Nella settimana in cui l'Italia ha deciso di abbandonare il numero dei contagi per definire i livelli di rischio delle Regioni/PPAA, prosegue la rapida crescita dei contagi che, già nei prossimi giorni, sono destinati a superare - come media nazionale - il livello di 50 casi settimanali per 100 mila abitanti, vecchio limite per rimanere in zona "bianca".
I nostri tecnici e governanti sono di questo avviso: aver spostato il peso sui parametri legati ai ricoveri ci darà un po' di tregua, probabilmente fino a Ferragosto. Poi si vedrà!
Il dato dei contagi nazionali mostra un sostanziale raddoppio rispetto alla settimana precedente:
A livello provinciale, il dato dei contagi in Trentino si è riallineato alla media nazionale, recuperando l'effimero crollo che si era verificato da metà giugno a metà luglio:
La linea blu tratteggiata mostra il limite di 50 contagi settimanali per ogni 100 mila abitanti |
Come anticipato la scorsa settimana, c'è stata anche una netta inversione nei ricoveri che sono aumentati in modo significativo:
Variazione percentuale dei ricoveri nei reparti Covid degli ospedali italiani. Per la prima volta da inizio aprile, il dato dei ricoveri mostra un aumento |
Anche il dato dei nuovi ricoveri in terapia intensiva mostra una tendenza alla risalita:
Per quanto riguarda i decessi, il dato è ancora in leggero calo. Come ricordato in precedenti post questo dato viene talvolta "alterato" dalla comunicazione ritardata di decessi avvenuti nelle settimane o anche nei mesi precedenti. Poiché siamo su un livello comunque basso, piccoli "conguagli" possono provocare una modifica significativa della curva. Al momento non è ancora possibile dire se anche la curva sia già arrivata in prossimità del minimo anche se sono già passate tre settimane rispetto al punto di minimo dei contagi.
Andamento dei decessi Covid in Italia. La linea blu tratteggiata indica il livello medio dei decessi che avvengono a causa degli incidenti stradali |
Vaccini, a luglio solo un quinto sono prime dosi. Inversione negli ultimi giorni
RispondiEliminaRiccardo Ferrazza - www.ilsole24ore.com - 23 luglio 2021
È lunedì 21 giugno 2021: sono trascorsi 176 giorni dall'inizio della campagna vaccinale contro il Covid. La data va annotata perché introduce una nuova fase dell'immunizzazione: PER LA PRIMA VOLTA il numero di prime dosi viene superato dai richiami.
Una differenza minima (594) destinata ad allargarsi sempre più nei giorni successivi. Segno che, toccata quota 46,8 milioni di dosi, si è raggiunto quello che gli esperti chiamano il “plateau” di persone disposte a sottoporsi alla profilassi anti-coronavirus. Resta da raggiungere e convincere i riluttanti, gli indecisi e gli scettici che si sottraggono all'iniezione.
A luglio la quota delle prime dosi ferma al 21,9%
La tendenza è evidente se si guardano i dati cumulati del mese in corso: dal 1° al 21 luglio le prime (e uniche) dosi rappresentano poco più DI UN QUINTO delle somministrazioni totali (il 21,9%). Anche se negli ultimi giorni si assiste a un'inversione, forse effetto delle ipotesi sul green pass obbligatorio: nei primi tre giorni della settimana i nuovi vaccinati sono tornati sopra quota 100mila al giorno (non accadeva dal 9 luglio).
Il paragone con giugno: -47,5%
Come detto, il 21 giugno avviene il sorpasso dei richiami sulle prime dosi. Ma al risultato si arriva dopo un progressivo calo del numero di persone all'esordio vaccinale contro il Covid. In ogni caso nel periodo dal 1° al 21 giugno le prime dosi (sommate alle monodosi) rappresentano una quota preponderante delle somministrazioni: 8.056.660 su un totale di 11.612.303 dosi, pari al 69,4%. Una cifra destinata a crollare nel mese successivo: se si prende il periodo corrispondente di luglio (1-21 luglio) il peso delle prime dosi scende al 21,9% (2,492.718 su un complessivo somministrato di 11.388.276). La differenza è del 47,5%.
Germania, il documento del Koch Institut
RispondiEliminail Fatto Quotidiano | 28 Luglio 2021
“È iniziata LA QUARTA ONDATA, servono le restrizioni per tenerla sotto controllo” - Secondo l’istituto di salute pubblica tedesco "l'incidenza è ancora il fattore più indicativo sulla dinamica dei contagi". Una indicazione in netto contrasto con l'orientamento dei Länder e con quanto anticipato dal ministro della Salute: il prossimo 10 agosto il vertice decisivo con Merkel per decidere le prossime misure
In Germania “è iniziata la quarta ondata” della pandemia di coronavirus e al momento i vaccini da soli “non sono sufficienti per tenerla sotto controllo“, ma servono ancora le restrizioni come il distanziamento sociale e la riduzione della mobilità. Sono le parole contenute in un documento firmato dal Robert Koch Institut, l’istituto di salute pubblica tedesco, e presentato lunedì dal presidente Lothar Wieler in una video-conferenza con il capo dell’ufficio della cancelliera, Helge Braun, e i vertici dei 16 Länder. Il governo tedesco si interroga su come cambiare la sua strategia nella lotta al Covid: il prossimo 10 agosto si terrà la prossima conferenza tra la cancelliera Angela Merkel e i ministri-presidenti dei Länder per decidere le nuove misure.
In Germania l’incidenza del virus sta aumentando da tre settimane – ora è a 15 – e la quota di ospedalizzazioni sta salendo da 14 giorni. “L’incidenza E’ ANCORA IL FATTORE PIU’ INDICATIVO sulla dinamica dei contagi”, è scritto nel documento del Rki, anticipato dalla Bild. Una indicazione in netto contrasto con l’orientamento dei Länder e con quanto anticipato dal ministro della Salute, Jens Spahn, che l’11 luglio su Twitter aveva scritto: “L’incidenza sta diventando sempre meno significativa, ora abbiamo bisogno di informazioni ancora più dettagliate sulla situazione negli ospedali”. La politica è orientata verso una scelta simile a quella italiana: con l’ultimo decreto del governo Draghi, infatti, il tasso di ospedalizzazione è diventato il parametro fondamentale per determinare il passaggio di una Regione da un colore all’altro.
“Un alto numero di vaccinati non è sufficiente a tenere sotto controllo la quarta ondata”, ma serve distanziamento sociale e riduzione della mobilità, ha detto però Wieler nel corso della video-conferenza. In altre parole, sono necessarie ULTERIORI “misure di protezione di base” per ridurre la curva e far sì che il numero di pazienti negli ospedali non diventi troppo alto.