sabato 15 gennaio 2022

Aggiornamento sulla pandemia in Italia: su un massimo ci siamo. Sarà un massimo assoluto o solo relativo?

La stima della derivata logaritmica  si è dimostrata ancora una volta un utile strumento per analizzare la tendenza a breve termine della curva dei contagi e - come anticipato nell'aggiornamento della scorsa settimana - dovremmo essere finalmente arrivati al punto di massimo dell'attuale picco pandemico

Variazione percentuale dei contagi calcolata rispetto allo stesso giorno della settimana precedente. Questi dati sono proporzionali - sia pure abbastanza grossolanamente - a quella che tecnicamente si definisce la derivata logaritmica della curva dei contagi. Il massimo dei contagi si osserva quando la derivata logaritmica passa per lo zero, diventando da positiva a negativa. A parte alcune discontinuità legate alla presenza di festività infrasettimanali che alterano la normale raccolta dei dati, si nota che il punto di massimo della curva dei contagi (aldilà delle fluttuazioni associate al tipico andamento settimanale) è avvenuto proprio nel corso dell'ultima settimana


 
Andamento dei contagi (linea grigia) e valore medio dei contagi giornalieri stimato su base settimanale (linea blu). Si noti che la scala è semi-logaritmica. La linea tratteggiata è un fit che descrive l'aumento esponenziale dei contagi prima della diffusione della variante Omicron

I più pessimisti sostengono che la curva dei contagi è arrivata solo ad un massimo relativo e che - a breve  - riprenderà a crescere, soprattutto a causa dei contagi legati alla riapertura delle Scuole. Va anche detto che, durante le scorse settimane, i giovani hanno avuto numerose occasioni di incontro sia in ambito familiare che a livello sociale (con tutti i locali pubblici aperti, a parte le discoteche). Non è  detto che la riapertura delle Scuole provochi molti contagi in più rispetto al periodo delle recenti vacanze.

Attualmente, siamo su un livello medio nazionale pari a circa 2 mila contagi settimanali per ogni 100 mila abitanti (il 2% dell'intera popolazione). Per il virus è difficile mantenere questi livelli di diffusione perché la combinazione di terze dosi vaccinali e anticorpi presenti nei guariti da infezioni Omicron costituisce una barriera crescente che dovrebbe contribuire a spegnere l'attuale ondata pandemica.

Sul fronte dei ricoveri ospedalieri, osserviamo la crescita  settimanale più ampia registrata da molte settimane a questa parte:

Variazione percentuale del numero medio di ricoveri settimanali rispetto alla settimana precedente. La curva è grossolanamente proporzionale alla derivata logaritmica della curva dei ricoveri. Nel corso dell'ultima settimana si è registrata la crescita più ampia da molti mesi a questa parte

Il dato sui nuovi ricoveri nei reparti Covid di terapia intensiva mostra una crescita esponenziale, ma non c'è evidenza di una accelerazione legata alla diffusione della variante Omicron:

Nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid di terapia intensiva. La scala è semi-logaritmica ed il dato è normalizzato rispetto ad un campione di 100 mila abitanti. La linea rossa rappresenta un fit esponenziale che descrive la crescita dei nuovi ricoveri dalla metà di ottobre fino ad oggi

Le due figure mostrate sopra sembrano indicare che l'arrivo di Omicron non ha modificato la dinamica di crescita dei ricoveri in terapia intensiva, mentre ha determinato una accelerazione dei ricoveri complessivi. Questa osservazione sembra essere in linea con l'ipotesi di una minore gravità media dei contagi dovuti alla variante Omicron. Va comunque ricordato che la grande crescita dei contagi, pur generando casi mediamente meno gravi rispetto a prima, sta comunque mettendo sotto forte pressione le nostre strutture ospedaliere.

Per capire meglio cosa stia effettivamente accadendo bisognerebbe avere più informazioni sulla genetica dei virus attualmente in circolazione. L'ultima rilevazione disponibile (dati ISS) risale allo scorso 3 gennaio e attribuisce circa l'80% dei casi alla variante Omicron. Sarebbe interessante sapere se lo stesso rapporto tra Delta e Omicron si trova sia a livello generale che per i casi che richiedono un ricovero in terapia intensiva. Perché - ricordiamolo - lo scorso 3 gennaio la prevalenza virale (media dei nuovi contagi giornalieri stimata su base settimanale) era dell'ordine di 135 mila casi giornalieri. Se i contagi generati dalla variante Delta erano il 20% del totale, ricaviamo 27 mila contagi da variante Delta, il doppio di quanti se ne contavano all'inizio dei dicembre, quando Omicron non era ancora arrivata in Italia.  

In altre parole, siamo tutti focalizzati sulla variante Omicron che ormai è diventata dominante, ma - almeno fino all'inizio di gennaio - i contagi da variante Delta erano ancora un numero assolutamente importante e avranno avuto certamente un impatto sulle ospedalizzazioni. Quale sia stato non lo sappiamo, a causa della carenza di informazioni sulla genotipizzazione dei contagi.

Passiamo ora al triste computo dei decessi che, purtroppo, mostrano una certa accelerazione:

Andamento dei decessi Covid giornalieri mostrato su scala semi-logaritmica (linea grigia). La linea rossa è una media del dato giornaliero stimata su base settimanale. Il dato è normalizzato rispetto ad un campione di 100 mila abitanti. La linea nera tratteggiata è un fit esponenziale che descrive l'andamento dei decessi prima dell'arrivo della variante Omicron

Il dato dell'ultima settimana mostra una forte accelerazione nel numero dei decessi che ormai si collocano su un livello assoluto pari a circa 2 mila casi alla settimana. I dati di una sola settimana sono troppo pochi per ipotizzare che Omicron stia producendo una accelerazione della curva dei decessi, ma si tratta comunque di un campanello di allarme da non trascurare. Se fosse confermato, anche l'idea di "Omicron come un comune raffreddore" la potremmo archiviare tra le "bufale di successo".

Passiamo ora alla scala provinciale, con il Trentino che, nel corso dell'ultima settimana, ha sfiorato i 3 mila nuovi contagi per ogni 100 mila abitanti. Il dato più interessante è senz'altro quello dei nuovi ricoveri ospedalieri, strettamente connesso al pericolo di passare in zona arancione.

Questa settimana, i nuovi ricoveri nei reparti Covid sono stati 118, anche se  - per ammissione della stessa APSS Trento - ormai anche alcuni malati critici vengono dirottati dai pronto soccorso alle cliniche private in modo da non sovraccaricare i reparti Covid degli ospedali pubblici (mantenendo il Trentino in zona gialla). Il dato relativo ai malati dirottati nelle cliniche private non è reso noto.

Nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid degli ospedali pubblici del Trentino (linea rossa). Il dato è normalizzato rispetto ad un campione di 100 mila abitanti. La linea nera tratteggiata è un fit lineare

Concludo con un dato proveniente dalle RSA del Trentino che contraddice una visione forse un po' troppo ottimistica che avevo incluso in uno dei miei aggiornamenti precedenti. Nel corso dell'ultima settimana si è registrata un'impennata dei contagi, anche se la percentuale di positivi presenti tra gli ospiti delle RSA è ancora inferiore rispetto a quella della popolazione generale del Trentino:

Attualmente positivi registrati tra gli ospiti delle RSA trentine (approssimativamente 4.500 persone). Nell'arco dell'ultima settimana il numero di ospiti positivi è triplicato (a fronte di un aumento del 50% della circolazione virale tra la popolazione generale del Trentino)

Considerata l'elevatissima circolazione virale che caratterizza in questo momento il Trentino, non è sorprendente che crescano anche i casi di positività tra gli ospiti delle RSA. La situazione - al momento - non è ancora critica, ma richiede davvero molta attenzione.


2 commenti:

  1. GERMANIA - É stato registrato un nuovo record relativo al dato di incidenza settimanale dei contagi da Covid. Secondo i dati diffusi dal Robert Koch Institute, negli ultimi sette giorni sono stati registrati 515,7 nuovi casi ogni 100mila abitanti. È la prima volta che viene superata la soglia dei 500 casi dall’inizio della pandemia.

    Il giorno precedente il dato si era attestato su 497,1 casi ogni 100mila abitanti, mentre sette giorni fa era 362,7. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 52.50 nuovi contagi, rispetto ai 36.552 di sette giorni fa.

    I nuovi decessi legati al Covid sono stati 47, in calo rispetto ai 77 di una settimana fa.

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  2. Uno sguardo al vicino Alto Adige

    Incidenza settimanale
    3 settimane fa = 375
    2 settimane fa = 688
    1 settimana fa = 1706
    Questa settimana = 2674

    P.A. Bolzano - 18% Terapia Intensiva
    P.A. Bolzano - 18% Area NON Critica

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