martedì 31 agosto 2021

Una nuova variante in arrivo dal Sud-Africa?

Ogni giorno appaiono nuove segnalazioni relative alla comparsa di varianti del virus SARS-CoV-2 ritenute più o meno pericolose. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha cercato di mettere un po' d'ordine definendo quelle che sono le varianti che destano maggiore preoccupazione (VOC, variants of concern) e quelle che vanno seguite con attenzione perché non sono ancora molto diffuse, ma potrebbero diventarlo nei prossimi mesi (VOI, variants of interest).

Filogenesi delle principali varianti del virus SARS-CoV-2. Al centro del cerchio c'è il ceppo originale identificato a Wuhan. La distanza rispetto al centro identifica il numero di mutazioni di ciascuna variante. In basso a destra è mostrato l'andamento temporale del numero di mutazioni osservato nelle diverse varianti fin qui identificate

L'ultima arrivata proviene dal Sud Africa ed è stata al momento classificata come C.1.2. Non è ancora così importante da essere stata classificata con una lettera dell'alfabeto greco (tra un po' finiranno quelle ancora a disposizione!). La C.1.2 è la variante che, fino ad oggi, mostra più mutazioni rispetto al ceppo originale di Wuhan.

Nella figura mostrata sopra (in basso a destra) c'è un grafico che mostra il numero di mutazioni individuato nelle diverse varianti in funzione del tempo passato dalla prima identificazione del ceppo di Wuhan. La linea continua corrisponde ad un valore medio pari a circa 27 mutazioni all'anno. Ovviamente più tempo passa e maggiore sarà il numero delle mutazioni identificate nelle nuove  varianti. Non è detto che le varianti che presentano più mutazioni siano necessariamente le più pericolose: infatti alcuni effetti si potrebbero compensare tra loro e per quanto riguarda la risposta agli attuali vaccini contano solo le mutazioni che interessano la proteina spike

I dati osservazionali mostrano che la variante C.1.2 si sta estendendo ad altri Paesi africani, tutti caratterizzati dal bassissimo livello vaccinale dei loro cittadini. Non è detto che la C.1.2 arrivi anche da noi, ma - se non sarà questa variante - è molto probabile che prima o poi ne arrivi un'altra e sostituisca la variante Delta che già ci sta creando tanti problemi.

Siamo alle solite: se il ricco Occidente si illude di difendersi da solo grazie ai vaccini, sarà continuamente bersagliato da nuove varianti che si svilupperanno nei Paesi dove la pandemia è fuori controllo. Sarà una battaglia lunga e complicata, a meno che non ci decidiamo ad estendere davvero le vaccinazioni su scala globale. 

Recentemente l'Italia ha regalato alcuni milioni di dosi del vaccino AstraZeneca a Tunisia e Vietnam. Un bel gesto, poco più che simbolico. Siamo come quei ricchi che si sentono dei veri benefattori quando regalano ai poveri qualche vecchio abito ormai fuori moda. Senz'altro meglio che lasciarlo negli armadi, ma certamente non è una azione risolutiva.

1 commento:

  1. Covid, ecco 'Mu', la variante identificata in Colombia

    lastampa.it - 2 Settembre 2021

    Si chiama 'Mu' ed è stata identificata per la prima volta in Colombia, nel gennaio 2021. È la nuova variante del virus Sars-CoV-2 segnalata nel report settimanale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità lo scorso 30 agosto, e denominata con il lignaggio B.1.621.

    Soprattutto, è la quinta Voi, variante di interesse, la cui rilevanza medica non si conosce ancora ma viene controllata con attenzione per la potenziale contagiosità e la capacità di eludere il sistema immunitario (caratteristica che potrebbe compromettere l'efficacia delle campagne vaccinali). Si aggiunge a Eta, Iota, Kappa e Lambda.

    "Ha una costellazione di mutazioni che indica potenziali proprietà di fuga immunitaria", ha dichiarato l'Oms. Secondo il bollettino, alcuni focolai sono stati individuati in Paesi europei e sudamericani. Il ceppo, che nella totalità dei contagi mondiali rappresenta lo 0,1%, è soprattutto presente in Colombia ed Ecuador, in costante aumento, con una prevalenza rispettivamente del 39% e del 13%.

    "Va tenuta sotto controllo, come tutte le varianti che sembrano avere una diffusione rapida quando vengono isolate. Anche perché ha una carta d'identità genetica che suggerisce una maggiore contagiosità - ha dichiarato all'Adnkronos Giovanni Maga, direttore dell'Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia - È inclusa nei protocolli di sorveglianza per verificare se si tratta di un fenomeno locale, che si riesce a confinare nel Paese d'origine, o se ha un potenziale di diffusibilità elevato. Al momento, non è possibile fare nessuna valutazione certa".

    E rispetto all'impatto sulla campagna vaccinale ha aggiunto: "Quello che conta è cosa succede nella realtà. Anche la Delta, inizialmente, si pensava avesse la capacità di evadere la risposta del vaccino. Invece abbiamo visto che è più contagiosa e aumenta il numero di casi tra persone con una dose, mentre il ciclo completo delle due dosi è ancora EFFICACE. Le previsioni sono sempre un po' azzardate".

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