Spesso in Italia sentiamo parlare di posti letto "attivabili", un eufemismo per dire che si potrebbe anche trovare una stanza d'ospedale con letti ed attrezzature, ma poi il vero problema è quello di trovare medici, infermieri e tutto il personale ausiliario necessario per assistere i pazienti 24 ore su 24. La carenza di medici e infermieri qualificati non è un problema solo italiano.
Durante questa settimana Israele ha lanciato un piano straordinario per potenziare l'assistenza ospedaliera dei malati Covid più gravi. Attualmente Israele (circa 9 milioni di abitanti) ha circa 400 pazienti Covid classificati come "gravi", di cui 60 assistiti con il ventilatore polmonare. Per confronto, la Gran Bretagna (circa 66 milioni di abitanti) ha nei suoi ospedali circa 800 pazienti assistiti con il ventilatore polmonare. Il dato attuale di Israele (normalizzato rispetto al numero di abitanti) corrisponde a poco più del 50% di quello britannico, ma le Autorità sanitarie israeliane sono preoccupate per il peggioramento che potrebbe accadere nel corso delle prossime settimane.
Per questo motivo il Governo israeliano ha deciso di potenziare le strutture ospedaliere dedicate alla cura dei malati Covid più gravi, prevedendo anche l'assunzione di 2.000 nuovi addetti tra medici, infermieri ed altro personale ausiliario. Purtroppo, anche in Israele, i nuovi posti letto rischiano di rimanere a lungo solo "attivabili" perché - come è stato fatto notare da molti - non ci sono molti candidati con adeguata qualificazione pronti per essere reclutati.
Nessun commento:
Posta un commento