venerdì 23 luglio 2021

Cosa possiamo imparare dai dati della pandemia in Israele e Gran Bretagna?

Poche settimane fa, Israele aveva abolito tutte le restrizioni legate al controllo della pandemia, ma la recente forte crescita dei contagi (ormai sopra gli 80 casi settimanali per ogni 100 mila abitanti, il doppio del livello attuale dell'Italia e circa 1/5 di quello della Gran Bretagna) ha convinto il Governo israeliano a reintrodurre l'uso del green pass per tutti gli eventi, sia all'aperto che al chiuso, che coinvolgano più di 100 persone.

Ma il dato forse più interessante proveniente da Israele è quello relativo alle persone che sono ricoverate nei reparti ospedalieri Covid e sono classificate come "gravi". Anche questo numero è cresciuto arrivando a quota 81. Un numero limitato a fronte dei circa 10 mila cittadini israeliani che attualmente sono "virologicamente positivi", ma che è tenuto sotto stretta osservazione perché rappresenta la vera misura dell'impatto della pandemia sul sistema sanitario del Paese.

Non è facile fare confronti quantitativi tra la situazione sanitaria di Paesi diversi. Ogni sistema sanitario usa criteri diversi per classificare i pazienti ospedalizzati in condizioni "gravi". Ad esempio, la Gran Bretagna (66 milioni di abitanti) ha attualmente circa 700 pazienti in terapia intensiva, ma considera come tali solo coloro che sono intubati. In Italia, sappiamo quanti sono i ricoverati nei reparti di terapia intensiva (circa 150), ma non tutti sono intubati. Israele usa criteri ancora diversi includendo anche alcuni dei casi che, in Italia, sono classificati come pre-intensivi. 

Assumendo che ciascun Paese abbia mantenuto sempre lo stesso criterio di classificazione dei casi "gravi", possiamo cercare di capire come stanno le cose confrontando i dati attuali rispetto a quelli che c'erano, nello stesso Paese, durante il precedente picco pandemico collegato con la diffusione della variante Alpha. 

Durante lo scorso mese di gennaio i casi gravi in Israele arrivarono a quota 1.200, con circa 750 nuovi contagi settimanali per ogni 100 mila abitanti. Oggi siamo a 1/10 dei contagi e poco meno del 7% di casi gravi rispetto al picco invernale. 

A gennaio la Gran Bretagna arrivò a circa 4.000 ricoveri in terapia intensiva con 600 contagi settimanali per ogni 100 mila abitanti. Oggi il livello dei contagi è pari a circa l'80% di gennaio, ma i ricoveri in terapia intensiva sono solo il 17% rispetto al picco invernale. 

In Italia il picco dei ricoveri in terapia intensiva dovuto all'arrivo della variante Alpha si verificò a fine marzo, toccando quota 3.700, mentre il livello dei contagi arrivò a circa 250 casi settimanali per ogni 100 mila abitanti. Al momento il dato italiano dei ricoveri in terapia intensiva è ancora fermo al 4% circa del picco associato all'arrivo della variante Alpha, mentre i contagi hanno già superato il 15% del precedente picco.

Confronto tra la situazione attuale dei contagi e dei ricoveri "gravi" rispetto a quella riscontrata durante il massimo del picco pandemico registrato ad inizio 2021, in occasione della diffusione della variante Alpha
 

I dati attuali di Israele, Italia e Gran Bretagna - pur molto diversi tra loro - confermano una sostanziale riduzione dei casi gravi, a parità di numero di contagi, rispetto a quanto accadde pochi mesi fa in occasione della diffusione della variante Alpha.

Ai fini previsionali, può essere utile ricordare che l'ondata associata all'arrivo della variante Delta sta interessando l'Italia con circa 6 settimane di ritardo rispetto alla Gran Bretagna. Non è detto che quello che succede oggi in Gran Bretagna si debba ripetere necessariamente anche in Italia, ma i dati britannici sono comunque utili per fare ragionevoli proiezioni sul futuro andamento della pandemia. Notiamo che il livello attuale di casi gravi in Gran Bretagna è circa 1/4 rispetto a quello osservato a gennaio, a parità di numero di contagi. Se questo rapporto fosse confermato anche in Italia, la possibilità di superare almeno la soglia di ricoveri in terapia intensiva che determina il passaggio a zona gialla sarebbe abbastanza elevata.



4 commenti:

  1. Madrid, contagi raddoppiati in una settimana:
    l'80% dei malati tra i non vaccinati

    Forte incremento dei contagi nella regione spagnola di Madrid: nell'ultima settimana sono saliti dell'82% e oltre il 90% dei nuovi casi — ha dichiarato l'assessore alla Sanità Enrique Ruiz Escudero – è stato provocato dalla variante Delta, molto più contagiosa rispetto al ceppo originale.

    Gran parte dei contagi si registra tra i giovani, con la media d'età dei nuovi positivi a 27 anni mentre l'80% dei nuovi malati è di non vaccinati. Tuttavia, ha aggiunto Escudero, per ora l'aumento dei casi "non è proporzionale" rispetto ai ricoveri.

    https://www.fanpage.it/live/coronavirus-ultime-notizie-23-luglio-2/

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  2. Se è vero che all'inizio di una nuova ondata si hanno mediamente positivi più giovani, sarebbe interessante sapere l'età media dei contagiati per capire quanto la riduzione di malati gravi sia dovuta all'età e quanto all'effetto dei vaccini.

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    1. I dati di efficacia dei vaccini che vengono resi noti dalle Autorità sanitarie tengono conto della distribuzione d'età dei contagiati proprio per evitare che uno spostamento dell'età media dei contagiati possa alterare i risultati.

      Se andiamo a vedere le pubblicazioni che riportano questi risultati, viene sempre presentata - magari nel materiale supplementare - un'analisi dettagliata dei dati ed il valore dell'efficacia vaccinale viene calcolato al netto della distribuzione di età dei contagiati.

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  3. Parla il Consulente del governo britannico:
    Boris Johnson vuole infettare il maggior numero di persone possibile
    Vittorio Sabbadin - 24 Luglio 2021

    LONDRA. Il premier britannico Boris Johnson vuole che il maggior numero possibile di persone si infetti con una forma lieve di Covid, in modo da arrivare al prossimo inverno con una totale immunità di gregge. Per questo ha riaperto completamente il paese, incurante degli appelli a una maggiore prudenza che arrivavano dai virologi. La grave accusa è mossa dal professor Robert West dell’University College, membro del SAGE, il gruppo governativo di consulenza scientifica per le emergenze.

    https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2021/07/24/news/consulente-del-governo-britannico-johnson-vuole-infettare-il-maggior-numero-di-persone-possibile-1.40531696?ref=LSHRA5-A-S1-T1

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