sorprende, ad esempio, che in un sol giorno il Trentino sia passato da una disponibilità di 11 posti letto di terapia intensiva per ogni 100 mila abitanti a ben 16,5 posti. 

Un aumento del 50% dei posti di terapia intensiva deve aver richiesto uno sforzo straordinario da parte della nostra APSS, oppure una più ottimistica valutazione della situazione. Di fatto - in un sol giorno - siamo passati da circa 60 posti letto (poco più di quelli utilizzati durante il picco pandemico di marzo) fino a 90 posti letto. Ricordo che prima dello scoppio della pandemia i posti di terapia intensiva disponibili in Trentino erano solo 32.

Disponibilità di posti letto di terapia intensiva in Trentino (linea blu). La liena gialla indica la media nazionale. Tratto da Agenas

Un picco di ricoveri in terapia intensiva vicino a quota 90 fu raggiunto in Trentino nella primavera 2020, durante la prima ondata pandemica. Allora il territorio era bloccato in un rigido lockdown e gli ospedali affrontarono una situazione drammatica, pur in presenza di un blocco di tutti gli interventi chirurgici che non fossero estremamente urgenti ed un forte calo di altri tipi di ricovero come, ad esempio, quelli legati agli incidenti stradali.

Anche nello scorso mese di marzo 2021 - quando il Trentino ha affrontato l'ondata pandemica associata alla variante Alpha - l'APSS è stata costretta a bloccare molte attività ordinarie per poter far funzionare i reparti di terapia intensiva Covid che allora arrivarono ad una occupazione massima pari a circa 55 posti.

Sarebbe interessante sapere cosa è cambiato negli ospedali trentini rispetto alla primavera 2020 e capire dove siano localizzati i 90 posti di terapia intensiva disponibili per i malati Covid e quale sia il personale incaricato del loro funzionamento.

Ovviamente, passando da 60 a 90 posti letto (non è chiaro se reali o virtuali), nel malaugurato caso in cui aumenti l'occupazione dei posti di terapia intensiva, il Trentino potrà comunque contare su una cospicua riduzione dell'indicatore di rischio.

Tutti speriamo che i reparti di terapia intensiva Covid del Trentino rimangano pressoché deserti, ma è chiaro che il sistema ospedaliero provinciale potrebbe registrare diffuse difficoltà ben prima che l'occupazione dei reparti Covid di terapia intensiva diventi tale da far scattare le soglie di rischio.


2 commenti:

  1. Figliuolo ri-scrive alle Regioni: "Datemi i prof non vaccinati entro il 20 agosto" - Il generale critica i numeri arrivati finora: "Servono dati univoci"

    ROME - The extraordinary commissioner for Covid-19 emergency, General Francesco Paolo Figliuolo
    6 Luglio 2021 – huffingtonpost.it

    Entro il 20 agosto regioni e province autonome dovranno fornire “dati univoci che tengano conto del reale andamento della campagna vaccinale” nella scuola. È quanto scrive il Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo in una nuova lettera inviata alle regioni con l’obiettivo, viene sottolineato, di dare un ulteriore segnale di attenzione al mondo della scuola la cui ripartenza è un obiettivo prioritario del governo. Nella lettera Figliuolo sottolinea che la lista è necessaria visto che finora sono arrivati dati che “in alcuni casi, evidenziano variazioni relative sia alle platee sia alle percentuali” dei vaccinati.

    Alle Regioni il generale chiede di chiarire, per quanto riguarda la platea, “la tipologia di personale in servizio che è stato considerato ’scolastico (dirigente, docente, Ata, amministrativo, ecc), distinguendo tra pubblico e privato (paritarie e non)”. In relazioni alle somministrazioni, invece, si chiede di escludere dal conto il personale non in servizio e di chiarire il dato di coloro che si sono vaccinati ma non sono stati registrati come appartenenti alla categoria.

    Figliuolo aveva già inviato una lettera alle regioni lo scorso 21 luglio. Nel documento il Commissario aveva inoltrato alle Regioni le nuove disposizioni per la prosecuzione della campagna vaccinale in vista della riapertura delle scuole a settembre. Figliuolo aveva chiesto alle amministrazioni locali di “porre in essere le azioni necessarie a dare priorità alle somministrazioni nei confronti degli studenti di età uguale o superiore ai 12 anni”. Aveva inoltre sottolineato la necessità di conseguire “la massima copertura vaccinale del personale scolastico”, quantificando e comunicando le mancate adesioni entro proprio il 20 agosto.

    (NdC) Ehm, tutte queste richieste in agosto, con tutte le scuole in pausa e il personale in ferie?

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  2. https://www.agenas.gov.it/covid19/web/index.php?r=site%2Ftab2

    Nella tabella ora le Regioni / PPAA indicano i posti letto
    "in terapia intensiva"
    "in terapia intensiva ATTIVABILI"

    Come si vede dalla tabella, metà dele Regioni indica ZERO posti attivabili, mentre nelle altre abbiamo 243, 196, 114, 99 posti ATTIVABILI...

    Per decreto? Via una interlocuzione? Con una telefonata? E gli anestesisti e l'altro personale? Attivabile con un colpo di bacchetta?

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