Il vaccino Johnson & Johnson è l'unico, tra quelli autorizzati in Europa e negli Stati Uniti, ad essere somministrato sotto forma di dose unica. Anche se la sua efficacia contro le forme di contagio sintomatiche è inferiore rispetto a quella dei vaccini ad mRNA (Pfizer - BioNTech e Moderna), il fatto di non richiedere un richiamo ha fatto considerare Johnson & Johnson come una valida alternativa vaccinale, almeno per le persone di età superiore ai 60 anni che non sono esposte ai rischi di rare trombosi caratteristici dei vaccini a vettore virale.
Un recente lavoro (ancora sotto forma di pre-print e da sottoporre al giudizio di referee indipendenti) mette in discussione l'efficacia del vaccino Johnson & Johnson di fronte ad alcune varianti virali per le quali tutti i vaccini (inclusi quelli a vettore virale) mostrano comunque una minore efficacia. Parliamo, in particolare, delle varianti Beta, Delta, Delta plus e Lambda.
Il lavoro è basato su misure di laboratorio che hanno confrontato la capacità neutralizzante del siero di persone vaccinate con diversi tipi di vaccino (oppure semplicemente guarite dopo aver contratto la Covid-19 da una precedente variante virale). I dati sperimentali mostrano un calo contenuto della risposta neutralizzante sia per i vaccinati con prodotti ad mRNA che per i guariti. Per i vaccinati con Johnson & Johnson è stato osservato un vero e proprio crollo della capacità neutralizzante.
La conclusione degli Autori è che chi ha ricevuto il vaccino monodose dovrebbe comunque fare una seconda dose vaccinale (possibilmente del tipo ad mRNA) per ottenere un livello di copertura ottimale.
La critica che si può fare a questo lavoro (e a tutti i numerosi studi analoghi che sono apparsi in letteratura) è che le analisi di laboratorio non possono misurare direttamente l'efficacia dei vaccini. La capacità neutralizzante del siero delle persone vaccinate è in qualche modo legata all'efficacia del vaccino, ma la relazione è senz'altro non lineare e, in più, riguarda solo un aspetto della complessa risposta immunitaria innescata dalla vaccinazione.
I risultati di questo nuovo lavoro sono in palese contrasto con i risultati di alcuni studi di ridotte dimensioni pubblicizzati da Johnson & Johnson secondo i quali il vaccino monodose fornirebbe una risposta efficace e duratura nel tempo anche rispetto alle nuove varianti virali più aggressive.
Purtroppo, poiché il vaccino Johnson & Johnson è stato usato in misura decisamente minore rispetto agli altri, mancano dati accurati rispetto alla cosiddetta "efficacia nel mondo reale". Dati di questo tipo sono principalmente disponibili per il vaccino Pfizer - BioNTech e per AstraZeneca.
Possiamo concludere affermando che - almeno per il momento - la questione è argomento di dibattito e non c'è ancora un consenso sul fatto se serva o meno una seconda dose vaccinale. A mio avviso sarebbe comunque opportuno mettere sotto osservazione i possibili casi di contagio che si verificheranno tra chi ha ricevuto il vaccino Johnson & Johnson per cercare di capire al più presto se la seconda dose serva davvero ed, eventualmente, con quali tempi dopo la prima dose.
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