venerdì 12 novembre 2021

Aggiornamento sulla pandemia: l'onda cresce, ma la situazione potrebbe ancora essere gestita (se si faranno le terze dosi)

Mentre l'Austria attiva il lockdown riservato ai soli no-vax e l'Olanda reintroduce il coprifuoco serale, anche in Italia la situazione sta peggiorando. Crescono i contagi che ormai hanno superato il livello misurato durante il picco ferragostano. Va detto però che, rispetto a tre mesi fa, ci sono due grandi differenze: a) è significativamente aumentato il tasso di vaccinazione degli italiani, anche se - nel frattempo - è iniziata a scendere l'efficacia delle vaccinazioni fatte all'inizio del 2021 e b) la capacità di individuare i positivi è cresciuta grazie a diversi fattori tra cui il tracciamento dei contagi nelle Scuole, l'uso esteso del green-pass e la fine della "fuga dal tampone" di coloro che a Ferragosto temevano di finire in quarantena e di dover rinunciare alle vacanze.

Andamento dei contagi in Italia (linea grigia) e media dei contagi stimata su base settimanale (linea blu). Elaborato su dati della Protezione Civile Nazionale

Se osserviamo il dato dei ricoveri nei reparti Covid degli ospedali italiani, notiamo che stanno aumentando, ma non così rapidamente come accadeva tre mesi fa:

Variazione percentuale, misurata su base settimanale, dell'occupazione dei reparti Covid degli ospedali italiani (somma di tutti i reparti). Elaborato su dati della Protezione Civile Nazionale

Notiamo che, nel corso dell'ultima settimana, l'aumento dell'occupazione dei posti letto è rimasto percentualmente simile a quello registrato durante la settimana precedente. Per il momento non si sono ancora osservati gli aumenti repentini registrati a fine luglio. Probabilmente questo minore aumento si spiega a causa della attuale maggiore incidenza dei contagi tra i più giovani, soprattutto gli under-12 che non sono ancora vaccinabili.

Desta qualche preoccupazione l'andamento dei nuovi ricoveri in terapia intensiva, che mostra un significativo incremento rispetto alla settimana precedente:

Nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid di terapia intensiva. Il dato è normalizzato rispetto ad un campione di 100 mila abitanti. Elaborato su dati della Protezione Civile Nazionale

Il dato sul numero di persone ricoverate nei reparti Covid di terapia intensiva è mostrato qui di seguito:

Occupazione dei reparti Covid di terapia intensiva in Italia (linea rossa) ed in Gran Bretagna (linea blu). I dati sono normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti

Anche il dato dei decessi mostra un certo aumento, pur rimanendo su livelli relativamente contenuti:

Decessi Covid registrati in Italia (linea rossa) e in Gran Bretagna (linea blu). I dati sono normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti
 

In estrema sintesi, i contagi sono ormai arrivati al livello ferragostano, ma i dati dei ricoveri e dei decessi sono ancora sotto al picco estivo. Sappiamo che c'è sempre un ritardo temporale tra i contagi e le loro conseguenze più pesanti  (ricoveri e decessi), ma il quadro che emerge non è ancora quello di una situazione di emergenza. Riusciremo a gestirla soprattutto se andrà avanti rapidamente la campagna per la somministrazione della terza dose.

Vediamo ora qualche dato relativo al Trentino. Ormai da molte settimane, il livello dei contagi del Trentino è allineato con la media nazionale ed è quindi decisamente inferiore rispetto ai valori registrati nel vicino Alto Adige. Osservando la distribuzione della prevalenza in ambito provinciale, non si scorge - almeno per il momento - una qualche evidenza di un eccesso di contagi nelle zone a più stretto contatto con l'Alto Adige. Questo è un buon segno: speriamo che la differenza rispetto ai nostri vicini altoatesini si mantenga nel tempo.

I dati della pandemia in Trentino sono decisamente migliori rispetto ad 1 anno fa. Inutile guardare ai dati dei contagi (quelli attuali sono circa 1/4 rispetto ad 1 anno fa) perché i dati ufficiali dello scorso novembre erano abbondantemente sottostimati a causa dello "stravagante" criterio adottato dalle Autorità sanitarie trentine che avevano fatto sparire dalle statistiche ufficiali più della metà dei contagi (identificati con i tamponi antigenici, ma non confermati sollecitamente con il tampone molecolare). 

Se guardiamo al dato dei ricoveri - molto più significativo - un anno fa in Trentino c'erano 30 pazienti ricoverati in terapia intensiva e ben 338 pazienti ricoverati negli altri reparti Covid. I ricoveri "ad alta intensità" erano arrivati praticamente al livello di saturazione, Oggi ci sono 2 ricoverati in terapia intensiva e 20 negli altri reparti Covid

Un anno fa, i decessi viaggiavano intorno a circa 10 casi giornalieri, mentre il dato attuale è pari a circa 1 decesso ogni due giorni.

Alla luce di questi numeri, appare evidente il ruolo protettivo fornito dalle vaccinazioni che, in Trentino, hanno fin qui raggiunto una quota di cittadini over-12 tra le più alte d'Italia. E pensare che c'è ancora qualche minus habens che ritiene che i vaccini non servano.

Per quanto riguarda le RSA, che hanno rappresentato il punto debole del Trentino soprattutto durante i primi mesi della pandemia, dopo una fiammata registrata circa 2 settimane fa, la situazione sembra essere tornata sotto controllo (vedi figura sotto). Un anno fa, le RSA trentine ospitavano poco meno di 300 persone attualmente positive, quindi anche il temuto crollo dell'efficacia dei vaccini per le persone più anziane e fragili non ha ancora avuto un impatto importante. 

La guardia va comunque tenuta sempre molto alta perché sappiamo che le RSA possono ricadere rapidamente in situazioni critiche.

Attualmente positivi nelle RSA trentine (il dato non contiene gli ospiti di RSA che sono stati eventualmente ricoverati in ospedale)

Concludiamo con la mappa ECDC che segnala un peggioramento generalizzato della situazione europea. In Italia, Friuli V. G., Marche, Calabria e Alto Adige passano alla zona rossa. Valle D'Aosta, Molise e Sardegna sono tra le pochissime Regioni europee rimaste ancora "verdi",

Considerati i dati che continuano ad arrivare da Bolzano, ci aspettiamo che l'Alto Adige diventi rapidamente zona "rosso scuro". Non ci capisce bene come i nostri vicini altoatesini pensino di gestire la ormai imminente stagione invernale, anche a causa della tradizionale presenza di turisti provenienti dai Paesi dell'Europa Centro Orientale, tutti pesantemente colpiti dalla pandemia. Saranno vacanze 2G?

Mappa pandemica europea elaborata da ECDC


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