martedì 31 agosto 2021

Segnalazione: analisi della mortalità durante la prima ondata pandemica in Italia

Ieri la rivista Scientific Reports ha presentato una nuova ed interessante analisi statistica sui decessi provocati dalla prima ondata pandemica in Italia. 

Boschi, T., Di Iorio, J., Testa, L. et al., "Functional data analysis characterizes the shapes of the first COVID-19 epidemic wave in Italy", Sci Rep 11, 17054 (2021). 

https://doi.org/10.1038/s41598-021-95866-y

Un nuovo articolo che analizza i dati della seconda ondata è attualmente in preparazione e sarà pubblicato tra breve.

L'analisi statistica è piuttosto sofisticata e, invece di perdere tempo con improbabili modelli epidemiologici, è andata direttamente a vedere le correlazioni esistenti tra i dati della mortalità ed una serie di fattori demografici, socio-economici, infrastrutturali ed ambientali.

Un tema affrontato dal gruppo italo-americano che ha condotto la ricerca è quello dei dati veri sui decessi Covid che - soprattutto durante la prima ondata pandemica - sono stati spesso sottostimati. Un confronto tra i dati ufficiali dei decessi Covid e l'andamento della mortalità registrata dall'ISTAT ha permesso di apportare alcune correzioni ai dati ufficiali.

L'analisi evidenzia  - come ben sapevamo - un'Italia spaccata in due: da una parte le Marche ed il Nord Italia, con esclusione di Veneto e Friuli Venezia Giulia, dall'altra il resto del Paese. Anche se la prima ondata pandemica ha avuto un andamento temporale differenziato, è stato possibile ricondurre tutti i dati regionali ad un modello unitario, applicando un adeguato ritardo temporale ai dati delle diverse Regioni (ai fini statistici, il Trentino e l'Alto Adige sono stati accorpati come un'unica entità regionale).

I risultati dell'analisi statistica sono piuttosto articolati e non possono essere espressi in modo sintetico. Uno dei dati che emerge chiaramente è che per ridurre la mortalità è più importante che tutti i malati abbiano un accesso pronto e diretto alle cure attraverso il loro medico di famiglia. Solo filtrando i pazienti ed impedendo che si riversino in massa nei pronto-soccorso degli ospedali, si massimizzano i risultati delle cure e si evita che gli ospedali si trasformino in centri di diffusione del virus. Questo risultato conferma pienamente le valutazioni qualitative fatte a suo tempo circa il sistema sanitario lombardo, il cui modello ospedale-centrico è stato severamente messo in crisi dalla prima ondata pandemica.

L'analisi ha dimostrato l'importanza di altri fattori di rischio come, ad esempio, la mobilità delle persone o la frequenza dei contatti che avvengono nelle famiglie, a Scuola, sui luoghi di lavoro e nei luoghi di cura. Nulla di sorprendente, ma questo tipo di analisi consente di porre la parola fine a tante affermazioni di parte del tipo "la nostra attività è sicura, i contagi avvengono altrove!".

Sarà interessante leggere il prossimo articolo dedicato alla seconda ondata pandemica, specialmente se il dettaglio dell'analisi potrà andare oltre la scala regionale. La Statistica, se utilizzata in modo serio e professionale, ci può dare informazioni preziose per documentare i numerosi errori fin qui fatti e soprattutto per evitare di ripeterli. 

Speriamo che la Autorità sanitarie italiane siano in grado di farne un buon uso.

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