Completiamo la panoramica sull'andamento della pandemia di Covid-19 nei Paesi europei più vicini all'Italia (anche se non strettamente confinanti). In un post precedente abbiamo visto la situazione di Austria e Croazia. Integriamo i dati con l'andamento di Francia, Svizzera e Slovenia. La sorgente dei dati è sempre statistichecoronavirus.it.
Analizziamo i dati partendo dal Paese che ha mostrato il livello più significativo di una ripresa dei nuovi contagi dopo il solstizio d'estate. Il dato della Slovenia è qualitativamente simile a quello croato e mostra l'evidenza di un secondo picco di contagi piuttosto netto, partito a fine giugno, dopo che a fine maggio sembrava che l'epidemia fosse stata messa completamente sotto controllo.
Nuovi contagi giornalieri (sopra) e numero complessivo dei contagi (sotto) in Slovenia. Tratto da: https://statistichecoronavirus.it/statistiche-coronavirus-slovenia/ |
Nella settimana dal 7 al 13 luglio la Slovenia ha contato corca 6,6 nuovi contagi per ogni 100.000 abitanti, un livello simile a quello austriaco e quasi triplo rispetto all'analogo dato italiano o tedesco (più o meno simili). I contagi in Slovenia sono comunque circa la metà di quelli misurati, durante la stessa settimana, in Croazia.
L'andamento dell'epidemia in Svizzera è mostrato dalle figure seguenti:
Nuovi contagi giornalieri (sopra) e numero complessivo dei contagi (sotto) in Svizzera Tratto da: https://statistichecoronavirus.it/statistiche-coronavirus-svizzera/ |
Anche la Svizzera mostra a luglio una certa tendanza alla crescita dei nuovi contagi. Nella settimana dal 7 al 13 luglio sono stati contati circa 7,34 nuovi contagi per ogni 100.000 abitanti, più o meno in linea con il valore austriaco.
In Francia i contagi totali crescono con andamento più o meno lineare e non c'è evidenza di una accelerazione dei nuovi contagi durnte la parte iniziale del mese di luglio.
Nuovi contagi giornalieri (sopra) e numero complessivo dei contagi (sotto) in Francia. Tratto da: https://statistichecoronavirus.it/statistiche-coronavirus-francia/ |
In conclusione, in questo inizio di luglio, il livello dei nuovi contagi da SARS-CoV-2 in tutti i Paesi europei che confinano con l'Italia è sempre stato molto maggiore rispetto al dato italiano. Malgrado i numerosi casi di contagio di importazione che abbiamo avuto anche in Italia, possiamo ancora considerare il nostro Paese come una sorta di "bolla" assediata da Paesi in cui il virus ha una circolazione più ampia. Lo possibilità di re-importare il virus in Italia sono molteplici, anche quando non si ha a che fare con viaggiatori che provengono da molto lontano. Certamente la situazione generale dei Paesi europei (Balcani esclusi) è certamente meno grave di quanto non sia quella delle Americhe o dell'India. Tuttavia il virus circola ancora con una certa insistenza e sembra che, almeno per il momento, non abbia alcuna intenzione di sparire completamente.
Il rapporto tra la seconda onda di una settimana fa e l'onda di inizio aprile è pari a 0,104 per la Svizzera ( sui valori dell'Austria) ma è già calato ad oggi al 0,047 per cui il movimento è assimilabile a quello di Austria ed Alto Adige. Più forte il rapporto tra le due onde per la Slovenia pari ad un max di 0,447 ad inizio luglio ma ora in fase di leggero miglioramento. Direi che si nota un appesantimento andando verso est.
RispondiEliminaConcordo. Il focolaio dei Balcani è quello più serio, come vediamo anche dai numerosi casi di importazione che sono stati rilevati in Italia.
RispondiEliminaVolevo segnalarLe quanto ci costa come Trentino in termini di "figura" (e non solo) la rettifica avvenuta il 24 giugno scorso per 387 casi in più.
RispondiEliminaSul sito dell'Agenzia dell'Unione Europea ECDC
il Trentino figura tra gli appestati con più di 60 casi per 100.000 abitanti negli ultimi 14 giorni ( settimana 26 e 27). La mappa è datata 8 luglio 2020.
Le informazioni sono accessibili dal sito del nostro ministero della salute
https://www.ecdc.europa.eu/en/cases-2019-ncov-eueea
Il dato magari tra qualche giorno scomparirà dato che la rilevazione escluderà il 24 giugno.
Resta il fatto che rimanere come Trentino per 14 giorni con un colore piuttosto scuro visionabile da tutta Europa non è che si possa definire la miglior politica di marketing per una provincia turistica come la nostra.