martedì 28 aprile 2020

Avanti con la Fase 2, anzi 1 e ½!

Il povero Premier Conte è stato subissato di critiche a causa dell’approccio da molti ritenuto troppo timido nella pianificazione della cosiddetta Fase 2, ovvero del progressivo allentamento delle regole di lockdown. Certo è stata una brutta giornata, tra Vescovi in rivolta e Governatori sempre pronti a scaricare sul Governo Nazionale anche la colpa dei disastri di loro stretta competenza. Chissà cosa sarebbe successo se Conte, invece di rifilarci un lungo discorso un po’ paternalistico, si fosse limitato a porre agli Italiani l’unica domanda che avrebbe senso porre, anche se nessun Politico osa farlo: “Cari Italiani, quante morti precoci causate da Covid-19 siete disposti ad accettare pur di tornare alla vostra vita normale?”. Domanda a cui andrebbe aggiunta una doverosa postilla “Prima di rispondere pensate che tra quei morti potreste esserci voi o uno dei vostri cari”.

Oh direte voi, ma che domanda è mai questa? La Salute prima di tutto, non c’è alcun dubbio. Se avrete la pazienza di seguirmi cercherò di convincervi che la domanda è molto sensata e che potremmo anche cercare di fornire una risposta. Se non chiariamo questo punto, tutti i discorsi sulla Fase 2 e, più in generale, sulle scelte che dovranno essere assunte nei prossimi mesi rischiano di rimanere avvolte in un velo di ambiguità che potrà provocare solo danni ulteriori.

Una prima osservazione che dovremmo fare riguarda il tema generale del cosiddetto rapporto costo/benefici che noi affrontiamo, più o meno inconsapevolmente, tutti i giorni in una miriade di attività umane. Facciamo un esempio in modo da capirci meglio. (Quasi) tutti noi usiamo l’automobile. Lo facciamo con naturalezza senza porci alcun problema. Eppure sappiamo che in Trentino ogni anno ci sono incidenti stradali in cui mediamente perdono la vita circa 6 persone ogni 100.000 abitanti. Senza contare la scia di feriti, più o meno gravi e le gravi menomazioni subite da alcuni sopravvissuti. Un carico di dolori e lutti importante, che viene quasi inconsapevolmente considerato come un tributo da pagare alla “civiltà dell’automobile”. Magari illudendoci che il problema degli incidenti stradali riguardi solo gli altri, mentre noi ne saremmo miracolosamente immuni. Ovviamente molto (ma non tutto) dipende dal nostro comportamento. Chi non rispetta i limiti di velocità oppure si mette alla guida ubriaco o sotto effetto di droghe ha certamente una maggiore probabilità di essere coinvolto in un incidente, ma purtroppo nessuno può ritenersi del tutto al sicuro. Da un altro punto di vista, l’auto ci rende la vita più comoda, nel lavoro così come nel tempo libero, ed è un formidabile strumento di crescita economica. Solo pochi sarebbero disposti a tornare indietro ad un mondo senza auto, scegliendo di spostarsi rigorosamente a piedi (si a piedi, perché anche le carrozze a cavalli causavano un sacco di incidenti).

Sul fatto che allentare le regole del lockdown potrebbe portare ad una nuova crescita dei contagi ci sono pochi dubbi. Il quotidiano “Il Messaggero” riporta un documento “riservato” prodotto dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS) che consiglia il Governo sulla gestione dell’epidemia di Covid 19 e che sarebbe alla base delle scelte molto prudenti assunte dal premier Conte. Il documento lo potete trovare qui. Il testo è incompleto (mancano i nomi degli Autori e l’elenco delle referenze) ma è basato su un approccio modellistico solido. Non mi aspetto che questo tipo di approccio possa prevedere il futuro in modo strettamente quantitativo perché il modello contiene molti parametri la cui stima è soggettiva, ma almeno da un punto di vista qualitativo le conclusioni del documento mi sembrano condivisibili. In estrema sintesi, se ipoteticamente il 4 maggio tutto tornasse come prima rischieremmo di innescare una nuova epidemia più disastrosa di quella che abbiamo vissuto fino ad oggi. Scuole aperte, trasporti pubblici e locali pubblici (ovvero la permanenza di persone a contatto stretto per tempi lunghi) giocano un ruolo fondamentale per la diffusione del virus, anche se i giovani sono la categoria di persone meno colpite dalle complicanze associate al contagio. Sintomatici e asintomatici sono ugualmente contagiosi come evidenziato nello studio di Vo’ Euganeo e confermato da una analisi epidemiologia fatta in Lombardia (che il documento cita, ma mancando l’elenco della bibliografia non sono riuscito a risalire all’origine).

Quindi, al di là dei proclami di taluni personaggi pubblici, bisognerà procedere per gradi, monitorando strettamente lo sviluppo dei nuovi contagi anche su una scala territoriale molto ridotta. Da qui l’esigenza di evitare passi affrettati specialmente in realtà come quella trentina, dove, almeno in alcune Comunità di Valle, il serbatoio di vecchi contagi nelle RSA e in ambiente familiare sembra essere ancora piuttosto consistente.

Ammesso e non concesso di non fare passi falsi che ci riportino all’indietro, qual è il livello di nuovi contagi che possiamo considerare come accettabile? Ovviamente, quando si parla di nuovi contagi c’è una ambiguità di fondo che andrebbe risolta. Il documento CTS stima che in Trentino i contagi rilevati (secondo il dato nazionale che sappiamo essere sistematicamente minore rispetto a quello diffuso a Trento) corrispondano a circa il 7% dei contagi effettivi. Parliamo per intenderci di circa 4000 contagi ufficiali rispetto ad un bacino potenziale di quasi 60.000 persone che in Trentino sarebbe già venute in contatto col virus e avrebbe acquisito un certo livello di immunità. Questi numeri saranno più chiari a breve quando si faranno indagini immunologiche su un campione rappresentativo della popolazione trentina. 60.000 persone sono tante in assoluto, ma poche per assicurare una qualche forma di immunità di gregge. Il grosso della popolazione trentina dovrebbe essere ancora suscettibile e potenzialmente potrebbe contagiarsi nei prossimi mesi.

Secondo i dati ufficiali (faccio sempre riferimento ai dati trentini comunicati a livello nazionale) la letalità del virus sarebbe dell’ordine del 10%, valore che scenderebbe a circa lo 0,7% se fossimo in grado di contare tutti i contagiati e non solo quelli sottoposti a tampone. Supponiamo che il metodo di misura dei contagiati non migliori rispetto ad oggi e quindi manteniamo come valore di letalità il 10%. Quale sarebbe il livello di nuovi contagi giornalieri tale da produrre annualmente un numero di morti premature da Covid 19 pari a quello provocato dagli incidenti stradali?

Il conto è presto fatto:

Mortalità annuale x incidenti stradali
0,6   x 10.000 abitanti
Mortalità giornaliera x incidenti stradali
0,0016   x 10.000 abitanti








Letalità Covid-19


10%

Nuovi casi giornalieri Covid 19 "accettabili" * 0,02   x 10.000 abitanti
Valore attuale in Trentino (mediato su 7 giorni) 1,07   x 10.000 abitanti

* valore arrotondato per eccesso
Per confronto, il valore dei nuovi casi per ogni 10.000 abitanti nella provincia di Bolzano è stato pari a 0,27 (media degli ultimi 7 giorni).
 
Se volessimo essere un po' meno grossolani, oltre al livello massimo di contagi "accettabile" dovremmo specificare qualcosa di più anche sul tipo di contagi perché sappiamo che in certe realtà come le RSA o gli ospedali, le conseguenze dei contagi sono molto più severe. Anche senza fare una analisi più puntale vediamo comunque che oggi, in Trentino, siamo ancora ben lontani dall’aver raggiunto un livello di nuovi contagi “accettabile” (supponendo ovviamente di utilizzare il discutibile criterio che vi ho proposto). C’è ancora molta strada da fare e piuttosto di vuoti proclami, avremmo bisogno di persone che capiscano fino in fondo la complessità della situazione che stiamo attraversando. Altrimenti come dice il prof. Andrea Crisanti con molta amarezza "Non ci resta che sperare che il caldo uccida il virus".

1 commento:

  1. La Cina è andata in curva piatta nel periodo 19-24 Febbraio con un numero di infettati giornalieri attorno a 250. Risultato ottenuto perché fino al 17 Febbraio le attività manifatturiere erano in pratica chiuse (lockdown quasi totale, molto più rigido di quello italiano). Solo DOPO avere raggiunto questi numeri, dal 24 Febbraio c’è stato il primo grado di apertura (possibilità di fare casa/lavoro e acquisti in negozio). Riaprire in Italia con numero di nuovi contagi giornalieri ancora decisamente elevati appare un grossissimo azzardo. Casomai si dovrebbe partire dalle regioni con numeri rassicuranti (vedi Sardegna, ieri zero morti e tre nuovi contagi)

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