martedì 6 luglio 2021

La variante Delta può infettare in meno di 15 secondi?

La stampa internazionale ha dato recentemente grande risalto alla notizia di un contagio dovuto alla variante Delta che sarebbe avvenuto in un locale chiuso (supermercato australiano) nel corso di un contatto tra due persone durato meno di 15 secondi (ambedue non indossavano la mascherina). Questi tempi contrastano fortemente con i tempi tipici (10-15 minuti) che sono ritenuti necessari affinchè possa avvenire un contagio tra due persone che si trovano, una vicina all'altra, all'interno di uno locale chiuso.

Parliamo ovviamente di una normale interazione, in assenza di particolari manifestazioni come colpi di tosse o starnuti che possano facilitare il passaggio del virus. L'episodio accaduto in Australia è stato presentato come la "prova provata" della elevata contagiosità del ceppo virale Delta (o indiano). 

Le stime che conosciamo a proposito della contagiosità della variante Delta parlano di un 50% in più rispetto alla variante Alpha (o inglese) la quale, a sua volta, è circa il 50% più contagiosa rispetto al ceppo virale iniziale identificato a Wuhan. Diciamo che, molto grossolanamente, la variante Delta ha una contagiosità che potrebbe essere pari a 2 - 3 volte quella del ceppo virale di Wuhan.

Quindi, se per il ceppo virale originale identificato in Cina ci volevano 10-15 minuti di vicinanza all'interno di un locale chiuso per contrarre il contagio, possiamo stimare che nel caso del ceppo virale Delta, il tempo di vicinanza minimo potrebbe ridursi a 3-5 minuti. Parliamo ovviamente di valori medi perché la probabilità di contagio dipende da molti altri fattori a cominciare dalla conformazione del locale in cui si trovano le persone coinvolte nel contagio, dall'eventuale presenza di un sistema di ricambio e ricircolo dell'aria, fino alla carica virale del contagiante.

Sappiamo anche che esistono i cosiddetti "superspreader" (superdiffusori), persone non necessariamente sintomatiche che sono dotate di una carica virale straordinariamente alta e quindi sono potenzialmente molto contagiose. Se assumiamo che - in condizioni "medie" - il tempo minimo di vicinanza debba essere pari a 4 minuti (240 secondi), ipotizzando la presenza di un superspreader con una carica virale che sia superiore di un ordine di grandezza rispetto alla media, il tempo minimo di contatto si ridurrà a circa 24 secondi, non lontano dai 10-15 secondi relativi all'episodio che è stato segnalato. Si tratta comunque di un evento molto particolare perché associato alla possibile presenza di un superspreader che - fortunatamente - è un evento abbastanza raro. Rimane il fatto che se le due persone avessero indossato la mascherina molto probabilmente il contagio non sarebbe avvenuto (parliamo evidentemente di mascherine nuove, di buona qualità, indossate correttamente e non di certe mascherine iper-usate e messe di traverso, come capita spesso di vedere in giro).

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