Qui di seguito riportiamo l’aggiornamento sull’evoluzione
dell’epidemia di Coronavirus secondo quanto comunicato dalla
Protezione Civile Nazionale nella conferenza stampa delle ore 18. Il
formato di presentazione dei dati ed il sistema di analisi è lo
stesso usato ieri. La scala è semi-logaritmica ed i numeri mostrati
accanto alle linee rette rappresentano il tempo di raddoppio dei
contagi espressi in giorni.
Dopo l’attenuazione
della velocità di espansione fatta registrare al termine della prima
settimana di epidemia, purtroppo non ci sono ulteriori segni di
rallentamento. Rispetto a ieri c’è
però un dato in più: i punti verdi rappresentano i casi di contagio
rilevati in Trentino (secondo i numeri rilasciati ufficialmente dalla
Protezione civile alle ore 18). Poiché la Protezione civile raccoglie i dati nel
corso del pomeriggio, ci possono essere differenze rispetto a quanto
comunicato a livello locale perché i contagi evidenziati a partire
dal tardo pomeriggio sono riportati il giorno successivo. Si tratta
di una sorta di contabilità differita che non è comunque tale da
alterare significativamente i risultati dell’analisi. Il valore dei
contagi rilevati in Trentino è ancora relativamente piccolo in
termini assoluti, ma non dobbiamo dimenticare che la popolazione del
Trentino è solo 1/9 rispetto a quella del vicino Veneto. Quindi, se
calcoliamo la densità dei contagi per numero di abitanti, i numeri
del Trentino oggi sono pari a circa il 40% del numero di casi rilevati in Veneto. Ricordiamo che comunque questo confronto ha senso solo se si assume che i criteri di applicazione dei test siano gli stessi nelle due regioni.
Quanto all’andamento
temporale della diffusione del virus, vediamo che l’andamento
di questa prima settimana in Trentino non è difforme rispetto a quanto è stato
rilevato altrove, sia a livello nazionale che in Veneto. Al momento i
contagi in Trentino raddoppiano ogni 2 giorni
circa.
In questi giorni
abbiamo sentito ripetere che tutti i casi rilevati in Trentino
sono ascrivibili a processi di diffusione dei focolai
lombardo-veneti. Non c’è nulla di rassicurante in questa
affermazione semplicemente perché nella fase iniziale di
espansione del virus non poteva che essere così.
Considerati i tempi tipici di incubazione del Coronavirus ci vorranno
da una a due settimane per essere sicuri che i contagi siano stati
completamente tracciati e che non si siano innescati focolai
autoctoni. Fin ad oggi è stato fatto un importante lavoro per tracciare
i percorsi di contagio. Speriamo che tale lavoro abbia pieno
successo e che nei prossimi giorni si possa rilevare un netto
rallentamento della velocità di diffusione del contagio.
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