giovedì 13 gennaio 2022

L'approccio "schizofrenico" delle Regioni/PPAA nella gestione della Sanità durante la pandemia

Fin dall'inizio della pandemia, il Governo nazionale e la Conferenza delle Regioni/PPAA si sono suddivisi il ruolo in commedia: mentre il Governo nazionale spingeva per imporre regole atte a contenere la circolazione virale, Regioni e Province autonome (che hanno la responsabilità primaria nella gestione della Sanità) si sono date un gran daffare per eludere le norme nazionali, cercando di scaricare sul Governo centrale la responsabilità delle limitazioni e delle chiusure che "se fosse per noi, si sarebbero potute evitare". 

Un discorso analogo si potrebbe fare riguardo all'imposizione di un serio obbligo vaccinale che avrebbe potuto limitare il numero dei ricoveri, specialmente per quanto riguarda i casi più critici. Anche qui, abbiamo visto "il freno a mano tirato" anche da parte di chi, nelle conferenze stampa, scopre che senza no-vax la situazione dei reparti Covid sarebbe decisamente meno preoccupante.

Le norme attualmente in vigore, sia pure al netto di una certa confusione legata all'accavallarsi di nuove regole, dovrebbero soddisfare un criterio condiviso: evitare che gli ospedali siano sopraffatti dall'ondata di ricoveri Covid dovendo rinunciare a curare tutte le altre patologie. Dopo 2 anni di pandemia, si sono accumulati tanti e tali ritardi nella cura dei malati oncologici, cardiologici o affetti da altre gravi patologie da rendere ogni ulteriore ritardo inaccettabile.

Apparentemente il criterio è condiviso da tutti, ma sembra che molte Regioni/PPAA  non intendano applicarlo in modo serio. Infatti, pur in presenza di una palese criticità nel funzionamento degli ospedali italiani, assistiamo ad un fiorire di furbesche interpretazioni grazie alle quali i burocrati delle Sanità regionali cercano di aggirare le (poche) limitazioni previste dalle norme nazionali. Questo atteggiamento finisce fatalmente per aggravare la situazione degli ospedali, causando gravi danni a tutti i cittadini. 

Di fatto, si è scelto di tenere tutto aperto e di lasciare che il virus circoli liberamente, anche se questo metterà a repentaglio la vita di molte persone che non potranno ricevere tutte le cure necessarie per gravi patologie non-Covid. Nessuno - però - ha il coraggio di ammetterlo e si continua a raccontare la favoletta di Omicron che "è poco più di un raffreddore". 

Nel frattempo, invece di porsi seriamente il problema della funzionalità degli ospedali, sentiamo gli alti burocrati della sanità pubblica ripetere che "ha da passà 'a nuttata".

2 commenti:

  1. Mi sembra che la progressione delle limitazioni che un tempo si aveva passando da zona bianca, a gialla, ad arancione, a rossa sia praticamente saltata e che rimanga solo nel passaggio a zona rossa, alla quale non è arrivata alcuna Regione/PA. Quindi, l'unica limitazione al virus, o meglio ai suoi effetti, è data dal Green Pass, eventualmente rafforzato e alla mascherina obbligatoria anche all'aperto, ma senza adeguati controlli e sanzioni sono inefficaci ambedue. Dateci un sano confinamento per 12 giorni, che finirà quasi tutto.

    RispondiElimina
  2. Quanto costano i No Vax alla collettività in termini di ricoveri altrimenti evitabili? Oltre 140 milioni di euro solo negli ultimi trenta giorni. Il dato è contenuto nell'80esimo Instant Report ALTEMS, l'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell'Università Cattolica, Facoltà di Economia, campus di Roma ed emerge da uno studio sull'impatto delle mancate vaccinazioni in Italia sul volume di ricoveri e sulle giornate di ricovero nei reparti di terapia intensiva per COVID-19.

    Secondo l'analisi, in particolare, il costo delle mancate vaccinazioni sostenuto dal Servizio Sanitario Nazionale ammonta a 143.321.642 euro nel periodo tra il 19 novembre 2021 e il 19 dicembre 2021.

    Nel dettaglio emerge che il 90% dei non vaccinati ospedalizzati non avrebbe avuto bisogno del ricovero in Area Medica se avesse fatto il vaccino. Tra i degenti in terapia intensiva non vaccinati, il 94% avrebbe evitato il ricovero in Area Critica.

    il 19 novembre e il 19 dicembre gli ospedalizzati non vaccinati che avrebbero potuto evitare il ricovero in Area Medica sono stati 7.445, mentre quelli dell'Area Critica 1.131.

    Per quanto riguarda invece le dosi booster non somministrate, si stima che l'84% dei non vaccinati con terza dose ricoverati (pari a 5.564 individui) non avrebbe avuto bisogno del ricovero in Area Medica se avesse fatto LA TERZA DOSE. Tra i ricoverati in terapia intensiva non vaccinati con terza dose, il 78% (pari a 389 individui) avrebbe evitato il ricovero in Area Critica.

    continua su: www.fanpage.it

    RispondiElimina