venerdì 20 marzo 2020

Ricoveri e decessi: Trentino vs Veneto

Nota: Il grafico è stato aggiornato con i dati del 20 marzo. Nella versione postata in mattinata c'era un errore sul dato dei decessi del Trentino al 19 marzo. I dati ora sono corretti.

Durante l'ultima settimana i dati relativi ai ricoveri ed ai decessi in Trentino sono purtroppo cresciuti arrivando, almeno per i ricoveri, a valori che possono essere confrontati con altre realtà. Abbiamo scelto il Veneto, così come facciamo ormai da giorni per i dati relativi ai contagi.

Nelle discussioni precedenti è stato evidenziato come i dati dei contagi rilevati siano scarsamente affidabili, rendendo estremamente difficile il confronto tra realtà territoriali diverse. Anche il dato sui ricoveri non è privo di problemi, considerata la situazione di stress a cui sono sottoposti i sistemi sanitari. La decisione di ospedalizzare un paziente piuttosto che cercare di trattarlo a domicilio è soggetta ad un grande margine di discrezionalità e non è detto che i criteri adottati siano sempre gli stessi. Quanto ai decessi, c'è sempre la ben nota questione di capire se il Coronavirus sia stata la causa determinante dl decesso. Solo alla fine dell'epidemia si potranno ottenere dati più affidabili confrontando la mortalità di questi mesi rispetto a quella che si era verificata negli stessi mesi degli anni più recenti (dopo averla depurata dai decessi dovuti agli incidenti del traffico che probabilmente diminuiranno durante questo periodo di quarantena).

Con queste premesse, osserviamo i dati del Trentino confrontati con quelli del Veneto. I dati trentini sono quelli comunicati dalla locale APSS, mentre per quanto riguarda il Veneto facciamo riferimento ai dati distribuiti dalla Protezione civile nazionale. Tra le due serie di dati ci potrebbe essere una sfasatura temporale dovuta al diverso momento della giornata in cui sono aggiornati. Tale disallineamento può corrispondere al massimo ad un giorno e non è tale da cambiare in modo significativo i risultati del confronto.


I colori rosso e verde si riferiscono rispettivamente al Veneto ed al Trentino. Le linee continue sono quelle relative ai ricoveri. Per semplicità mostriamo la somma dei ricoveri, senza separare i ricoveri in terapia intensiva. Per il Veneto, dove la statistica è più ampia, si può dire che, con ragionevole confidenza, circa il 20% dei ricoverati si trova in terapia intensiva.. La linea nera sovrapposta al dato dei ricoveri veneti è un semplice fit di tipo esponenziale. Le linee tratteggiate sono quelle relative ai decessi. I dati sono normalizzati rispetto alla popolazione e sono riferiti ad un campione di 10.000 abitanti.

Osservando la figura troviamo conferma di quanto già mostrato dai dati dei contagi rilevati. L'epidemia in Trentino è stata evidenziata con un ritardo di circa una settimana rispetto al Veneto, ma è cresciuta ad un ritmo iniziale più sostenuto superando ben presto, anche in numero di densità dei ricoveri, il Veneto. Probabilmente (mia ipotesi, ma non ho dati disaggregati per confermarla) l'andamento trentino è stato dovuto alla presenza di alcuni focolai localizzati in comunità ristrette che sono stati identificati e neutralizzati con un certo ritardo. Negli ultimi giorni la progressione dei ricoveri in Trentino e Veneto sembra proseguire con una tendenza più o meno simile. Il dato veneto è quello più completo da un punto di vista statistico e non mostra ancora alcuna tendenza al raggiungimento del massimo del numero di persone ricoverato. Ricordiamo però che i modelli matematici (vedi post di ieri) ci dicono che questo grafico segue l'andamento dei contagi con una grande ritardo (grossolanamente un mese). Quindi non dobbiamo partire da questo dato per dedurre che le azioni di restringimento della mobilità personale non abbiano ancora prodotto l'effetto desiderato. Potremmo cercare di dire qualcosa di più se disponessimo dei dati relativi ai nuovi ricoveri giornalieri, ma questi dati non sono al momento disponibili a livello pubblico.

Le curve dei decessi sembrano seguire quella dei ricoveri con una riduzione di circa un ordine di grandezza. A mio avviso, i dati dei decessi sono quelli meno affidabili a causa dei problemi già ricordati, anche se paradossalmente sono quelli su cui si concentra la maggiore attenzione dell'opinione pubblica. Complessivamente in Italia fino ad oggi sono stati identificati ufficialmente circa 3.400 decessi legati al Coronavirus. Il numero aumenterà senz'altro, ma se guardiamo al dato aggregato a livello nazionale dobbiamo tenere conto che, in condizioni normali,  mediamente ogni giorno in Italia muoiono circa 1600 persone. Chi ragiona come il premier inglese BoJo potrebbe dedurne che l'epidemia di Coronavirus ha avuto un impatto tutto sommato "trascurabile". 
 
Se però rifacciamo lo stesso confronto per la provincia di Bergamo le differenze tra la mortalità normale e quella registrata durante questo mese di marzo sono macroscopiche (ricordiamo tutti la terribile immagine della colonna di camion dell'Esercito che porta via da Bergamo le bare che ormai avevano occupato tutti gli spazi disponibili). In conclusione, la curva dei decessi viene mostrata solo per completare il quadro informativo, ma senza alcuna pretesa di affidabilità.

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