giovedì 2 aprile 2020

Nuove informazioni sul Trentino

Questa sera vi presento una prima analisi dei dati relativi ai nuovi contagi ed ai decessi del Trentino, aggiornata ad oggi, 2 aprile. La sorgente dati è, come al solito, la APSS di Trento.

Partiamo da un aggiornamento dei dati riferiti alla diffusione dei contagi e dei decessi in alcuni comuni del Trentino. Nella mia analisi ho scelto i comuni con più abitanti e quelli dove si è registrata la più alta densità di contagi e decessi. I numeri non mostrano novità particolarmente rilevanti rispetto alle rilevazioni precedenti. Per avere un termine di paragone ricordo che la densità di contagi del focolaio di Vò Euganeo è pari a circa 300 contagi x 10.000 abitanti (a Vò tutti i cittadini sono stati sottoposti a tampone e quindi il numero di contagi è un valore certo e non una stima per difetto legata a quanti tamponi sono stati fatti). Per la densità di decessi usiamo come riferimento la Provincia di Bergamo: il valore bergamasco varia da circa 20 a 50 casi x 10.000 abitanti a seconda che si usino i dati ufficiali o le stime basate sull’esame dei decessi registrati all’anagrafe dei comuni. Sempre come riferimento ricordiamo che la densità di decessi del Trentino è il 45% in più rispetto alla Provincia di Bolzano (dato completo con valori case di riposo) ed oltre il 300% del valore registrato nella Regione Veneto. Tra le città di maggiori dimensioni del Trentino solo Rovereto ha una densità di decessi simile a quella del Veneto.


Le barre d'errore indicano le incertezze statistiche legate alla limitata dimensione del campione che si ha nei Comuni più piccoli. Il punto rosso rappresenta la media calcolata su tutto il Trentino, mentre i due punti verdi corrispondo ai Comuni di Trento e Rovereto. (Rovereto è il punto più vicino all'origine).

Purtroppo questi numeri sono ormai acquisiti e se non si faranno ulteriori grossolani errori possiamo solo sperare che i numeri finali siano di poco superiori a questi.

Nell’aggiornamento di ieri avevo mostrato la curva dei nuovi contagi (misurati) e dei decessi relativi al Trentino. Un semplice modello (linee continue) può essere utile per capire cosa ci possiamo aspettare per i prossimi giorni. Il modello che ho utilizzato è un po’ meno ingenuo di una semplice funzione logistica, ma non assicura una reale capacità predittiva per il futuro. Come già detto in un precedente post, quello che accadrà nelle prossime settimane dipenderà dai nostri comportamenti e dalle azioni intraprese dai decisori politici. Prendete quindi il modello per quello che è: ci fornisce un’idea di come potrebbero andare avanti le cose a “scenari attuali”, ma la situazione potrebbe evolvere anche molto diversamente da come è previsto oggi. Inoltre, almeno per i nuovi contagi ci sarà senz’altro un aumento apparente legato al fatto che (finalmente) si fanno più test. Siccome i dati ufficiali sui contagi rappresentano solo una frazione dei contagi effettivi, facendo più test la frazione aumenta. Se fosse vera questa ipotesi ci aspettiamo di vedere nei dati di questi giorni una sorta di “gradino” e, ipotizzando che la struttura messa a punto per fare i nuovi test vada rapidamente a regime, tra qualche giorno vedremo i valori dei nuovi contagi riprendere la discesa seguendo una linea grosso modo parallela a quella del modello, ma spostata verso l’alto. La curva tratteggiata blu ci fornisce l’andamento previsto dal modello nell’ipotesi che a seguito dell’aumento della capacità di eseguire test si triplichi la frazione di positivi intercettati. Per capire qualcosa di più ci vorrà almeno una settimana.


Con tutte le cautele del caso, possiamo comunque capire cosa ci aspetta, almeno a livello qualitativo. La curva dei decessi dovrebbe piegare nei prossimi giorni rispetto all’andamento lineare che abbiamo osservato nella seconda metà di marzo. Entro un paio di settimane, se non faremo ulteriori errori, il numero complessivo dei decessi dovrebbe arrivare a convergenza. Parallelamente il numero di contagi è destinato a scendere rapidamente (pur in presenza del possibile gradino discusso sopra), ma poiché nel mondo reale bisogna tener conto delle fluttuazioni statistiche non ha molto senso chiederci quando sarà il giorno a “contagi zero”. Inoltre, l’esperienza di Vò Euganeo ci insegna che, anche se si spegne completamente il focolaio iniziale, c’è sempre il rischio di avere contagi di ritorno che non sono inclusi in questo semplice modello.

In attesa che l’epidemia vada ad esaurimento, ci stiamo ponendo il problema di come riattivare la nostra vita sociale ed economica. La Corea del Sud è il Paese che, almeno fino ad oggi, sembra aver gestito al meglio questa fase dell’epidemia. L’idea di base è stata quella di verificare la presenza di anticorpi nella popolazione, in modo da capire quali fossero le persone libere di muoversi senza correre rischi. In letteratura sono stati riportati alcuni casi sporadici di “secondi contagi” e gli esperti del settore non sono ancora in grado di dirci se le persone guarite avranno una immunità permanente oppure no. Il dibattito scientifico è aperto. Se ci limitiamo all’orizzonte temporale dei prossimi mesi le persone che hanno già contratto il virus, magari inconsapevolmente perché asintomatici, potranno tornare fin da subito alle loro attività. Per gli altri, bisognerà definire strategie diverse basate sul livello di rischio personale.

Quanto agli aspetti tecnici relativi allo sviluppo di questi test, non ho la competenza necessaria per esprimere un parere. Mi pare di capire che ci sia un dibattito aperto sulle diverse metodologie d’analisi. Sarebbe auspicabile che, almeno su questo punto, le diverse Regioni seguissero un approccio unitario, ricordando che, anche in questo caso, il tempo non è una variabile indipendente. Più si ritarda, maggiori saranno i danni residui dell’epidemia dal punto di vista della salute e tanto più grandi i danni socio-economici.

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