martedì 30 novembre 2021

L'Alto Adige diventa zona gialla. Quanto rischia il Trentino?

A partire dalla prossima settimana, l'Alto Adige sarà ufficialmente classificato come "zona gialla", avendo abbondantemente superato tutte le 3 soglie di allarme previste dall'attuale normativa. È servito a poco il trasferimento massiccio di degenti "post-acuti" che sono stati portati dagli ospedali pubblici alle cliniche private, facendoli uscire dalle statistiche ufficiali. 

L'Alto Adige si aggiunge al Friuli V. G. che, già a partire da questa settimana, aveva fatto il salto di colore. Ricordo che ambedue i territori sono classificati da ECDC come zone "rosso scuro" (anche se i criteri adottati da ECDC per evidenziare il livello di gravità della pandemia sono completamente diversi rispetto a quelli del nostro Ministro della Salute).

La situazione del Trentino è meno critica rispetto a quella del vicino Alto Adige, grazie soprattutto alla maggiore presenza di cittadini vaccinati.  Per il momento, il livello dei ricoveri in terapia intensiva del Trentino è appena sotto alla soglia di allarme (9 ricoveri). Le cose vanno un po' meglio per i ricoveri nei reparti Covid ordinari, anche se - a differenza di quanto fa la Provincia autonoma di Bolzano - il Trentino non comunica nulla rispetto all'eventuale trasferimento di pazienti dagli ospedali pubblici alle cliniche private. In altre parole, non sappiamo se ci sia ancora una adeguata disponibilità del sistema sanitario trentino privato per accogliere ricoverati Covid non critici, riducendo la pressione esercitata nei confronti degli ospedali pubblici. Purtroppo, considerato l'attuale livello dei contagi del Trentino, è ragionevole attenderci un ulteriore aumento dei ricoveri e quindi il rischio del passaggio a "zona gialla" non è così remoto.

Va detto che la "zona gialla" non sarebbe un dramma perché non prevede l'adozione di misure particolarmente impegnative (a parte un uso più estensivo della mascherina). Il vero problema è che, dopo la"zona gialla", si può finire in "zona arancione" e allora incomincerebbero i veri guai per la stagione turistica invernale.

Speriamo che la ormai imminente "maratona vaccinale" abbia pieno successo  e possa dare un sostanziale contributo al contenimento sia dei contagi che dei ricoveri ospedalieri.

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