giovedì 25 novembre 2021

L'accerchiamento dei no-vax sudtirolesi

La pandemia ha inciso profondamente su diversi aspetti sanitari, economici, politici e sociali delle nostre società. L’impatto è stato enorme e molti degli effetti di lungo periodo devono ancora essere compresi. Questo è avvenuto ovunque, ma il caso del piccolo Südtirol merita – a mio avviso – una certa attenzione, non fosse altro per la vicinanza geografica ed i legami storici che esistono con il Trentino.

Durante questo secondo anno di pandemia, la comunità di lingua tedesca si è distinta per un significativo rifiuto del vaccino, cosa che ha provocato un evidente e pesante impatto in termini di contagi, ricoveri e decessi. Malgrado l’evidenza dei dati, molti sudtirolesi rimangono fermi nelle loro idee, considerando il rifiuto del vaccino come parte integrante del loro patrimonio identitario. E qui incominciano i problemi.

In questo momento, ad esempio, oltre 4.000 insegnanti e altri dipendenti delle Scuole di lingua tedesca devono scegliere se rispettare l’obbligo vaccinale recentemente imposto da Roma o rinunciare – sia pure temporaneamente – a lavoro e stipendio. 
 
Tradizionalmente, quando i cittadini sudtirolesi sono messi in difficoltà dalle decisioni dello Stato italiano, invocano la protezione dell’Austria, loro Paese protettore. Purtroppo per loro, se i no-vax sudtirolesi decidessero di chiedere aiuto oltre Brennero rischierebbero di avere a che fare con un infermiere (rigorosamente di lingua tedesca) pronto ad iniettargli il vaccino (che dal prossimo 1 febbraio in Austria sarà obbligatorio per tutti, transfughi sudtirolesi inclusi).

I poveretti avrebbero qualche difficoltà anche a chiedere la solidarietà dei movimenti no-vax di lingua italiana che, notoriamente, sono egemonizzati dai neofascisti con i quali non corre buon sangue. D’altra parte, provate a mettervi nei panni di un esponente della estrema destra bolzanina il quale – piuttosto di dimostrare solidarietà ai non amati sudtirolesi – probabilmente preferirebbe abiurare le idee no-vax, sognando di poter girare con le bandiere italiane nelle valli sudtirolesi gridando a tutti “Vaccinatevi!”.

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