giovedì 12 agosto 2021

Moderna è il migliore vaccino per contrastare la variante Delta?

Uno studio (ancora sotto forma di preprint e non sottoposto a revisione) fatto presso la Mayo Clinic (Minnesota, USA) ha estratto da un campione di oltre 600 mila pazienti positivi al test RT-PCR un sottoinsieme di quasi 80 mila pazienti suddivisi in tre gruppi con caratteristiche omogenee per età, razza, storia clinica precedente al test di positività e data del primo test positivo. I tre gruppi comprendevano, rispettivamente, persone non vaccinate, vaccinate con Pfizer-BioNtech e vaccinate con Moderna.

Partendo da questi dati, è stato stimato il grado di protezione offerto dai due diversi vaccini rispetto al contagio sintomatico e all'eventuale ricovero ospedaliero. I risultati sono mostrati qui di seguito:

Andamento temporale della protezione offerta dai due vaccini ad mRNA rispetto al contagio sintomatico (Figura A) ed al ricovero ospedaliero (Figura B). Tratto dal lavoro svolto presso la Mayo Clinic (Minnesota, USA)

Durante il mese di giugno anche in Minnesota c'è stata l'improvvisa sostituzione della variante Alpha (fino a quel momento dominante) con il nuovo ceppo virale Delta. 

I dati mostrano una forte riduzione del livello di protezione dal contagio offerto dal vaccino Pfizer-BioNTech durante il mese di luglio, in concomitanza con l'arrivo della variante Delta. Viceversa, il vaccino Moderna sembra conservare un livello di protezione dal contagio abbastanza elevato (addirittura superiore rispetto a quello stimato a giugno, fatto apparentemente inspiegabile a meno che non si tratti di una grossolana fluttuazione statistica). 

Per quanto riguarda la protezione contro i ricoveri, ambedue i vaccini a luglio hanno registrato un certo calo, ma si è trattato di un calo piuttosto contenuto perché la protezione contro il ricovero rimane sopra al 75%.

Prima di trarre conclusioni affrettate, è bene osservare la notevole ampiezza dell'intervallo di confidenza dei dati (mostrato nei grafici con le bande colorate). Si tratta di un limite ben noto degli studi osservazionali. Se si utilizzano tutti i dati disponibili  si ottengono informazioni grossolanamente mediate e poco significative. Se - come è stato fatto in questo studio - si estraggono dai dati complessivi solo i casi con caratteristiche omogenee (in questo lavoro circa 1/8 dei dati disponibili) si riduce la dimensione del campione statistico e fatalmente si allarga l'intervallo di confidenza che caratterizza i risultati dell'analisi.

Ciò premesso, direi che partendo da questi dati è molto difficile concludere - come fanno molti mezzi di informazione - che il vaccino Moderna funzioni decisamente meglio rispetto al vaccino Pfizer - BioNTech rispetto alla variante Delta. Ci potrebbe essere una differenza, facilmente spiegabile ricordando che i due vaccini utilizzano la stessa tecnologia, ma che il vaccino Moderna contiene una dose più elevata del principio attivo. Tuttavia, prima di trarre conclusioni definitive bisognerebbe disporre di dati più completi.


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