NEJM ha pubblicato un interessante articolo relativo all'analisi di alcuni casi di contagio su persone completamente vaccinate con Pfizer - BioNTech. Lo studio è stato fatto su un campione, dimensionalmente limitato, di persone impegnate nell'assistenza a malati Covid e quindi particolarmente esposte al pericolo di contagio.
A causa del loro lavoro tutti i soggetti, oltre ad essere sottoposti a test periodici, venivano anche controllati sistematicamente per quanto riguarda il livello degli anticorpi neutralizzanti (quelli che vengono generati dal processo di vaccinazione). Su un campione pari a circa 1.500 lavoratori completamente vaccinati, i contagi (principalmente dovuti alla variante Alpha) sono stati 39. Questo numero si riferisce a coloro che sono risultati positivi al test molecolare. Di loro solo 17 risultavano positivi anche ad un test antigenico rapido. In pratica, i test rapidi hanno perso oltre la metà dei positivi. Quest'ultimo dato ci fornisce un'idea del numero di contagi che sfuggono alle statistiche ufficiali quanto la ricerca dei contagi viene fatta usando prevalentemente test rapidi (così come succede abitualmente in Trentino).
Un risultato interessante di questo studio è che oltre la metà di coloro che sono risultati positivi al test molecolare (22 su 39) erano stati sottoposti all'analisi degli anticorpi neutralizzanti poco prima di contrarre il contagio. Per questi 22 casi, il livello di anticorpi neutralizzanti era mediamente pari a circa 1/3 rispetto ai colleghi (con analoghe caratteristiche di età, sesso, condizioni generali di salute) che non sono stati contagiati.
Si è discusso a lungo sulla possibile relazione tra il livello di anticorpi presente nel sangue dei vaccinati ed il livello di protezione rispetto al contagio, ma questo è il primo risultato diretto - sia pure riferito ad un campione di dimensioni estremamente limitate - che mostra una correlazione tra il livello di anticorpi e la probabilità che una persona si contagi malgrado la vaccinazione.
La questione è destinata a diventare di grande attualità in previsione della possibile somministrazione di una terza dose vaccinale. In particolare, la domanda che molti si pongono è la seguente: "Potrebbe avere senso valutare la necessità di somministrare un richiamo quando il livello di anticorpi nel sangue scende sotto ad un determinato livello?"
Purtroppo, la questione non è così semplice perché, come sottolineano gli esperti, il livello di anticorpi nel sangue non è un indicatore univoco della risposta immunitaria. Il sistema immunitario può combattere l'aggressione virale usando una molteplicità di strumenti e lo studio pubblicato da NEJM potrebbe aver considerato solo una parte del problema. Ulteriori indagini sono necessarie prima di poter arrivare a solide conclusioni.
Più contagi e ricoveri rispetto a un anno fa?
RispondiElimina"Col vaccino casi gravi diminuiti 10 volte"
Andrea Barsanti – today.it - 6 agosto 2021
L'infettivologo Matteo Bassetti analizza l'andamento della pandemia, spiegando perché i numeri siano così differenti e solo in apparenza peggiori
Il vaccino è quindi l’arma più efficace?
Non è la cura perfetta, anche perché c’è qualcuno che non risponde, c’è chi non sviluppa gli anticorpi, circa il 5% della popolazione vaccinata secondo alcuni studi, e un 20% dei vaccinati si può contagiare LO STESSO, ma bisogna ricordare che l’obiettivo principale della vaccinazione non è evitare il contagio, ma evitare che il virus se contratto costringa al ricovero in ospedale, magari in terapia intensiva. Se di fronte alla variante Delta e ai numeri dei contagi non avessimo il vaccino, sarebbe un disastro.
Sarà necessario secondo lei fare UNA TERZA DOSE?
In autunno dovremo sicuramente allungare la durata del Green Pass a 12 mesi. Chi ha avuto il vaccino a gennaio 2021 dovrebbe avere la certificazione sino a gennaio 2022. Il problema sarà cosa fare in quella fascia in cui gli anticorpi durano meno a lungo o in cui addirittura si sviluppano meno. La terza dose, se c’è da pensarci quando avremo dati scientifici, sarà da pensare per un sottogruppo... Gli ultraottantenni, le persone immunodepresse. Non dobbiamo più pensare a una vaccinazione di massa ma individualizzata, passiamo da una visione “tutti uguale” a una misura mirata a seconda della condizione.
Che cosa succederà secondo lei a ottobre?
Io ho paura per i non vaccinati, MOLTA PAURA, l’ho detto e ridetto, prendendomi anche insulti. Negli ospedali siamo pronti, abbiamo le cure e curiamo tutti, ma il virus potrebbe diventare per alcune persone devastante. È lecito decidere di non vaccinarsi, ma ci sono persone che rischiano davvero grosso.