giovedì 26 marzo 2020

Decessi e test: una possibile relazione?

Questa sera aggiorno la triste classifica dei decessi, inserendo un nuovo grafico che vorrei portare alla vostra attenzione. Infatti, oltre alla densità di decessi (calcolata come al solito per un campione di 10.000 abitanti) ho cercato di vedere se si potesse trovare una qualche relazione tra densità di decessi e densità di test. Iniziamo senz'altro dal confronto delle densità di decessi tra diverse realtà geografiche. Parliamo ovviamente dei decessi ufficialmente attribuiti all'epidemia. Per i casi non registrati ufficialmente non possiamo dire nulla.
Non ci sono stravolgimenti rispetto al grafico presentato qualche giorno fa, salvo un generale aumento dei valori, che tuttavia non è omogeneo per le diverse realtà regionali. Più interessante, secondo il mio parere, il grafico seguente dove mostro il valore della densità dei decessi in funzione della densità di tamponi fatti. Parliamo di realtà territoriali che, fino ad oggi,  hanno avuto un andamento molto diverso dell'epidemia. La maggior parte dei punti è localizzata entro un cluster identificato tramite una linea blu. Sia pure con significative fluttuazioni osserviamo che per i punti inclusi nel cluster c'è una proporzionalità tra decessi e test. Non è sorprendente perché sono tutte realtà in cui i test sono stati fatti principalmente ai sintomatici gravi e, in taluni casi, solo post-mortem.

Fuori dal cluster, identichiamo tre punti. Il punto grigio scuro è quello della Lombardia, nettamente spostato verso l'alto. Tra l'altro, soprattutto per alcune zone della Lombardia, c'è ormai la certezza che i numeri ufficiali dei decessi siano abbondantemente sottostimati. Se fossero più accurati il punto della Lombardia schizzerebbe ulteriormente verso l'alto, a conferma di una pessima performance che il resto del Paese deve assolutamente evitare di ripetere.

Dalla parte opposta troviamo due punti rosso e verde che corrispondono, rispettivamente all'Alto-Adige e al Veneto. L'Alto-Adige, senza tanto clamore, ha applicato 149 test x 10.000 abitanti di poco inferiori al ben noto caso del Veneto (163 test x 10.000 abitanti). Ambedue i territori mostrano una densità di decessi che si colloca nella fascia più bassa, pur essendo localizzati nel Nord del Paese. Il Trentino (punto azzurro) che confina proprio con Veneto e Alto-Adige, ha una situazione peggiore rispetto ai vicini: circa la metà della densità di test ed il triplo della densità di decessi rispetto al Veneto.


Sarebbe troppo semplice considerare la ridotta densità dei test fatti come unico driver della propagazione dell'epidemia, ma - a questo punto - sorge spontanea la domanda: "Quante vite umane avrebbero potuto salvare i decisori politici delle altre realtà regionali se avessero adottato fin da subito il metodo scelto dalla Regione Veneto?"

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