mercoledì 22 aprile 2020

Aggiornamento 22 aprile: da oggi andrà avanti con cadenza settimanale

Nota: considerato che l’epidemia è finalmente arrivata alla sua fase calante, d’ora in avanti gli aggiornamenti avranno cadenza settimanale, a meno che non si verifichino eventi che richiedano una particolare e immediata attenzione. Colgo l’occasione di questo aggiornamento per raccogliere in un unico documento diversi dati che consentono di capire meglio cosa sia successo in Trentino, anche in confronto rispetto ad altre realtà.

Partiamo dal dato sui tamponi fatti e sulla frazione di tamponi positivi. Il dato è aggregato su base settimanale per ridurre le fluttuazioni presenti nei dati giornalieri. La fonte dati è unica e fa riferimento all’archivio fornito dalla Protezione Civile Nazionale (PSN), su dati del Ministero della Salute. Considerate le incertezze associate ai dati forniti localmente ho preferito ricorrere ad una fonte unica, anche per garantire omogeneità nel confronto con altre realtà territoriali.

Per quanto riguarda il numeri di tamponi fatti, ho stimato il numero di tamponi effettivamente dedicati alla ricerca di nuovi positivi sottraendo al numero di tamponi che risulta dall’archivio PCN un numero pari a due volte il numero di persone che sono state classificate come dimesse/guarite. Fortunatamente questo numero sta crescendo rapidamente e se non si correggono i dati adeguatamente si rischia di introdurre errori sistematici significativi.

Qui sotto viene mostrato l’andamento del numero di tamponi fatti (sempre al netto di quelli fatti per il controllo dei guariti) per ogni 10.000 abitanti e la frazione di tamponi che sono risultati positivi. Il dato viene mostrato per Trentino, Alto Adige, Veneto e, in forma aggregata, per tutto il resto d’Italia. Va detto che il dato aggregato comprende al suo interno realtà molto diverse che vanno dalla Lombardia martoriata dall’epidemia fino alle regioni del Sud Italia che hanno registrato danni molto inferiori. Si tratta quindi di un valore che non è particolarmente significativo.



Dall’analisi delle figure risulta che, durante il mese di marzo (il periodo cruciale per l’espansione dell’epidemia, prima che il lockdown avesse effetto) il Trentino ha fatto più tamponi per abitante che nel resto d’Italia, ma molto meno rispetto a Veneto e Alto Adige. Sono le settimane durante le quali in Trentino si definiva “illogica” la richiesta dell’Ordine dei Medici di sottoporre a tampone tutto il personale sanitario. A partire dall’inizio di Aprile, il gap con Veneto e Alto Adige è stato colmato in termini di densità di tamponi somministrati, ma è significativo che la percentuale di tamponi positivi in Trentino sia ancora quasi doppia rispetto a Veneto e Alto Adige. Difficile dire se questo andamento sia dovuto a “serbatoi” dove l’epidemia era già dilagata (come circa la metà delle RSA trentine) o ad una maggiore diffusione dell’epidemia tra il resto della popolazione trentina. Quando finalmente sapremo cosa sia effettivamente successo nelle RSA potremo fare qualche valutazione di merito.

Completiamo l'analisi dell'andamento settimanale con il dato relativo ai decessi. Notiamo che durante le ultime due settimane prese in considerazione il numero dei decessi si è stabilizzato interrompendo la tendenza a scendere che aveva manifestato all'inizio Aprile. Qualche idea sulle possibili motivazioni la ho, ma aspetto di avere dati più completi prima di esprimermi.


Vediamo adesso il dato complessivo su contagi e decessi trentini disaggregato sulla base delle comunità di Valle. Qui la sorgente dati è APSS Trento, perché a livello nazionali non ci sono dati disaggregati a questo livello. I dati PCN sono usati per il riferimento ai valori medi di Veneto e Alto Adige. Con il passare del tempo si consolida ad una vera è propria divisione in due del territorio provinciale. Da una parte, le Comunità di Valle che hanno valori abbastanza vicini a quelli del Veneto (indicati dall’ellisse tratteggiata verde. Dall’altra, ben separate le sei comunità di Valle che hanno una densità di decessi confrontabile o superiore al valore medio della Lombardia (raggruppati dall’ellisse tratteggiata rossa. In mezzo, il valore medio del Trentino con Paganella, Rotaliana e Alta Valsugana. E qui torniamo al vecchio discorso di disaggregare i dati delle RSA per capire meglio cosa sia successo. Ma, come ben sapete, non ho ancora ricevuto le informazioni necessarie per fare questo lavoro.
Il grafico è stato corretto per tener conto dei decessi avvenuti negli ospedali veneti di pazienti provenienti dal Primiero


Torniamo un passo indietro per capire meglio come si collochi il Trentino rispetto alle altre regioni del Nord-Italia. I due grafici seguenti ce lo mostrano in modo abbastanza chiaro



Purtroppo siamo nelle prime posizioni di questa triste classifica, nettamente distanziati dal resto del Nord-Est. Poi c’è chi si accontenta di questi risultati e dichiara che sarebbe stato fatto tutto il possibile per proteggere la popolazione trentina dall’impatto dell’epidemia. Personalmente, credo proprio di no!


Concludiamo l’aggiornamento con il grafico dei nuovi contagi e dei decessi complessivi. Ho dovuto rivedere il semplice modello che utilizzavo per descrivere i dati perché la discesa dei nuovi contagi è molto più lenta di quanto potevamo ipotizzare due settimane fa. Ho provato a descrivere questi dati con un brutale modello a decadimento esponenziale (linea blu tratteggiata) che, al momento, fornisce un tempo di dimezzamento dei casi dell’ordine di due settimane. Forse, come dicevo prima, stiamo “svuotando” serbatoi di contagi che erano stati trascurati fino alla fine di marzo. Un’altra causa potrebbe essere legata alla consuetudine, ora rivista dopo la specifica richiesta dell’Ordine dei Medici, di lasciare i positivi non gravi in isolamento familiare, con elevata probabilità di contagiare i congiunti. Sono tutte questioni che andranno risolte prima di ripartire con le attività ancora sospese perché se si mescolano questi effetti con la comparsa di nuovi eventuali focolai legati alla fine del lockdown si rischia veramente grosso. Quello che sta succedendo attualmente lo vediamo anche (purtroppo) nella curva dei decessi. È partire dall’inizio di aprile, il dato dei decessi complessivi (punti rossi) mostra una chiara impennata e si stacca dalla linea rossa del modello. Impossibile al momento fornire una cifra attendibile per il numero totale di decessi che potremmo contare entro l’inizio dell’estate. Qualsiasi numero che vedo in giro per i decessi totali, così come per l’ipotetica data di “contagio zero” mi sembra più adatto per essere giocato al Lotto piuttosto che per essere preso in seria considerazione.


1 commento:

  1. molto interessante, come sempre. se il presidente dedicasse mezz'ora in più a riflettere su questi dati e mezz'ora in meno a sciorinare numeri assoluti, assolutamente inutili, su facebook...

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