L’APSS di Trento ha corretto un grossolano errore che era contenuto nel suo comunicato stampa relativo a contagi e decessi nelle RSA trentine aggiornati al 2 aprile. Per trasparenza, mostro qui di sotto la tabella pubblicata con i dati del 2 aprile e quella del giorno successivo:
Come vedete il 2 aprile erano stati segnalati 10 decessi nella RSA di Mezzolombardo, mentre il dato corretto era 1. Questo spiega il grosso delle incongruenze che avevo fatto notare in un mio post di ieri.
In questi tempi difficili, precisione e trasparenza nella diffusione dei dati sono essenziali se vogliamo che non si generino voci infondate. Ho aggiornato la tabella che avevo pubblicato nel mio post di ieri. Ci sono ancora delle incongruenze minori relative al numero dei contagi che risultano all’interno delle RSA ed il numero totale comunicato, sempre dalla APSS, relativo a due Comuni. Le ho evidenziate in giallo.
Le RSA sono certamente uno dei fronti più difficili nella battaglia contro il Covid-19. I danni che misuriamo oggi sono purtroppo il frutto di eventi accaduti almeno due o tre settimane fa. Bisogna comunque mantenere alta la guardia, con grande attenzione per la salute degli ospiti e del personale. La situazione delle RSA rimarrà di allerta massima anche quando inizieremo ad allentare le limitazioni alla mobilità delle persone.
Ho cercato di fare un conto molto grossolano per cercare di fornirvi un’idea un po’ più quantitativa. ATTENZIONE: i numeri che vi presenterò vanno considerati come pure ipotesi, tutte da verificare. Servono solo a capire le dimensioni del problema. Mi scuso con gli ospiti delle RSA e le loro famiglie che non devono sentirsi offesi per essere ridotti a freddi numeri. La statistica è una scienza arida, ma serve a capire cosa sia effettivamente successo.
Secondo i dati contenuti nel Rapporto sanità Provincia autonoma di Trento 2018 gli ospiti delle RSA trentine sarebbero circa 4700 (tabella 6.15). I dato non è recentissimo, ma per le nostre stime è comunque utile. Possiamo dedurne che il numero di contagiati riconosciuti al tampone corrisponde a circa il 15% del totale dei residenti, anche se sappiamo che i numeri sui contagi possono essere largamente inferiori rispetto ai dati reali. Solo quando saranno eseguiti i test sierologici potremo finalmente conoscere la reale estensione del contagio, sia tra gli ospiti che tra gli operatori delle RSA. Questo sarà importante per sapere se, almeno per gli ospiti attualmente presenti nelle RSA si può parlare di "immunità di gregge" oppure no. La cosa è molto rilevante, almeno per le strategie di breve-medio periodo.I test inizieranno a breve: i risultati non tarderanno ad arrivare.
C’è poi l’altra annosa questione di sapere quanto il virus sia stato determinante nella causa dei decessi. I numeri forniti dai tamponi ci forniscono un’utile informazione, ma quando parliamo di persone già affette da gravi patologie è oggettivamente difficile valutare cosa sia successo per ogni singolo caso. Tuttavia, analizzando i numeri nel loro complesso è possibile ottenere un quadro abbastanza chiaro. Purtroppo la morte non è un evento raro all’interno delle RSA. Conosciamo i dati relativi ai decessi registrati negli anni precedenti. Confrontandoli con quelli, mese per mese, del 2020 potremo avere una stima certamente più affidabile dei danni provocati dall’epidemia. Molto grossolanamente, ipotizziamo che mediamente prima dell’epidemia, nel mese di marzo avvenisse il decesso del 4% degli ospiti delle RSA (questo dato lo ricordo a memoria, ma non l’ho verificato e potrebbe essere grossolanamente sbagliato!), avremmo per tutte le RSA del Trentino una media di circa 200 decessi al mese. I 50 decessi circa che sono stati registrati nel mese di marzo 2020 come dovuti a Covid-19 si sommano ai 200 comunque attesi? Quanto è diverso il numero di decessi effettivi (indipendentemente dalla causa che è stata loro attribuita) rispetto a 200? Una analisi più dettagliata potrebbe anche farci capire quale sia stata la perdita causata dall'epidemia non solo in termini di vite umane, ma soprattutto di mesi/anni di vita non vissuti. In altre parole, un conto è il caso in cui l'epidemia abbia portato al decesso poche settimane prima di quando sarebbe comunque avvenuto, altra cosa se l'epidemia ha portato via persone che avevano la possibilità (statisticamente parlando) di vivere ancora un anno o più. Solo dal confronto basato su questi dati potremo incominciare a capire cosa sia effettivamente successo. Se vogliamo tagliare le gambe alle bufale (qualcuno preferisce chiamarle fake news) abbiamo a disposizione un solo strumento: precisione nella raccolta e nella diffusione dei dati e massima trasparenza.
Nota: nella prima versione di questo post, nel paragrafo finale avevo inserito dei numeri leggermente diversi. Si tratta comunque - come chiaramente indicato - solo di numeri grossolani utili solo per dare un'idea dell'ordine di grandezza del problema.
In questi tempi difficili, precisione e trasparenza nella diffusione dei dati sono essenziali se vogliamo che non si generino voci infondate. Ho aggiornato la tabella che avevo pubblicato nel mio post di ieri. Ci sono ancora delle incongruenze minori relative al numero dei contagi che risultano all’interno delle RSA ed il numero totale comunicato, sempre dalla APSS, relativo a due Comuni. Le ho evidenziate in giallo.
Aggiornato al 3 aprile su dati APSS Trento | ||||
RSA | Totale Comune | |||
Comune | Contagi | Decessi | Contagi | Decessi |
Pergine | 76 | 16 | 150 | 19 |
Ledro | 52 | 16 | 130 | 23 |
Dro | 53 | 8 | 62 | 13 |
Nomi | 20 | 5 | 16 | 5 |
Bleggio Superiore | 38 | 4 | 29 | 4 |
Arco | 86 | 4 | 272 | 21 |
Pinzolo | 15 | 2 | 51 | 5 |
Riva del Garda | 46 | 2 | 85 | 4 |
Mezzolombardo | 28 | 1 | 44 | 5 |
Totale parziale | 414 | 58 | 839 | 99 |
Trentino Totale | 718 | 67 | 2.785 | 187 |
Le RSA sono certamente uno dei fronti più difficili nella battaglia contro il Covid-19. I danni che misuriamo oggi sono purtroppo il frutto di eventi accaduti almeno due o tre settimane fa. Bisogna comunque mantenere alta la guardia, con grande attenzione per la salute degli ospiti e del personale. La situazione delle RSA rimarrà di allerta massima anche quando inizieremo ad allentare le limitazioni alla mobilità delle persone.
Ho cercato di fare un conto molto grossolano per cercare di fornirvi un’idea un po’ più quantitativa. ATTENZIONE: i numeri che vi presenterò vanno considerati come pure ipotesi, tutte da verificare. Servono solo a capire le dimensioni del problema. Mi scuso con gli ospiti delle RSA e le loro famiglie che non devono sentirsi offesi per essere ridotti a freddi numeri. La statistica è una scienza arida, ma serve a capire cosa sia effettivamente successo.
Secondo i dati contenuti nel Rapporto sanità Provincia autonoma di Trento 2018 gli ospiti delle RSA trentine sarebbero circa 4700 (tabella 6.15). I dato non è recentissimo, ma per le nostre stime è comunque utile. Possiamo dedurne che il numero di contagiati riconosciuti al tampone corrisponde a circa il 15% del totale dei residenti, anche se sappiamo che i numeri sui contagi possono essere largamente inferiori rispetto ai dati reali. Solo quando saranno eseguiti i test sierologici potremo finalmente conoscere la reale estensione del contagio, sia tra gli ospiti che tra gli operatori delle RSA. Questo sarà importante per sapere se, almeno per gli ospiti attualmente presenti nelle RSA si può parlare di "immunità di gregge" oppure no. La cosa è molto rilevante, almeno per le strategie di breve-medio periodo.I test inizieranno a breve: i risultati non tarderanno ad arrivare.
C’è poi l’altra annosa questione di sapere quanto il virus sia stato determinante nella causa dei decessi. I numeri forniti dai tamponi ci forniscono un’utile informazione, ma quando parliamo di persone già affette da gravi patologie è oggettivamente difficile valutare cosa sia successo per ogni singolo caso. Tuttavia, analizzando i numeri nel loro complesso è possibile ottenere un quadro abbastanza chiaro. Purtroppo la morte non è un evento raro all’interno delle RSA. Conosciamo i dati relativi ai decessi registrati negli anni precedenti. Confrontandoli con quelli, mese per mese, del 2020 potremo avere una stima certamente più affidabile dei danni provocati dall’epidemia. Molto grossolanamente, ipotizziamo che mediamente prima dell’epidemia, nel mese di marzo avvenisse il decesso del 4% degli ospiti delle RSA (questo dato lo ricordo a memoria, ma non l’ho verificato e potrebbe essere grossolanamente sbagliato!), avremmo per tutte le RSA del Trentino una media di circa 200 decessi al mese. I 50 decessi circa che sono stati registrati nel mese di marzo 2020 come dovuti a Covid-19 si sommano ai 200 comunque attesi? Quanto è diverso il numero di decessi effettivi (indipendentemente dalla causa che è stata loro attribuita) rispetto a 200? Una analisi più dettagliata potrebbe anche farci capire quale sia stata la perdita causata dall'epidemia non solo in termini di vite umane, ma soprattutto di mesi/anni di vita non vissuti. In altre parole, un conto è il caso in cui l'epidemia abbia portato al decesso poche settimane prima di quando sarebbe comunque avvenuto, altra cosa se l'epidemia ha portato via persone che avevano la possibilità (statisticamente parlando) di vivere ancora un anno o più. Solo dal confronto basato su questi dati potremo incominciare a capire cosa sia effettivamente successo. Se vogliamo tagliare le gambe alle bufale (qualcuno preferisce chiamarle fake news) abbiamo a disposizione un solo strumento: precisione nella raccolta e nella diffusione dei dati e massima trasparenza.
Nota: nella prima versione di questo post, nel paragrafo finale avevo inserito dei numeri leggermente diversi. Si tratta comunque - come chiaramente indicato - solo di numeri grossolani utili solo per dare un'idea dell'ordine di grandezza del problema.
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