mercoledì 8 luglio 2020

La Covid-19 e le tifoserie da bar

Riprendo da un sito svizzero, le parole di puro buonsenso, recentemente pronunciate dal prof. Adriano Aguzzi. Pavese di nascita, il prof. Aguzzi è direttore dell'Istituto di Neuropatologie dell'Ospedale Universitario di Zurigo (USZ) ed è conosciuto a livello internazionale per i suoi studi sui prioni. In occasione dell'epidemia di Covid-19 ha sviluppato un interessante progetto per la misura degli anticorpi IgA, IgM ed IgG da SARS-CoV-2 nei campioni di sangue di tutti i pazienti ricoverati presso USZ. Il progetto ha analizzato anche i campioni dei donatori di sangue di Zurigo, coprendo complessivamente circa 40.000 casi. Il tutto è stato fatto in modo molto semplice, efficace e a basso costo, utilizzando strumentazioni robotizzate che hanno richiesto un ridottissimo impegno di personale.

Ecco cosa dice il prof. Aguzzi a proposito del futuro dell'epidemia:

"Assisto con sgomento ad una progressiva tifoseria da bar che contrappone virofobi e virofili, e purtroppo coinvolge anche medici e scienziati rispettabili. Gli uni sembrano rallegrarsi ad ogni impennata del numero R ("ve l'avevo detto, ve la siete voluta voi"), gli altri parlano di "giornalisti terroristi che seminano panico”. Io invece esorto i migliori scienziati, invece di inveire e recriminare, a pensare: "L'incidenza sta scendendo molto di più di quanto l'epidemiologia avesse previsto. Benissimo! Siamo molto contenti, ringraziamo la sorte, però non capiamo. Ci devono essere delle ragioni per questo sviluppo. Chiaramente non si tratta di attenuazione genetica, le sequenze parlano chiaro. Forse è un virus stagionale - ma cosa vuol dire esattamente questo? Che si squaglia al sole? Certamente no, visto che si diffonde fortemente in paesi tropicali/equatoriali. Sappiamo che umidità <40% e >70% ne favoriscono la diffusione, ma quanto incide questo sulla trasmissione? Ad ogni modo, è un fenomeno interessantissimo che ci incuriosisce, e che vogliamo studiare. Perché capirlo potrebbe essere la chiave per prolungare la attuale eclissi del virus e forse ci aiuterà a debellarlo mentre attendiamo vaccini e composti antivirali efficaci”.

“Credo che sia opportuno - ha aggiunto Aguzzi - studiare a fondo la questione dell'umidità. Negli interni è forse il fattore che cambia più radicalmente nella stagione estiva alle nostre latitudini. Nel mio ufficio si è passati dal 30% di dicembre al 58% odierno. E le infezioni avvengono quasi tutte negli interni. Ma questa è un'ipotesi come tante altre, e va verificata empiricamente, sennò si torna alla tifoseria da bar.

“Credo -
ha concluso il Prof. Aguzzi - che dobbiamo tutti darci una regolata e ammettere che ancora sappiamo ben poco”.

Parole sante, aggiungo io!

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