giovedì 4 novembre 2021

La pandemia in Europa: si è propagata da Ovest verso Est. E adesso cosa succederà?

L'ultima mappa emessa oggi da ECDC fotografa una situazione europea tutt'altro che tranquillizzante. Partendo dall'Italia, si nota un dato complessivo relativamente buono, anche se alcune zone verdi (Trentino incluso) sono passate al colore giallo. Non sorprendentemente, l'Alto Adige finisce in zona rossa e - considerati i dati degli ultimi giorni - è abbastanza probabile che tra breve si ritroverà in zona rosso-scuro (con problemi non banali per il suo sistema turistico).

Stato della pandemia in Europa secondo l'ultima mappa rilasciata da ECDC

La situazione dell'Italia rimane - assieme a quella di Francia e Portogallo - una delle migliori a livello europeo (questa settimana non sono pervenuti i dati spagnoli, ma - secondo quanto si apprende da altre fonti - la situazione spagnola sembra essere abbastanza tranquilla).

Rimane molto seria la situazione irlandese (rosso scuro). Le strette relazioni esistenti con la Gran Bretagna spiegano il caso irlandese. Il tutto è aggravato da una demografia particolare: l'Irlanda è il Paese che ha la popolazione più giovane d'Europa e quindi ha una consistente percentuale di persone non vaccinabili. Questo certamente non aiuta a circoscrivere la circolazione del virus.

La zona centro-orientale d'Europa si trova per la maggior parte in zona rossa e rosso scura. In pratica si è ribaltata la situazione che avevamo osservato la scorsa estate quando i contagi erano concentrati nei Paesi a più stretto contatto con la Gran Bretagna che aveva importato la variante Delta dall'India. Allora i maggiori livelli di contagi si trovavano (oltre che nella già citata Irlanda) in Portogallo e da lì avevano attraversato la penisola iberica, raggiungendo la Francia e, in parte, anche l'Italia. Due mesi fa, la situazione dell'Europa centro-orientale era relativamente tranquilla, ma si trattava solo di una tregua momentanea.

L'aumento della circolazione virale ha prodotto grandi danni sanitari, soprattutto in quei Paesi che non hanno sviluppato una efficace campagna vaccinale. I casi della Bulgaria e della Romania sono spesso citati dai mezzi di informazione, ma non meno grave è la situazione di Paesi ancora più a Est come l'Ucraina e la Russia. 

Quello che sta succedendo in Europa avrà un impatto non trascurabile per l'andamento della stagione turistica invernale del Trentino. Ammesso e non concesso che il Trentino riesca a mantenere la situazione interna sotto controllo (i dati degli ultimi giorni destano più di una preoccupazione) c'è sempre il rischio di importare un consistente numero di contagi attraverso i turisti provenienti dai Paesi europei a più alta circolazione virale (così come successe nel marzo 2020 con i turisti lombardo-veneti). 

Per questo motivo è essenziale che tutto il personale che opera nel sistema turistico del Trentino sia rigorosamente vaccinato e che le persone più esposte facciano - ove previsto - anche la terza dose vaccinale. Il rischio è quello di mettere in crisi anche la prossima stagione turistica invernale. Sarebbe un danno incalcolabile per l'economia e per la tenuta sociale del Trentino.

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