giovedì 11 novembre 2021

Perché, per salvare le vacanze di Natale, serviranno soprattutto le terze dosi

A meno di un mese dall'apertura su larga scala degli impianti sciistici e con i mercatini di Natale ormai in fase di montaggio, salgono le preoccupazioni di tanti che vedono crescere l'onda pandemica e temono che, anche quest'anno, torni l'incubo delle chiusure e delle limitazioni alla circolazione delle persone. Sarebbe un colpo tremendo per molti settori economici, già duramente provati dalla crisi pandemica dello scorso inverno.

Non casualmente, il virus corre soprattutto nei territori dove il tasso di vaccinazione è più basso, ma nessuno può ritenersi al sicuro. A questo punto, vale la pena chiedersi quale sia la strategia vaccinale che possa dare i  migliori risultati, almeno nel breve-medio periodo.

Guardando ai dati italiani, si osserva che quasi l'87% dei vaccinabili ha fatto il vaccino. C'è certamente un consistente margine di miglioramento in certe parti d'Italia (ad esempio l'Alto Adige) e, in generale, per la vaccinazione dei giovani di età compresa tra i 12 ed 19 anni, così come sarà importante - appena possibile - fornire un'ampia copertura anche ai giovanissimi di età compresa tra 5 e 11 anni. Ma, come vedremo più avanti, le nuove vaccinazioni non avranno effetto sullo sviluppo della pandemia prima della fine dell'anno.

A questo punto, serve a poco prendersela con quegli irresponsabili che hanno rifiutato il vaccino, mettendo a rischio non solo la loro salute, ma anche quella degli altri e - comunque - difficilmente i no-vax over-30 si convinceranno a fare il vaccino. L'unica speranza è che anche loro acquisiscano una qualche forma di immunità, contagiandosi l'un l'altro, possibilmente in forma lieve così non intaseranno gli ospedali.

Considerato che ormai siamo arrivati a circa metà novembre e tenuto conto che il ciclo vaccinale richiede almeno 4 settimane per il suo completamento, l'effetto protettivo delle nuove prime vaccinazioni non si vedrà prima della metà di dicembre (ricordo che una singola dose offre una copertura trascurabile nei confronti della variante Delta). Troppo tardi per evitare che, prima di Natale, ci sia una forte impennata dei contagi e dei ricoveri, tale da far ripristinare chiusure e limitazioni.

Diverso è il discorso per le terze dosi perché il loro effetto è pressoché immediato (circa una settimana dopo la somministrazione del vaccino). Con le terze dosi si aumenta considerevolmente la protezione delle persone più anziane e fragili, riducendo significativamente - anche in caso di forte circolazione virale - il numero di casi gravi ed i decessi. 

La recente proposta di rendere disponibile la terza dose per tutti coloro che hanno almeno 40 anni sembra un ragionevole compromesso tra lo sforzo vaccinale da fare ed i risultati attesi. Se la campagna di somministrazione della terza dose avrà rapidamente successo potremo limitare i danni della nuova ondata pandemica, salvaguardando la funzionalità dei nostri ospedali e anche la nostra economia.


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