lunedì 9 agosto 2021

Un vaccino spray sarà la soluzione futura per la Covid-19?

Mentre l'attenzione del grande pubblico è concentrata sull'eventuale somministrazione di una terza dose vaccinale, gli specialisti dei vaccini stanno discutendo dello sviluppo di nuove tecniche che potrebbero cambiare profondamente lo scenario futuro. La rivista Nature Reviews Immunology ha recentemente pubblicato un  articolo (ed anche una successiva modifica) che fa il punto sui cosiddetti vaccini "spray" che vengono somministrati direttamente sulle mucose nasali. L'articolo è stato ripreso e discusso nella sezione scientifica dell'Agenzia ANSA. Un metodo analogo è stato recentemente proposto per la somministrazione di anticorpi monoclonali nei malati di Covid-19.

Aldilà degli evidenti vantaggi legati alla facilità di somministrazione, l'utilizzo dello spray ha un suo importante razionale. Infatti il vaccino (o  l'anticorpo neutralizzante) verrebbe spruzzato direttamente nelle mucose che sono la prima linea di contrasto all'entrata del virus. La speranza è che questa tecnica fornisca una migliore protezione rispetto alla probabilità di contagio (magari anche solo asintomatico) delle persone vaccinate. Per i vaccini tradizionali (quelli somministrati tramite iniezione intramuscolare) tale probabilità è decisamente inferiore rispetto alla protezione che si ha rispetto ai soli contagi sintomatici. In altre parole, i vaccini attuali proteggono molto bene rispetto ai contagi più gravi, ma non hanno una elevata funzione sterilizzante.

Ovviamente passare dalla somministrazione tramite iniezione intramuscolare ad uno spray nasale non è così semplice. Non si tratta di mettere i vaccini attuali in una bottiglietta dotata di erogatore, ma bisognerà pensare ad un sostanziale cambiamento sia dei principi attivi che delle sostanze adiuvanti che si aggiungono al vaccino per stimolare la risposta del sistema immunitario.

Anche se le prime sprimentazioni sono già state avviate, è difficile valutare se e quando eventuali vaccini anti-Covid spray arriveranno effetivamente sul mercato. Se le sperimentazioni avessero successo, potrebbero rappresentare una vera e propria svolta nella lotta contro il SARS-CoV-2.


1 commento:

  1. Covid e vaccini, Le Foche: «Sarebbe bello convincere i 50enni uno per uno. Si vince insieme, non ci possono essere disertori»
    Margherita De Bac - www.corriere.it - 9 agosto 2021

    L’immunologo: «Bisogna convincere 4 milioni di cittadini che non si fidano. A novembre potremmo raggiungere una buona immunità di gruppo e affrontare l’inverno in sicurezza»

    Ho enorme fiducia nei giovani. Non è vero che si stanno vaccinando solo per salvare le vacanze. Sanno bene che vaccinarsi è anche un gesto di responsabilità. Piuttosto, sono altre le preoccupazioni», sposta la mira Francesco Le Foche, immunologo clinico dell’Università Sapienza.

    «Oltre 4 milioni di ultra cinquantenni non vogliono aderire alla campagna. Sono persone di livelli culturali diversi, non solo no vax. Hanno paura e non sanno decidere. Sarebbe bello poterli prendere UNO PER UNO e convincerli. Sono certo che attraverso colloqui approfonditi con medici empatici alla fine cambierebbero idea. È davvero difficile motivare la contrarietà ai vaccini, che è trasversale».

    «In un recente articolo sulla rivista Science, l’incapacità decisionale nei confronti di questioni riguardanti la propria persona è stata paragonata a quella di RE SALOMONE, grande saggio di Israele. Quando si trattava di fare una scelta personale, si perdeva, esitava. Gli indecisi sulla vaccinazione hanno il timore di introdurre una sostanza non conosciuta nel loro organismo. Reazione irrazionale ma comprensibile».

    «I vaccini sono sicuri, la tecnica dell’Rna messaggero è consolidata, non sperimentale, e ci darà molte altre risposte che attendiamo da anni, ad esempio contro certi tipi di tumore. Questa è una sfida che si può vincere soltanto tutti insieme, non ci possono essere DISERTORI».

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