mercoledì 14 luglio 2021

Il delicato equilibrio tra contagi e ricoveri ospedalieri dovuti alla variante Delta

Benché la variante Delta sia ormai diventata dominante in gran parte del mondo, i dati relativi a questo ceppo virale sono ancora incompleti e talvolta vengono male interpretati. Il mantra che sentiamo ripetere è: “i contagi possono diventare molto alti, ma si tratta in larga parte di casi asintomatici, con un impatto pressoché nullo sui sistemi ospedalieri”. In realtà le cose sono un po’ più complicate di come potrebbero apparire a prima vista.

Per capire meglio cosa sta accadendo, procediamo con ordine, ricordando brevemente alcuni elementi su cui possiamo basare il nostro ragionamento:
  1. La variante Delta è senz’altro più contagiosa rispetto alla variante Alpha che, a sua volta, era più contagiosa rispetto alla variante nativa isolata originariamente a Wuhan. Si stima che la contagiosità della variante Delta sia almeno doppia rispetto a quella del ceppo iniziale.
  2. I dati provenienti dalla Scozia mostrano che – per le persone non vaccinate – il rischio di ospedalizzazione in caso di contagio con la variante Delta è quasi doppio rispetto a quello misurato con la variante Alpha.
  3. Per quanto riguarda la protezione offerta dai vaccini, tutti gli studi dimostrano che una sola dose vaccinale (per i vaccini che prevedono due dosi) offre una scarsa protezione. Servono entrambe le dosi e questo ha portato ad abbandonare l’idea di distanziare i tempi tra la prima e la seconda dose.
  4. Due settimane dopo la seconda dose, il livello di protezione contro i contagi sintomatici è buono, ma molto minore rispetto a quello che si ha nei confronti della variante Alpha. Su questo punto esistono dati non omogenei: le informazioni provenienti da Israele mostrano per il vaccino Pfizer-BioNTech un livello di protezione pari al 64%, contro una stima pari all’88% ottenuta in uno studio fatto in Scozia.
  5. Sia i dati scozzesi che quelli israeliani sono concordi nel sostenere che la protezione di due dosi del vaccino Pfizer-BioNtech rispetto ai contagi gravi (che comportano l’ospedalizzazione del paziente) è superiore al 90%.
Riassumendo, una persona non vaccinata corre, in caso di contagio con la variante Delta, un rischio circa doppio di finire in ospedale rispetto a quello che correva in presenza della precedente variante Alpha. Una persona completamente vaccinata può essere contagiata in caso di esposizione alla variante Delta, ma la probabilità di finire in ospedale è sensibilmente ridotta.

Per capire quello che succede nel mondo reale, bisogna tenere conto che una parte della popolazione è ormai completamente vaccinata. Tale percentuale oscilla tra un minimo del 5-10% nei Paesi più poveri, fino ad un massimo dell’ordine del 60-70% nei Paesi che hanno condotto le campagne vaccinali più efficaci. Per l’Italia e molti altri Paesi europei attualmente siamo di poco sopra al 40%. 
 
Fortunatamente, nella maggior parte dei Paesi i vaccini sono stati inoculati con priorità alle persone più anziane o comunque più fragili a causa della presenza di altre patologie. Questo ha coperto, sia pure non completamente, quella fascia della popolazione che – se non vaccinata - sarebbe stata più esposta al rischio di ospedalizzazione in caso di contagio.

In questa fase, anche a causa dell’abolizione di gran parte delle misure di limitazione sociale e agli assembramenti che si formano in occasione delle vacanze estive, si assiste ad una rapidissima propagazione dei contagi indotti dalla variante Delta, soprattutto tra le persone più giovani che sono quelle più socialmente attive e sono anche poco vaccinate. Per loro il rischio di ospedalizzazione raddoppia rispetto a prima, ma si tratta comunque di un rischio molto basso, a meno che non siano affette da particolari patologie.

Finché i contagi indotti dalla variante Delta colpiranno prevalentemente i giovani, non ci saranno problemi per il Sistema sanitario. Purtroppo, quando la circolazione del virus aumenta, anche le persone più anziane e fragili vengono esposte al virus. Poiché il vaccino offre una protezione meno efficace nei confronti della variante Delta è facile prevedere che, sia pure con un certo ritardo temporale, aumenteranno anche i contagi delle persone più anziane e fragili. Non ci sarà un effetto drammatico sui ricoveri come quello osservato in occasione delle precedenti ondate pandemiche (quando non erano disponibili i vaccini), ma parliamo comunque di numeri che possono diventare significativi. È esattamente quello che sta accadendo in Gran Bretagna: i ricoveri (anche in terapia intensiva) non aumentano in modo proporzionale rispetto ai contagi, ma il loro incremento è ormai evidente
 
Nel corso degli ultimissimi giorni in Gran Bretagna si sta osservando anche un significativo aumento dei decessi (+48% nel corso dell'ultima settimana) che riguardano principalmente persone avanti negli anni che hanno ricevuto almeno una dose vaccinale. Purtroppo si tratta di un fenomeno atteso perché, considerata l'elevata circolazione virale, numerose persone a rischio vengono esposte al virus e la protezione vaccinale non basta per salvare la vita a tutti. Ovviamente, senza vaccini, i decessi sarebbero stati molti di più.

Chi - in Italia - si illude di tenere tutto aperto semplicemente contando i ricoveri invece dei contagi potrebbe trovarsi di fronte a brutte sorprese, anche a causa della significativa presenza, in Italia, di persone anziane o fragili che non si sono ancora vaccinate.

 

1 commento:

  1. Independent SAGE:

    ‘Terrible mistake!’ 1,000 experts warn Boris 'herd immunity' strategy will kill thousands

    BORIS Johnson has been told any Government attempt to adopt a "herd immunity" strategy when it comes to managing COVID-19 would be "completely wrong" - and would cost thousands of lives.

    https://www.express.co.uk/news/politics/1461904/boris-johnson-freedom-day-herd-immunity-independent-sage-covid19-coronavirus

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