martedì 14 luglio 2020

Le provano tutte per convincere gli americani a indossare la mascherina!

Recentemente la rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America) ha pubblicato un articolo dedicato allo caratterizzazione dal punto di vista cognitivo dei cittadini americani più riluttanti ad adottare le misure di contrasto alla diffusione di SARS-CoV-2. Lo studio è serio e la rivista che lo ha pubblicato è qualificata. Tuttavia non sfugge a nessuno quanto l'argomento sia - per così dire - sdrucciolevole. Specialmente in USA la Covid-19 è stata oggetto di una forte polarizzazione politica e i cosiddetti "negazionisti" sono spesso schierati politicamente con il Partito Conservatore e convinti sostenitori del Presidente Trump.

L'articolo originale lo potete trovare qui:

Weizhen Xie, Stephen Campbell, and Weiwei Zhang: "Working memory capacity predicts individual differences in social-distancing compliance during the COVID-19 pandemic in the United States"; PNAS July 10, 2020 https://doi.org/10.1073/pnas.2008868117

In estrema sintesi, sulla base di test psicologici fatti su un campione di circa 1000 persone, sembrerebbe che i cittadini meno inclini a rispettare le norme di prevenzione del contagio (distanziamento e uso delle mascherine) avrebbero un limite di base a livello cognitivo. Più specificamente il loro problema sarebbe legato all'utilizzo della cosiddetta "memoria di lavoro". In particolare, avrebbero una ridotta capacità nel confrontare pezzi diversi di informazione in potenziale conflitto tra di loro. Insomma, se non mettete la mascherina avete un problema cognitivo: non è esattamente un complimento. Chissà se, combinato con le raccomandazioni di Goldman Sachs, questo messaggio riuscirà a convincere i cittadini americani a esseri più prudenti.

Studio interessante secondo me, anche se c'è sempre il pericolo di eccedere con le semplificazioni, con il rischio di riscoprire la fisiognomica di lombrosiana memoria.

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