giovedì 22 luglio 2021

Novità sui vaccini da Israele. Servirà una terza dose per tutti?

Nuovi dati riferiti al periodo 20 giugno - 17 luglio sono stati elaborati dal Ministero della salute israeliano per valutare il grado di protezione offerto dal vaccino Pfizer - BioNTech rispetto ai contagi indotti dalla variante Delta (ex Indiana). I risultati sono stati resi noti oggi, ma sono stati molto criticati da eminenti scienziati israeliani che hanno contestato il metodo utilizzato per l'analisi dei dati. 

Secondo quanto comunicato dal Ministero della salute israeliano il grado di protezione rispetto ai contagi gravi è dell'ordine dell'86%, non distante dalle stime fatte in altri Paesi. Il dato più preoccupante - ma contestato da molti - riguarda la protezione rispetto ai contagi sintomatici (per qualsiasi livello di gravità). A fronte di un valore medio pari al 44%, ci sarebbe stata una forte dipendenza dell'efficacia vaccinale a seconda del tempo intercorso tra il momento della vaccinazione e quello del contagio. Per coloro che erano stati vaccinati a gennaio, il livello di protezione sarebbe pari solo al 16%, mentre salirebbe al 67% e al 75% per coloro che erano stati vaccinati a marzo o ad aprile, rispettivamente.

Se questi dati fossero confermati, sarebbero la prima prova di una drastica riduzione del grado di copertura garantito dal vaccino dopo soli 6 mesi dalla data di vaccinazione. Ma si tratta, come già ricordato, di dati fortemente contestati da numerosi esperti. Ad esempio, il dr. Dvir Aran, un esperto di statistica medica del prestigioso Technion – Israel Institute of Technology, ha dichiarato di essere preoccupato per il fatto che il Ministro delle salute abbia dato credito ai risultati di ricerche "fatte male e presentate in modo scorretto". Aggiungendo "Il problema non è nel vaccino, ma nei dati trattati in modo sbagliato".

Dietro a questi dati israeliani - è inutile nasconderlo - che  c'è anche la richiesta fatta alla FDA dai produttori di vaccini ad mRNA di autorizzare la somministrazione generalizzata di una terza dose di richiamo.

La questione è aperta ...


2 commenti:

  1. 18 maggio (dal Suo Blog) - In questi giorni si discute molto della possibile attivazione di un “passaporto vaccinale” (meglio noto come “Green Pass”) che consentirebbe alle persone vaccinate di superare le residue limitazioni che ancora ci sono NEL TERRITORIO ITALIANO. L’idea non è nuova ed è già stata applicata in Israele. Anche a livello europeo si sta lavorando (con calma) per arrivare ad un modello unico che potrebbe essere utilizzato per riattivare la mobilità tra i diversi Paesi.

    31 maggio (dal Suo Blog) - A partire da domani 1 giugno, gli Stati Europei potranno - se sono pronti a farlo - emettere i primi certificati validi per la mobilità Covid-free TRA PAESI EUROPEI. Le persone dotate del cosiddetto green pass (il vero nome è Digital Green Certificate - DGC) saranno esentate da controlli e quarantene e potranno muoversi liberamente tra i Paesi dell'Unione Europea.

    Ed ora:

    Green pass OBBLIGATORIO dal 6 agosto - Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che proroga fino al 31 dicembre 2021 lo stato di emergenza nazionale, disciplina le modalità di utilizzo del Green Pass e stabilisce nuovi criteri per la “colorazione” delle Regioni. Dal 6 agosto il Green pass sarà utilizzato anche per:
    - bar e ristoranti al chiuso
    - piscine, palestre,
    - fiere e concorsi.
    Il Ministero della Salute ha chiarito che servirà anche «ai parenti dei pazienti per l’accesso alle sale d’attesa dei Pronto soccorso e ai reparti ospedalieri».
    Il decreto prevede inoltre che sia assicurato, fino al 30 settembre 2021, la somministrazione di test antigenici rapidi a prezzi contenuti che tengano conto dei costi di acquisto.

    (NdC) Non è un cambiamento in corsa un po' esagerato? a maggio si parlava della MOBILITA' in Italia ed in Europa (per chi può permetterselo), ora invece...

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    1. n realtà il green pass ideato per primo da Israele serviva (e serve ancora oggi dopo la ripresa dei contagi) per limitare l'accesso delle persone potenzialmente più contagiose ad eventi, sia al chiuso che all'aperto.

      Il green pass europeo nasce per evitare che chi si sposta da un Paese all'altro debba essere sottoposto a quarantena e quindi ha una finalità diversa rispetto al green pass originariamente ideato da Israele.

      Con la recente decisione del Governo italiano, il green pass servirà sia per potersi spostare verso altri Paesi europei, sia per accedere a determinati spazi o eventi all'interno del territorio nazionale.

      L'alternativa è ricominciare con le chiusure generalizzate, iniziando proprio da bar e ristoranti.

      Se ci sono persone che non vogliono vaccinarsi non possiamo costringerle a farlo, ma per colpa loro non possiamo neppure imporre restrizioni a tutto il resto della popolazione che si è regolarmente vaccinata.

      Quindi - a mio parere - la decisione del Governo Draghi e quanto mai opportuna e tempestiva.

      Chi non vuole vaccinarsi se ne stia a casa sua. Se vuole può sempre organizzare party no-vax con i suoi sodali.

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