venerdì 19 novembre 2021

Cosa c’entra Andreas Hofer con i no-vax sud-tirolesi?

In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, il Presidente pro-tempore dell’Alto Adige – Südtirol fa risalire l’alto numero di no-vax presenti tra i suoi concittadini di lingua tedesca all’atteggiamento di Andreas Hofer “contrario ai vaccini portati dai francesi”.

A me pare molto strano che un episodio accaduto più di 2 secoli fa condizioni ancora i comportamenti odierni dei sud-tirolesi, ma confesso di non conoscere bene la loro storia ed, in particolare l’influsso legato al mito di Andreas Hofer. Ci sono tuttavia alcuni dati di fatto che mi fanno dubitare della consistenza dei ragionamenti fatti da Arno Kompatscher.

Tanto per cominciare, la vaccinazione anti-vaiolo fu portata in Tirolo dai bavaresi che dei francesi erano fedeli alleati (almeno fino a che Napoleone non fu quasi sul punto di cadere). È comprensibile che i cittadini tirolesi del tempo osteggiassero tutte le riforme introdotte in Tirolo dal Regno di Baviera e, tra queste, anche l’introduzione del primo vaccino. Ma non si trattava certamente del problema centrale rispetto a quella che i tirolesi consideravano, a tutti gli effetti, una vera e propria invasione.

Ricordo che, in Tirolo, la vaccinazione anti-vaiolo iniziò nel 1809, 3 anni dopo che Napoleone aveva introdotto la vaccinazione per i suoi eserciti (presto estesa agli eserciti alleati, tra cui quello bavarese). Andreas Hofer fu fucilato a Mantova nel febbraio 1810 e non fece in tempo a vedere l'arrivo su larga scala dei vaccini che iniziò molti decenni dopo, grazie al lavoro di due grandi scienziati: il francese Louis Pasteur ed il tedesco Robert Koch.

Tornando a quel fatidico anno 1809, tutto quello che arrivava in Tirolo, proveniente dalla Baviera, veniva visto con sospetto. Se l’attuale ostilità verso i vaccini fosse un retaggio di quel tempo, ci aspetteremmo – per simmetria – una limitata presenza di no-vax in Baviera. Purtroppo non è così, perché gli atteggiamenti no-vax sono diffusi in tutta l’area europea di lingua tedesca, Baviera inclusa.

Non conosco le motivazioni profonde di questo atteggiamento, ma noto che è stato a lungo tollerato dalle Autorità sanitarie (incluse quelle dell’Alto Adige) ben prima che si ponesse il problema delle vaccinazioni anti-Covid.

Oggi, il lassismo degli anni passati presenta un tragico conto. Piuttosto che attribuire i problemi di oggi ad un passato ormai mitico, Kompatscher dovrebbe chiedersi cosa è stato fatto di sbagliato nella gestione delle vaccinazioni durante gli ultimi decenni e cercare di impostare un programma che possa porre rimedio a questo problema.

Perché la Covid-19 – prima o poi – passerà, ma il problema dell’alta presenza di no-vax in Alto Adige – Südtirol rimarrà.

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