Pochi ci hanno fato caso, ma secondo gli ultimi dati resi noti ieri dall'Istituto Superiore di Sanità il Trentino avrebbe fatto registrare uno degli indici Rt più alti d'Italia: 2,27 con un intervallo di confidenza al 95% che va da 1,72 a 2,86.
Peggio del Trentino ha fatto solo la Sardegna (2,44 di media, con intervallo di confidenza 2,25 - 2,62). Le altre Regioni/PPAA hanno evidenziato un indice di trasmissione dei contagi quasi sempre superiore ad 1, ma minore rispetto al dato del Trentino. I valori sono stati stimati nella settimana che terminava lo scorso 14 luglio, quindi nel pieno dei campionati europei di calcio, con i relativi assembramenti.
Stima dell'indice Rt elaborata dall'ISS. I dati si riferiscono alla settimana che terminava lo scorso 14 luglio. Il dato del Trentino è evidenziato con il cerchio rosso |
Se fossero state ancora in vigore le vecchie regole, il Trentino sarebbe finito direttamente in zona rossa. Per fortuna, è stato deciso di mettere l'indice Rt in soffitta e di guardare al dato dei ricoveri.
Chi segue questo blog ricorderà che personalmente ho sempre espresso forti riserve sull'utilizzo dell'indice Rt per valutare l'attivazione di misure di "distanziamento sociale". Non ho mai capito come l'ISS abbia potuto dare tanta enfasi a questo parametro che può essere stimato solo con grande ritardo e che non ha alcun valore predittivo.
Vorrei ricordare che se si fossero usati da sempre i dati dei ricoveri, il Trentino, nel novembre scorso, non avrebbe potuto attuare la sua discutibile strategia basata sulla ritardata verifica con tampone molecolare dei positivi antigenici. In questo modo, la maggioranza dei positivi sono spariti dalle statistiche ufficiali, producendo anche una artificiale ribasso dell'indice Rt. Così il Trentino a novembre è rimasto in zona gialla, mentre i reparti Covid degli ospedali trentini si riempivano a dismisura.
Se le nuove regole fossero state applicate già nel novembre 2020, il Trentino sarebbe stato costretto ad attuare restrizioni simili a quelle introdotte nel vicino Alto Adige e - dati ISTAT alla mano - forse si sarebbero potute salvare molte vite umane.
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