venerdì 17 aprile 2020

Idee per il riavvio. Cosa ci serve per ripartire?


Siamo tutti un po’ spaesati. In pochi giorni abbiamo visto illustri Governatori passare dalla posizione “State tutti a casa perché se non lo fate l’epidemia dilagherà per causa vostra!” al “Bisogna ripartire senza indugio. Siamo pronti a farlo!”. Temo che talune Regioni siano pronte a ripartire così come, all’inizio, erano pronte a controllare la diffusione dell’epidemia. Comunque, considerato che prima o poi dovremo ripartire e in attesa che la Commissione Colao ci illumini, ho provato a preparare una modesta (e incompleta) lista della spesa delle cose da fare per poter parlare seriamente di ripartenza.

  1. La prima condizione è quella di avere strutture sanitarie che possano lavorare senza affanno. I dati di tutto il Nord Italia confermano che questa è la tendenza, anche se oggi siamo ancora molto al di sopra del livello di occupazione delle strutture Covid-19 che potremmo definire di sicurezza (tentativamente circa 1/3 dell’occupazione registrata nella fase di massima criticità dell’epidemia). Considerata l’attuale tendenza dei dati sui ricoveri e la migliorata capacità di trattare i malati di Covid-19 non gravi in strutture non ospedaliere (abitazioni, hotel dedicati, ecc.) questa condizione dovrebbe essere presto soddisfatta. Si tratta comunque di un parametro da tenere sotto stretto controllo ancora per lungo tempo, soprattutto alla luce di una possibile recrudescenza dell'epidemia nel prossimo autunno.
  2. Effettuare i test sierologici sui lavoratori, abbinandoli con l’uso dei tamponi per individuare gli asintomatici. Sui test sierologici c’è stata una lunga e necessaria discussione per validarne la funzionalità. Da un punto di vista strategico, credo che a parità di prestazioni, dovremmo preferire tecnologie italiane (che ci sono) od europee, limitando allo stretto necessario l’importazione di prodotti dalla Cina perché, almeno nel recente passato, la qualità di taluni prodotti d’importazione è stata molto discutibile. 
  3. Il gruppo FCA ha sviluppato un modello di controllo dello stato di salute dei lavoratori, attualmente in sperimentazione preso gli stabilimenti Ferrari di Maranello, che sembra avere le giuste caratteristiche. Ovviamente la capacità organizzativa e la disponibilità di mezzi finanziari di una società come Ferrari non può essere confrontata con quella di un piccolo imprenditore. Da questo punto di vista le Organizzazioni datoriali ed i Sindacati dei lavoratori potrebbero trovare forme di integrazione che, anche grazie al finanziamento pubblico, potrebbero assicurare questo tipo di servizio a cluster di piccole e medie aziende. Sarebbe, tra l'altro, un tipo di spesa che rientrerebbe a pieno titolo tra quelle finanziabili su fondi MES senza condizioni perché legato strettamente alle azioni di contenimento dell’epidemia. Insomma i soldi per farlo ci sarebbero. Se poi non li vogliamo prendere è un altro discorso.
  4. Sembra che finalmente, dopo lunghe e tribolate discussioni, la commissione a ciò preposta abbia finalmente scelto l’app per il tracciamento delle persone che è uno degli strumenti essenziali per gestire la fase di graduale sblocco del cosiddetto lockdown. Sempre che i cittadini decidano di aderire all’iniziativa ed attivino l’app sul loro smartphone. L’esperienza di diversi Paesi asiatici dimostra che questo tipo di tecnologia è di fondamentale importanza per prevenire l’insorgenza di nuovi focolai dell’epidemia purché l'app sia installata dalla grande maggioranza delle persone. Temo che in Italia ci potranno essere problemi di funzionalità non banali.
  5. E dei bambini cosa ne facciamo? Quando i genitori torneranno a lavorare, dove andranno i loro figli più piccoli visto che asili e scuole riapriranno per ultimi? I fortunati che li hanno ancora, non potranno mandare i figli dai nonni (gli anziani rimarranno persone ad alto rischio) e pensare di risolvere il tutto con "buoni baby-sitter" non mi pare una soluzione adeguata. Taluni sostengono che non sia un problema. Io invece credo che sia un problema enorme e forse i decisori politici dovrebbero dedicarci più attenzione. 
Approfondimenti:
European Centre for Disease Prevention and Control. Contact tracing: public health management of persons, including healthcare workers, having had contact with COVID-19 cases in the European Union –second update, 8 April 2020.

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