Le cronache di oggi riportano di una vivace discussione avvenuta in sede di discussione dell'assestamento di bilancio provinciale a seguito della introduzione di un emendamento della Giunta volto a togliere alle Rsa del Trentino le competenze della Direzione
sanitaria e di assistenza medica, trasferendole in capo all’Azienda
Sanitaria provinciale.
Il tutto sarebbe giustificato dalla necessità di gestire al meglio una possibile (speriamo di no) seconda ondata dell'epidemia. Sappiamo che le RSA sono state l'anello debole nella risposta del Trentino all'epidemia. Anche se molti di coloro che hanno gestito la situazione sono stati pronti ad auto-assolversi, i fatti sono innegabili. Almeno la metà delle RSA trentine ha dovuto affrontare situazioni molto serie e certamente è necessario pensare per tempo ad un nuovo modello organizzativo in grado di prevenire i possibili futuri ritorni dell'epidemia, ma - più in generale - a rendere la struttura delle RSA più adatta rispetto alle necessità di un Trentino che sta cambiando molto velocemente. Non mancano le proposte qualificate fatte da coloro che il problema lo hanno affrontato in prima linea con coraggio e grande spirito di dedizione. Qualche mese fa cantavamo cori alla finestra e li chiamavamo eroi. Oggi li abbiamo dimenticati, ma sarebbe il caso di sentire le loro proposte prima di prendere decisioni che rischiano soltanto di introdurre nuovi vincoli burocratici di cui non sentiamo affatto il bisogno.
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