venerdì 19 novembre 2021

La tragica contabilità dei "posti letto disponibili" e la politica degli struzzi

L'aumento dell'ondata pandemica, che ormai interessa anche l'Italia, mette in evidenza la fragilità del modello a fasce colorate basato sull'occupazione dei posti letto "disponibili". Ne avevo discusso già in un post recente dove descrivevo il nuovo criterio adottato in Germania che - molto più correttamente - fa riferimento ai nuovi ricoveri ospedalieri, normalizzati rispetto al numero di abitanti.

Aldilà dei posti disponibili solo sulla carta e delle frettolose dimissioni o dei trasferimenti a cliniche private (che hanno il solo scopo di migliorare i numeri delle statistiche ufficiali), il dato relativo ai posti occupati - specialmente nei reparti di terapia intensiva - è pesantemente condizionato anche dai decessi Covid.

Così arriviamo al paradosso che - se aumentano i decessi - si liberano posti letto e le Regioni/PPAA potranno continuare a schivare le restrizioni anche quando - vedi Alto Adige - sarebbe ormai necessario attuare misure di contenimento della pandemia molto rigide, non dissimili rispetto a quelle introdotte nella vicina Austria. 

Ma è meglio continuare a fare finta di niente e magari dare la colpa ad Andreas Hofer per gli errori commessi durante la campagna vaccinale.

Intanto sento alcuni Presidenti di Regione/PPAA - vedi Veneto - disquisire sulla inapplicabilità di norme specifiche per i non vaccinati perché sarebbero contrarie ai principi costituzionali, come se la difesa della Salute pubblica non fosse un diritto primario, garantito a livello costituzionale. 

La Costituzione è una cosa seria, ma purtroppo in Italia la sentiamo spesso invocare quando si vuole "mandare la palla in tribuna". L'idea è molto semplice: "non facciamo nulla e invochiamo un supposto vincolo di natura costituzionale. Intanto - se anche il vincolo fosse inesistente - prendiamo un po' di tempo e poi si vedrà".

Altri - vedi Trentino - si limitano a fare  gli struzzi, sperando che la bufera passi da sola e non produca troppi danni. Ignorando (o forse facendo finta di non vedere) che ormai anche i dati del Trentino mostrano delle crescenti criticità. Del resto, con tutto il Nord-Est sotto pressione, il Trentino non può illudersi di salvarsi da solo, specialmente se non imprimerà una forte accelerazione alla somministrazione delle terze dosi vaccinali

Cosa che attualmente non succede: ad esempio, molti anziani residenti nel Comune di Trento sono costretti ad una sorta di turismo vaccinale in giro per il Trentino, perché a Trento non c'è disponibilità per le prenotazioni. Cosa succederà a coloro che non hanno la possibilità di spostarsi in modo autonomo?

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